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ULTRA (di Nicola Galli)

Questa recensione fa parte di Cordelia, giugno 2023

Di Nicola Galli avevamo scritto parlando di quello spettacolo prezioso che era Il mondo altrove. Nel panorama della giovane danza contemporanea italiana (o del teatro fisico) Galli si contraddistingue per una ricerca improntata anche alla creazione artigianale (per il lavoro precedente si pensi alle maschere e agli oggetti, oltre che allo spazio scenico) che in questo nuovo Ultra si manifesta in un paesaggio total black. Una sorta di ghiaia nera ricopre il palcoscenico del Teatro della Luna, per lunghissimi minuti l’unica azione è rappresentata dall’accendersi e spegnersi di alcune luci emananti da alcuni parallelepipedi bianchi, piccoli totem lucidi. Poi lentamente quelli che sembravano due dossi di un paesaggio montuoso in miniatura cominciano a muoversi: sono umani? Lo sono ancora? Sentiamo respiri affannati, come se provenissero da uno scafandro sott’acqua.
Sono i due abitanti di un mondo nuovo e senza speranza, strisciano, combinano le proprie figure diventando altro; prima di raggiungere una posizione eretta possono sembrare due vermi. In questo caso Galli (in scena insieme a Massimo Monticelli) non utilizza la maschera ma non rinuncia a negare l’esposizione dei volti al pubblico. I due si muovono, lentamente, ripetendo gesti e posizioni, dentro a dei costumi neri che sembrano spesse tute aliene, con un copricapo da cui discendono lunghe treccine nere. Nonostante una certa fatica nella parte centrale, il lavoro d’altronde non concede snodi narrativi e la coreografia non sempre sorprende o suggestiona, vi è una una forza visiva e installativa notevole. Ultra interroga lo spettatore proprio attraverso l’assenza di parole e segni con cui spiegare e fare chiarezza. La visione di Galli – al di là del pessimismo – è spietata e misteriosa. L’artista emiliano è il creatore di un teatro di enigmi e in questo caso non ci sentiamo spettatori di fronte a una distopia fantascientifica: quel magma nero è il nostro futuro, quegli esseri ultra-umani che si muovono come vermi sotto terra siamo noi, se continueremo a non prenderci cura di ciò che ci circonda. (Andrea Pocosgnich)

Teatro della luna, Inteatro Festival 2023. Concept, regia e coreografia Nicola Galli danza e creazione Nicola Galli, Massimo Monticelli allestimento e luci Margherita Dotta, Nicola Galli dramaturg Giulia Melandri odore di scena Aquaflor Firenze produzione TIR Danza co-produzione Marche Teatro / Inteatro Festival, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia con il sostegno di CCN Ballet de Lorraine, ATER Fondazione, Network Grand Luxe residenze artistiche CCN Ballet de Lorraine accueil studio 22/23, ICK Amsterdam, residenze Inteatro, Grand Studio Bruxelles, ICK Amsterdam, Centro Culturale S. Chiara in collaborazione con Rete Almagià

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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