Questa recensione fa parte di Cordelia
Siamo nella spiaggetta della marina di Agropoli, in una delle numerose location in cui Cilentart, il festival diretto da Vittorio Stasi e Alfredo Balsamo, prende posto abitando luoghi suggestivi in relazione con la natura e le antiche architetture dei borghi cilentani. Prima dell’arrivo degli artisti di Vague c’è una sorta di trasformazione antropologica: mentre il tramonto si prende la scena, i bagnanti lasciano il posto alle spettatrici e agli spettatori; di fronte al luogo delimitato si forma una platea di teli e abiti casual. Come accade sempre in questi casi le platee dunque saranno almeno due, quella di chi ha scelto lo spettacolo premurandosi di scoprirlo nel programma del festival e quella di chi è lì per portare a termine la propria giornata di mare. Dei secondi è spesso interessante ammirare l’effetto inatteso della performance, la sorpresa negli occhi, i commenti divertiti. Qualcuno non curante dello spazio scenico lo attraverserà con passo anziano – e inevitabilmente teatrale – diventando suo malgrado fulcro momentaneo dell’opera artistica. Ma prima quello spazio era stato luogo di incontro di tre corpi (Lucia Brusadin, Andrea Cerrato, Piergiorgio Milano). Sembrano scavarsi la fossa, in realtà preparano le radici: i loro busti emergeranno dalla sabbia danzando, con le braccia al vento, sulla musica di violino live di Raffaele Rebaudengo; sembrano esseri vegetali, forse alghe. Eppure, dopo qualche minuto, l’acqua alle loro spalle rappresenterà l’attrattiva più potente, i tre, vestiti di tute dai colori cangianti in base all’illuminazione naturale, lasceranno le proprie radici per immergersi nel mare: esercizi quasi da nuoto sincronizzato e poi il colpo di teatro. Due dei performer spariscono alla nostra vista per interi e lunghissimi minuti, mentre Brusadin folleggia, con acrobazie circensi, su un trespolo a pelo d’acqua. La suspance per la difficoltà degli esercizi ma anche l’illusionismo di cui si ammantano fanno di questo lavoro un prezioso esempio di circo acquatico. Chi vorrà potrà leggerci una metafora: l’essere umano per rinascere dovrà prima perdersi nella natura. (Andrea Pocosgnich)
Visto ad Agropoli, Spiaggia della Marina, Cilentart Fest. Direzione e coreografia Piergiorgio Milano performer Lucia Brusadin, Andrea Cerrato, Piergiorgio Milano musica dal vivo Raffaele Rebaudengo costumi Jennifer Defays, Emanuele Borello, Carine Grimonpont produzione Marta Gallo – Gelsomina
Recensioni su Cordelia, agosto 2023