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A.L.D.E NON HO MAI VOLUTO ESSERE QUI (di Giovanni Onorato)

Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 23

Giovanni Onorato si presenta, alla sua sinistra tra strumenti e mixer Mario Russo. Alla destra dei due performer lo spazio è chiuso da una serie di fari, diverse altezze per un plotone di luce che sparerà all’occorrenza. Cammina su un terreno scivolosissimo questo lavoro dell’artista romano, primo debutto della rassegna Anni Luce ospitata da Romaeuropa e curata da Maura Teofili, il terreno è quello della relazione dell’opera d’arte con la realtà e l’autobiografia. Il tema è centrale non solo in teatro ma in gran parte della produzione artistica e culturale di oggi. Basta qualche minuto per cogliere alcune interferenze in quella che sembra essere proprio “una storia vera”, piccole cariche esplosive in grado di sovvertire lo stereotipo tentando di spiazzare lo spettatore. Sul pavimento tappeti di fogge diverse e un microfono con asta. Arduino era uno dei migliori amici di Giovanni ed è morto gettandosi sotto un treno in corsa. La drammaturgia si muove inizialmente tra il racconto della vita del giovane suicida, le riflessioni apparentemente estemporanee dell’attore e la lettura delle poesie lasciate da Arduino su una serie di quaderni colorati sistemati ordinatamente, come reliquie, al centro della scena. C’è la vita inquieta di un adolescente estremo, radicale nelle scelte nelle azioni: l’attivismo ecologista, l’amore libero; Arduino era a una figura oppressiva, rabbiosa per paura della solitudine. Una melodia cresce, si prende lo spazio: i demoni di cui si nutrono queste poesie sono di Giovanni o di Arduino? Tutto fugge dalle mani, anche i temi, quando sembrano epocali, scivolano via tra un rap e uno spoken word. C’è in questo lavoro una sensibilità musicale potente e poco frequentata in teatro, si sentono gli echi dei Massimo Volume. Ma poi tutto cambia ancora: forse Arduino non è mai esistito, non basterà un detective con tanto di trench e cappello per fare luce su uno spettacolo che, tra ironia e menzogna, intrattiene interrogando un vuoto generazionale. (Andrea Pocosgnich)

Visto alla Pelanda, Romaeuropa Festival Ideazione e direzione di Giovanni Onorato con Giovanni Onorato e Mario Russo musiche di Mario Russo e Lorenzo Minozzi disegno luci Fabrizio Cicero costumi di Ileana Alesi e Chiara Corradini consulenza alla drammaturgia Claudio Larena e Giulia Scotti si ringrazia Daria Deflorian per il prezioso sguardo Crediti di Produzione vincitore della menzione speciale Premio “tuttoteatro.com” Dante Cappelletti finalista Biennale College e Premio Alberto Dubito prodotto da Index Muta Imago e Romaeuropa Festival residenza produttiva Carrozzerie n.o.t con il sostegno di Angelo Mai Occupato, Ex-Mercato di Torre Spaccata, Fienile Fluò, Settimo Cielo e Teatro Biblioteca Quarticciolo

Recensioni su Cordelia, ottobre 2023

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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