HomeMedia partnershipInternazionale, multidisciplinare, inclusivo e sostenibile. Operaestate 43

Internazionale, multidisciplinare, inclusivo e sostenibile. Operaestate 43

Operaestate, festival multidisciplinare diretto da Rosa Scapin con cuore a Bassano Del Grappa, inizia la sua 43° edizione oggi 5 luglio e si sviluppa per tutta l’estate con un programma ricchissimo tra musica, danza, teatro, circo, spettacoli per tutte le età e molti eventi collaterali. Contenuto creato in media partnership.

MM Company Ballade. foto Tiziano Ghidorsi

Operaestate Festival Veneto 43° edizione: da oggi e fino a tutto settembre, Bassano del Grappa sarà il centro nevralgico per più di 100 spettacoli ed eventi collaterali, in un percorso che intreccia danza, teatro, musica, lirica, circo contemporaneo e cinema. Facile e forse anche necessario perdersi tra gli eventi del ricco programma principale, nelle sezioni BMotion dedicate ai linguaggi del contemporaneo e agli artisti emergenti di teatro, danza e musica, lasciarsi trascinare al Minifest, la ricca compagine pensata per le giovani generazioni le rassegne di cinema all’aperto, e poi ancora sperimentare le passeggiate performative tra le malghe, i boschi, a piedi o in bici, frequentare le  diverse masterclass, gli incontri, i training, la formazione per insegnati, studenti e appassionati.

Le numerose Relazioni, non a caso titolo del focus del festival nella triennalità 2022-’24, evidenziano una vocazione internazionale, multidisciplinare, inclusiva e sostenibile a tutto tondo. Specifiche evidenti già nell’idea curatoriale della direttrice generale e artistica Rosa Scapin –  strutturata per tavoli di lavoro dove  i diversi curatori delle sezioni danza, musica contemporanea, lirica, teatro, circo lavorano specificatamente ma in sinergia tra loro – pensando a spettacoli e performance in grado di intrecciare diversi linguaggi e interessi dei vari pubblici, in una tensione volta a raccogliere diverse nazionalità – dal punto di vista della provenienza o dell’appartenenza degli artisti, delle produzioni o coproduzioni.

Olga Dukhvnaya. Foto Ufficio Stampa

Come racconta Michele Mele (da quest’anno alla programmazione e progetti danza, dopo la pregevole curatela di Roberto Casarotto, ancora presente nella progettazione europea): «l’obiettivo già evidente in questa edizione e ancora più concreto nel prossimo futuro è l’abolizione dei confini tra i generi, di lavorare sempre di più su una maggiore internazionalizzazione, anche grazie alla presenza di molti progetti europei, che quest’anno vede diversi focus da Belgio, Grecia e Germania, con collaborazioni e partecipazioni di artisti o partner nostrani e fondazioni prestigiose, in grado di connettere territorio locale, nazionale e internazionale».

Tra le prime produzioni di danza in programma, imperdibile il capolavoro del coreografo greco Christos Papadopoulos, Larsen C (25 luglio, con il sostegno della Onassis Foundation), e, in prima nazionale, Where have all the flowers gone (8 agosto), pregevole iniziativa voluta da Edvin Revazov, primo ballerino dell’hamburg Ballett e col supporto del direttore John Neumeier, per creare una compagnia nata per offrire ad eccellenti danzatori ucraini la possibilità di continuare a danzare insieme ai danzatori balletto tedesco.

Rezza Mastrella. Foto Annalisa Gonnella

Altri artisti di caratura internazionale sono sicuramente Rezza Mastrella, con la loro ultima creazione, Hybris (21 luglio), Romeo Castellucci (Il terzo Reich, 28 luglio) o la compagnia Berardi Casolari che presenta in prima nazionale una riscrittura del poema omerico con LidOdissea (29 luglio), nella programmazione teatrale del main program. Tra i debutti in BMotion, sempre per rimanere in area greca, citiamo Mos di Ioanna Paraskevopoulou, performance dove i danzatori creeranno una colonna sonora dal vivo per alcune scene tratte da film e video. Oltre a Una piccola opera lirica, riflessione di Leonardo Manzan sul confine tra spettacolo e arte visiva (24 agosto), segnaliamo lo stesso giorno anche la versione accessibile per persone cieche e sorde di Between me and P, performance di Filippo Ceredi in collaborazione con il collettivo A.Di.Quà.Artist, che curerà la versione in LIS e in audio descrizione mentre, nello spettacolo La vaga grazia di Eva Geatti, offrirà una mappa tattile che racconta lo spostamento dei performer sulla scena.

Il focus sulla drammaturgia tedesca  a cura di Monica Marotta (23-27 agosto, dentro BMotion Teatro) è un altro tra gli esempi in grado di portare alla luce la molteplicità di sensi che caratterizzano le azioni del festival: assieme alla casa editrice Marsilio e ai traduttori Anna Benussi e Angelo Callipo che hanno messo a disposizione  i propri archivi, sono stati individuati alcuni testi di Sasha Marianna Salzmann e Nino Haratischwili. Dei due autori, centrali nel panorama letterario e drammaturgico tedesco e testimoni di una pluralità di provenienze, presenteranno sotto forma di letture sceniche quattro testi inediti, affidati alle voci di tre attrici venete dalla caratura internazionale quali Leda Kreider, Federica Rosellini e Matilde Vigna.

Dalum Duo. Foto Ufficio Stampa

Tra le date dedicate alla musica, segnaliamo almeno le tante attività legate al jazz – da Bassano city of jazz (12 luglio) al Monte Grappa jazz festival su per le malghe (16 e 30 luglio)  Makaya McCraven in quartetto con In These Times (23 luglio), e poi ancora la grandezza del pianista Lubomyr Melnyk, ideatore della Musica Continua (17 luglio), Claudio Angeli, creatore della chitarra sarda preparata (3 agosto) o gli attesi Carmina Burana dell’Orchestra di Padova e del Veneto e Coro Lirico Veneto (4 agosto).

Di grande interesse è il Minifest, sezione tout public che forse solo formalmente è fatta di spettacoli che guardano alle giovani generazioni, ma che, racconta Mele, «dà voce ad alcune compagnie che presentano una produzione a tutto tondo», come Zaches Teatro e il loro Cappuccetto rosso nel bosco (15 luglio) o la XL Production di Maria Clara Villa Lobos, tra le realtà belga più interessanti nel settore (16 luglio); inoltre, il Minifest ha anche permesso il consolidamento della sezione legata al nuovo circo, con nomi quali Circo El Grito (dal 7 al 10 settembre), l’eclettico Umberto Jimeneaz Rios (dal 14 al 17 settembre) e altri che si esibiranno nel corso di tutto il festival.

«Un aspetto fondamentale – sostiene Mele – che evidenzia una qualità curatoriale non limitata esclusivamente alla ricerca del debutto a tutti i costi che vincola gli artisti e impedisce ai pubblici della provincia di poter assistere a spettacoli che hanno girato soltanto in alcune piazze, riguarda l’idea di repertorio, declinata su più fronti. Certamente, alcuni degli artisti che sono nel programma principale precedentemente erano stati programmati anche a BMotion, così offriamo la possibilità ai nostri pubblici di poter conoscere ampiamente più fasi creative di uno stesso artista, come per esempio è il caso di Collettivo Cinetico, che presenterà una nuova produzione e una passata. Alcuni spettacoli rielaborano il concetto di repertorio da un punto di vista tematico: è il caso di Fruit Tree di Lara Barsacq (17 agosto) celebra i balletti russi attraverso l’omaggio a Bronislava Nijinska o Swan Lake Solo  di Olga Dukhovnaya (18 agosto), che riflette sull’uso politico fatto dal regime russo della presenza in tv del Lago dei cigni».

Alessandro Sciarroni. Foto Andrea Macchia

«Vogliamo ragionare sui repertori degli artisti. Della coreografa Luna Cenere, che sta presentando un lavoro in biennale e uno alla NID Platform, abbiamo scelto di presentare un lavoro passato (Zoé 19 agosto) in quanto qui non era stato visto, anche questo  è un discorso sul territorio. Ma questo vale anche per diversi altri artisti, da Alessandro Sciarroni (5 e 6 settembre) a Salvo Lombardo (20 agosto). Bisogna essere consapevoli come tarare la propria azione in funzione di quella che è la mission del festival. Ad Ariadne Mikou, drammaturga greca che vive in Italia, abbiamo affidato questa riflessione che in alcuni incontri sviscererà l’idea di repertorio inteso come recupero del classico, come readymade, repertori dei singoli artisti, anche nel rispetto degli spazi in base alla natura degli spettacoli».

Emerge così un festival attento a una programmazione «declinata – come si legge nei materiali di presentazione – sui tre pilastri della sostenibilità ambientale, sociale ed economica», al punto da intraprendere il processo di certificazione sostenibile e realizzato con Ambiente e Salute, partner ufficiale di Legambiente. «Operaestate 43 – conclude Michele Mele –  è, sì, un contenitore ampio, ma che è in grado di tirare dentro delle istanze radicali, la cui compresenza viene vista, anche all’interno, come un valore; allora territorio e internazionalizzazione non sono due opposti inconciliabili ma diramazioni di un unico tronco; in questo felice connubio vertono i nostri sforzi a livello progettuale, comunicativo, promozionale». Allora ci si mette in relazione con diversi luoghi, diversi territori, si creano alleanze artistiche e convenzioni con ristoranti e alberghi per chi arriva da fuori; incontri con collettivi del posto e fondazioni europee, spettacoli che partono dalla musica e poi arrivano alla poesia, che dal cinema approdano alla danza, che dal teatro spaziano verso le arti visive. Alla luce di questo intreccio, non ci resta che recarci alla grande festa di luci, danze acrobate e trampolieri che attraverseranno la città per Le bal,  parata di inaugurazione di questa Operaestate.

Redazione

Visita il programma

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

Nell’architettura di vetro di Williams/Latella

Lo zoo di vetro di Tennessee Williams diretto da Antonio Latella per la produzione greca di di Technichoros e Teatro d’arte Technis. Visto al teatro...