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TRACCE (di Marco Baliani)

Questa recensione fa parte di Cordelia

Ad Omignano, nel programma di Cilentart Fest, in un cortile che si fa radura ai piedi di Palazzo Gorga, abbiamo avuto la fortuna di ascoltare e vedere un maestro, Marco Baliani. Di fronte a noi solo un palchetto, al centro del quale una sedia: Baliani seduto per più di un’ora a tessere parole, a “nominare il mondo”, partendo dal concetto di stupore. Un piccolo spettacolo in cui biografia, storie, fiabe e riflessioni si intrecciano con una sapienza alimentata da decenni di mestiere. Ecco, quella parola: “maestro”, ingombrante, ma in grado di mostrare il radicamento dell’arte nelle fibre dei muscoli, nelle dita che ogni tanto si muovono con fibrillazione, nella naturalezza della postura e nell’energia che scorre nel corpo. Una vita a raccontare, fino a quando il corpo diventa esso stesso racconto. Che il corpo sia centrale anche nell’arte del racconto orale Baliani lo intuisce presto: durante le vacanze in famiglia sul lago maggiore, qui la nonna raccontava storie tremende, di paura e sgomento. Racconti in cui trovavano spazio cruenti particolari, come corpi smembrati che scendevano da un camino, lo stesso che la nonna aveva in casa, come d’altronde la cucina che veniva raccontata nella storia era quella in cui i bambini ascoltavano. Baliani sottolinea questa straordinaria capacità di far entrare la realtà nel racconto come di una tecnica di cui si nutrirà anche il proprio mestiere. Ma eravamo al corpo: quando nella storia si parla di una mano che appare nel camino ecco che la nonna con una mano impugna l’altra agitandola come fosse amputata, basta la penombra a fare il resto e a incutere paura. Quella donna, consapevole del proprio talento di narratrice, istintivamente aveva compreso il valore del corpo nel racconto – lo aveva capito prima di Dario Fo, scherza Baliani. Non c’è un testo scritto in questa prova, l’attore lavora senza rete, soffermandosi su preziose digressioni, per ritrovare poi i passi e le tracce di un canovaccio con il quale risalire il sentiero. (Andrea Pocosgnich)

Visto a Palazzo Gorgone, Omignano, Cilentart Fest. Dall’omonimo saggio di Ernst Bloch di e con Marco Baliani organizzazione e promozione Ilenia Carrone produzione Casa degli Alfieri

Recensioni su Cordelia, agosto 2023

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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