Questa recensione fa parte di Cordelia, giugno 2023
C’è una figura nascosta da un piumone, cammina, raggiunge un microfono: «è così che dovrebbe cominciare uno spettacolo sulla depressione? Chiedo perché non l’ho mai fatto.» La voce di Caterina Marino è piccola e gentile, ma non nasconde la coloritura suggestiva. D’altronde, come si fa uno spettacolo sulla depressione? La depressione di chi, poi? L’abbrivio di questo lavoro visto al Teatro dei Rozzi come primo finalista di In-box dal Vivo 2023 (dopo un passaggio anche ai debutti del Premio Scenario 2021) rischia di far pensare allo spettacolo a tema, generica idea teatrale su un tema importantissimo. Ma qui c’è il corpo di Caterino Marino, piegato su se stesso, seduto, nascosto, immobile in terra. C’è la scrittura, quella di parola (che in alcune occasioni subito riporta a Lucia Calamaro) e quella scenica che spiazzano e riescono a tornare sul particolare, di quella vita che sta di fronte a noi e a un certo punto ci chiede se abbiamo qualcosa da darle da mangiare – qualcuno risponde offrendo una di quelle bustine di frutta secca. Siamo allo stato zero della rappresentazione, certo nulla di nuovo, senza spettacolarizzazione e senza quarta parete, ma con una capacità di porre in relazione una verità intima con il pubblico. E poi c’è un movimento, dall’intimità di questo personaggio minuto all’esterno di un mondo che cambia e si autodistrugge. E allora si capisce che questa opera è qualcosa di più di uno spettacolo sulla depressione: è anche un piccolo manifesto generazionale. «credo di avere 83,84 anni, ma per l’anagrafe 30, posso ancora partecipare ai bandi». C’è qualcosa di felicemente improduttivo in questo lavoro, una stasi che va oltre il semplice gioco del teatro nel teatro. Colpisce la gentilezza, il modo con il quale l’altra figura silente (Lorenzo Bruno) si prende cura della protagonista. E nonostante l’aggregazione eterogenea dei materiali, e una sintassi né levigata né in cerca di effetti speciali, emerge lentamente un’inquietudine che tutti abbiamo conosciuto. Poi la stasi a un certo punto si rompe e la fragilità di questa giovane donna deve scontrarsi con le richieste di una madre, con le richieste del mondo. E non rimane che gridare, gridare forte. (Andrea Pocosgnich)
Visto al Teatro dei Rozzi per In-Box dal vivo 2023. Crediti: Regia: Caterina Marino ; Drammaturgia: Caterina Marino; Attori: Caterina Marino e Lorenzo Bruno
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