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WORK.TXT (di Nathan Ellis)

Questa recensione fa parte di Cordelia, giugno 2023

Era da un po’ che non si vedevano spettacoli di teatro partecipativo, vera e propria moda per qualche stagione fino a 4,5 anni fa. Allestita nella versione italiana per la prima volta da Marche Teatro, l’idea del regista britannico Nathan Ellis parte da un presupposto simile a quello visto nella Conferenza degli assenti di Rimini Protokoll, non ci sono attori, gli spettatori devono dare voce alla drammaturgia. Le istruzioni, come fossero delle didascalie, appaiono sul fondale: i livelli di interazione sono due, uno più semplice e immediato, il pubblico dai propri posti deve leggere le battute che appaiono, oppure uno più rischioso nel quale viene chiesto a dei volontari di salire sul palco e leggere al microfono o ripetere quello che ascoltano grazie a delle cuffie. Ora, è chiaro che la croce e delizia del teatro partecipativo, lo abbiamo scritto altre volte, è in quella variabile umanissima rappresentata da chi vi partecipa. Uno degli spettatori darà il nome al protagonista, nella nostra serata si chiamava Filippo, la vicenda prende le mosse da un gesto di opposizione passiva di Filippo, il quale durante una giornata lavorativa, nel proprio ufficio, a un certo punto si sdraia in terra rimanendo in quella posizione per sempre. C’è qualcosa di Calvino e del suo Barone, ma soprattutto nel gesto c’è un rimando alla questione lavorativa che è tornata al centro del dibattito internazionale con la pandemia. Il testo è infatti la qualità migliore di uno spettacolo che risulta però teatralmente troppo esposto alla capacità del pubblico di organizzarsi. Al debutto ad esempio la voglia di partecipare era tale da risultare scomposta, con sovrapposizioni e rallentamenti; in questi casi il rischio “Corrida” è dietro l’angolo. Peccato, perché la drammaturgia nel finale ha mostrato ancora una volta qualità poetiche e ironiche, con il racconto di un tempo infinito trascorso dopo l’azione di Filippo, un tempo in cui viene scandito – sempre con la tecnica della didascalia proiettata sullo schermo – il passaggio di migliaia e milioni di anni; Filippo non si sarà mai rialzato e intanto l’universo avrà fatto a meno degli esseri umani.

Cortile di Villa Nappi, Inteatro Festival 2023. Scritto e diretto da Nathan Ellis prodotto da Eve Allin produttore originale Emily Davis direttore tecnico Harry Halliday musica e suoni di Tom Foskett-Barnes luci di Danny Vavrečka drammaturgia di Sam Ward e Ben Kulvichit aiuto drammaturgico di Grace Venning e Charlotte Fraser per la versione italiana produzione MARCHE TEATRO diretta da Velia Papa direttore tecnico Roberto Bivona tecnico audio video Federico Occhiodoro tecnici di compagnia Franco Mastropasqua/Francesco Mentonelli (adattamento luci) traduzione italiana Lara Virgulti tour manager Serena Martarelli direttore di produzione Marta Morico project manager Alessia Ercoli organizzazione Emanuele Belfiore, Alessandro Gaggiotti comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo promozione Benedetta Moricografica esecutiva Fabio Leone

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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