Sono aperte le iscrizioni per il laboratorio EKPHRASIS o della caduta condotto dalla coreografa Paola Bianchi che si terrà dal 18 al 24 settembre 2023 a Tuscania (VT) nell’ambito di Teatri di Vetro 17^ edizione_Trasmissioni. La scadenza per invio delle candidature è il 31 agosto 2023.
TRASMISSIONI
18-24 settembre 2023, Tuscania (VT)
Sono aperte le iscrizioni per il laboratorio EKPHRASIS o della caduta condotto dalla coreografa Paola Bianchi che si terrà dal 18 al 24 settembre 2023 a Tuscania (VT) nell’ambito di Teatri di Vetro 17^ edizione_Trasmissioni. Dal laboratorio verranno scelte alcune danzatrici per nuova la produzione.
Rivolto a danzatrici (preferibilmente under 40)
Chi fosse interessata è pregata inviare una mail a promozione@triangoloscalenoteatro.it corredata dai seguenti materiali:
– CV comprensivo di data di nascita e domicilio
– 2 foto di scena
– link a breve video (max 10 minuti)
– lettera motivazionale
La scadenza per invio delle candidature è il 31 agosto 2023.
Il laboratorio è gratuito, i posti sono limitati.
Si prevedono aperture pubbliche il 23 e il 24 settembre
A carico delle danzatrici selezionate vitto e alloggio in case a prezzi convenzionati o nelle numerose strutture ricettive di Tuscania.
È indispensabile portare con sé un piccolo dispositivo per ascoltare suoni (es. smartphone) munito di auricolari, possibilmente bluetooth.
Per maggiori info e invio materiali / promozione@triangoloscalenoteatro.it / cell +39 339 2824889
https://teatridivetro.it/news/ekphrasis-o-della-caduta/
Paola Bianchi
EKPHRASIS o della caduta
Laboratorio rivolto a danzatrici (preferibilmente under 40)
Live music Stefano Murgia
Cosa genera la descrizione verbale di una postura nel corpo di chi la incarna? Come può una postura (statica per definizione) generare una danza? E come può quella danza diventare coreografia? Quali sono i punti in cui le forze interne al corpo si appoggiano, le pieghe in cui nasce il movimento, ogni movimento? Domande atte a mettere in crisi le certezze del corpo in azione, a eliminare le sue abitudini, le sue sicurezze. Un corpo presente in ogni istante, svincolato da canoni imitativi, un corpo in azione senza modelli prestabiliti da seguire, un corpo unico nel suo essere nella scena.
EKPHRASIS o della caduta si avvale del metodo di trasmissione della danza ELP che si basa sull’eliminazione del corpo della coreografa come modello da seguire e imitare. Eliminare il proprio corpo significa sottrarsi all’imitazione ridicola del movimento, significa opporsi alla gerarchia di potere, un potere che schiaccia e annienta. Cercare la forza vitale, l’energia dirompente è allora il fine del laboratorio, un’energia sempre in bilico verso una caduta rovinosa.
Nel 2019 ho sperimentato il metodo di trasmissione ELP – un passaggio di archivi di posture da voce a corpo – con dieci giovani danzatrici e danzatori (under 28 anni): Barbara Carulli, Camilla Soave, Chiara Andreoni, Elena Salierno, Elisa Quadrana, Francesca Bertolini, Lorenzo De Simone, Martina Delprete, Paola Fontana, Sara Capanna. Dal confronto con i loro corpi è nato EKPHRASIS, una struttura coreografica individuale e collettiva che si è sviluppata tra consonanze e dissonanze concentrandosi sul senso del movimento. Nel 2019 EKPHRASIS è stato in residenza a L’Arboreto di Mondaino, ad Armunia e alla Lavanderia a Vapore, ed è stato presentato in forma di studio a L’Alboreto (luglio 2019) e al Festival Teatri di Vetro di Roma (dicembre 2019). Sostenuto dal Network ResiDance XL, grazie al quale ci sarebbero stati altri periodi di residenza, EKPHRASIS avrebbe dovuto debuttare a Santarcangelo Festival e al Festival Inequilibrio nell’estate 2020; quello però fu l’anno funesto della pandemia. Così, quella vitalità giovanile, quell’energia dirompente, quella voglia di essere nella scena è stata soffocata e stroncata prima della sua fioritura. Riprendere questo lavoro dopo più di tre anni significa ricominciare da capo – molto è cambiato dal 2019 e molto sono cambiata io, il mio lavoro è proseguito, gli archivi sono aumentati, l’album si è arricchito di immagini, parole, suoni, esperienze di corpi. Significa individuare nuovi corpi e quei corpi, ho capito, saranno solo di danzatrici, cinque danzatrici. Significa soprattutto ripensare al senso di questo lavoro oggi. Quell’energia fresca dei vent’anni che allora portava con sé tutta la forza di un futuro possibile è ancora immaginabile? O tutto ciò che ci circonda, tutto ciò che viviamo (dalla crisi climatica all’incertezza nel domani, alle guerre sempre più vicine) hanno schiacciato quell’energia, quella forza dirompente? Penso alla caduta, alla costanza nel rialzarsi ogni volta (sempre?) e all’ennesima ricaduta. Caduta: moto accidentale dall’alto verso il basso / distacco e perdita / capitolazione. Penso alla vitalità, ma anche a una forza che schiaccia, che opprime quella vitalità. Penso ai vent’anni, ai miei, quando nel pensiero, nell’immaginazione tutto era possibile. Penso ai loro vent’anni, alle loro parole che non sempre vedono oltre le prossime 24 ore. Penso a quella forza di rialzarsi, al desiderio di andare avanti, all’istinto di sopravvivenza, alla bellezza dello stare qui nonostante tutte le difficoltà.
Paola Bianchi
Paola Bianchi, coreografa e danzatrice, è attiva sulla scena della danza contemporanea a partire dalla fine degli anni ottanta. Con i suoi spettacoli partecipa a festival nazionali e internazionali. Attenta alla teorizzazione delle pratiche corporee nel 2014 scrive “Corpo Politico. Distopia del gesto, utopia del movimento”, volume curato da Silvia Bottiroli e Silvia Parlagreco per Editoria&Spettacolo.
Nel 2020 vince il Premio Rete critica 9 e ¾ con il progetto ELP. Nello stesso anno Teatro Akropolis realizza “La parte maledetta. Viaggio ai confini del teatro. Paola Bianchi”, progetto cinematografico che restituisce in forma di intervista il percorso artistico della coreografa.