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MONDO (di Gennaro Lauro)

Questa recensione fa parte di Cordelia, maggio 2023

Santa Eulalia dei Catalani è una chiesa sconsacrata in piena Vucciria; attualmente, il monumento è una delle sedi dell’Istituto Cervantes. Qui abbiamo assistito a Mondo, di e con Gennaro Lauro, co-prodotto da Sosta Palmizi, in occasione dell’anteprima della tredicesima edizione del Queer Film Fest; la performance è stata posta in dialogo con le opere della personale dell’artista Pepe Espaliú. “Mondo” osserva Lauro, è al contempo il nome della Terra, quello di un gioco infantile, ma è anche l’opposto di immondo. Il lavoro di scrittura ha comportato dunque una ricerca sull’essenzialità di ogni singolo movimento, mondato fino al perseguimento di una forma essenziale. La performance è un complesso di gesti minimi, organizzati in partiture sintetiche, sulle quali spesso prevale la stasi, il vuoto, il silenzio tra differenti brani musicali. In questa successione di frammenti, Lauro sottopone il proprio fisico a continue chiusure e distensioni, ora imprigionandosi come un pugno nel confine della propria spina dorsale, ora stirandosi come un elastico nell’ambiente. È un grumo energetico, una concrezione spaziale innervata da spasmi, pause e cadute. In questo ritmo continuo, che solca la terra e l’aria, il volto del performer, animato da un’ironica sequela di espressioni facciali, sembra cercare nell’osservatore una conferma, agognata come fosse fonte di sopravvivenza ma, al contempo, pare che se ne prenda gioco. D’altronde, Mondo intende problematizzare la “smania di compimento” propria dell’individuo contemporaneo, alla continua ricerca «di una narrazione accurata e definitiva» di sè. Ma tali narrazioni sono negate, e così la possibilità di inserirsi nelle rassicuranti categorie e definizioni che Lauro a un certo punto urla alla platea. Il lavoro, nel quale sembrano rinvenibili echi di certo concettualismo, è agito con duttilità dal performer. Forse pecca di un eccesso di solipsismo, dal quale non sempre il discorso coreutico riesce a levarsi in quella universalità ricercata fin dal titolo (Tiziana Bonsignore).

Visto al Queer Film Fest, Istituto Cervantes. Crediti: idea e creazione Gennaro Lauro luci Gaetano Corriere produzione Lauro/ Cie Meta coproduzione Associazione Sosta Palmizi partners KommTanz/Abbondanza Bertoni 2019, FabbricAltra – Schio accolto e sostenuto da Ménagerie de Verre – Paris, L’Échangeur CDCN Hauts-de-France, CND – Pantin, Tanz Comany Gervasi (Wien), CENTQUATRE-Paris, RAMDAM un centre d’art (Francia). Foto di Dario Bonazza

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