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L’APERTO (di Lucia Guarino)

Questa recensione fa parte di Cordelia, giugno 2023

Tra la flora disordinata e selvatica di Villa Mercede, di fronte la Biblioteca Tullio De Mauro, un corpo esile e illuminato dalla luce a neon del lampione incede lentamente; agli angoli, alti alberi fungono da quinte. Nel buio, con la testa china, la danzatrice e performer Lucia Guarino, in questo suo L’aperto perlustra l’ambiente procedendo a piccoli, minimali e graduali passi, a ricordare la poetica della Nexus Factory di Simona Bertozzi della quale Guarino è artista associata. Prendendo le misure e circoscrivendo lo spazio attorno a sé, tiene in mano quella che, a primo acchito, risulta essere un’asta/bastone, funzionale proprio a quell’operazione di avanscoperta. De Il versante animale di Jean-Christophe Bailly, testo da cui l’autrice trae ispirazione, rintracciamo l’attitudine al non addomesticamento, alla coabitazione di un habitat attraverso l’imprevedibilità della relazione tra le specie. L’asta allora diventa un pannello steso e poggiato dalla danzatrice al centro della “scena”, come un visore, la cui rifrangenza metallica segna un’ulteriore simbiosi coi metalli nativi che si trovano in natura. La musica, è una dimensione sonora che affina percettivamente i sensi della vista e dell’udito, non è invadente ma contigua al movimento e allo stare del pubblico astante, seduto a terra e sulle panchine. Il corpo umano, dopo la quasi immobilità iniziale, si espande in una gestualità fluida e direzionale a tracciare diagonali, costruita su una frontalità variabile, che si allarga tra le piante, i cespugli, gli alberi, respirando del respiro dell’ambiente circostante. (Lucia Medri)

Visto alla Festa della Danza. Crediti: di e con Lucia Guarino

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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