Questa recensione fa parte di Cordelia, giugno 2023
Alla sua terza esperienza di regia con il Giardino dei ciliegi, Roberto Bacci incontra gli allievi dell’accademia del Teatro della Toscana. L’esito è un lungo tableau vivant allestito su un lago di petali bianchi. Una fisarmonica, allegra e malinconica insieme, raccoglie e guida gli spettatori del Teatro della Pergola verso il Saloncino Paolo Poli, per poi scandire tutta la vicenda. I personaggi riempiono il palcoscenico omogeneamente, in un gioco di primi piani alternati, mentre il fruscio della carta accompagna ogni loro passo. L’adattamento drammaturgico di Stefano Geraci condensa il testo in un atto unico intermezzato a più riprese da canti della tradizione russa, ucraina e georgiana. Il cast risalta per freschezza ed energia; non c’è differenza anagrafica tra i ruoli e questa omogeneità produce l’effetto di traslocare nel presente i nodi checoviani, pur così strettamente legati alla Russia di inizio secolo. Così questo vaudeville si consuma leggero sulle gambe di un gruppo variegato di trentenni che si congeda da un mondo in rovina, quello contemporaneo. Generazione di mezzo, che ha ereditato il concetto di possibilità, ma è cresciuta vedendolo assottigliarsi, inventando sopravvivenze e illusioni di felicità. Il goffo incedere di Epichodov che perde ripetutamente fiori dal suo bouquet finché a cadergli inavvertitamente è una pistola, nero presagio sul letto bianchissimo della scena; la vaghezza di Ljuba, anestetizzata dal dolore e rossa di passione; la concretezza di Lopachin che ha sposato il sistema; le speranze di Trofimov e l’austera operosità di Varja: sono tutti possibili ritratti, senza forzature attualizzanti, di una generazione che oggi vede le certezze del mondo sgretolarsi, un sistema economico che mostra sempre più i suoi limiti, una crisi climatica incombente e la guerra così anacronistica e sempre più vicina. Non a caso Firs chiude lo spettacolo pronunciando le battute finali in lingua originale: quel non aver vissuto risuona di nuova amarezza su labbra giovani. (Sabrina Fasanella)
Visto al Teatro della Pergola. Di Anton Čechov con Maddalena Amorini, Davide Arena, Maria Casamonti, Davide Diamanti, Ghennadi Gidari, Annalisa Limardi, Alberto Macherelli Bianchini, Claudia Ludovica Marino, Luca Pedron, Marco Santi, Nadia Saragoni, Sebastiano Spada, Emanuele Taddei. Regia e scene Roberto Bacci. Adattamento drammaturgico Stefano Geraci. Costumi Elena Bianchini. Luci Samuele Batistoni. Maestra di canto Francesca Della Monica. Maestro prestigiatore Sergio Bustric. Assistente alla regia Sofia Menci. Sarta realizzatrice Valentina Gualandri. Costumi realizzati dal Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola. Produzione Teatro della Toscana
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