Questa recensione fa parte di Cordelia, maggio 2023
Inizia lo spettacolo: cala dall’alto una duplice cortina, sulla quale si proiettano un volto maschile e il disegno di un cervello. Collage di gusto surrealista, come d’altronde surreale, nel senso letterale del termine, è la vicenda che si sta per svolgere. Una compagnia di due uomini (uno stentoreo Nando Paone, e un giovane vilipeso, Claudio Zappalà) e due donne (una prima attrice, Stefania Blandeburgo, e una “promessa del sogno contemporaneo”, Angela Bertamino) discute sul da farsi. Sembra che stiano per allestire uno spettacolo, ma ciò che stanno per rappresentare è in realtà un sogno. Proprio così: il gruppo è direttamente collegato al riposo di un misterioso committente il quale, quando si addormenta, deve essere intrattenuto con finzioni oniriche. È tutto un discorso metateatrale, quello escogitato da Roberto Alajmo e diretto da Antonio Pugliese: ma pure in questa dimensione onirica in cui il teatro viene trasfigurato, non vengono meno problemi organizzativi, discussioni neghittose, penuria di fondi. Con questi la compagnia del sonno deve pure confrontarsi, nella speranza dell’arrivo di Scalogno (Gigio Morra, dinoccolato e divertente), “capo-sogno” di lungo corso. Ma il suo intervento, ormai troppo disincantato per poter sortire un aiuto effettivo, risulta inutile, vano come una vana parvenza. La compagnia del sonno è una commediola brillante e malinconica, acuta nelle trovate drammaturgiche e tersa nella resa formale. La scena, di Andrea Taddei, è un grande camerone con scaffali e letti, da primo Novecento, animato soltanto dai coloratissimi oggetti di scena, assemblati dagli attori sul palco, per allestire sogni. Allo stesso modo i costumi di Dora Argento si animano quando diventano abiti di scena, tanto sgargianti quanto posticci. La macchina dei sogni è tutto un inganno, immerso dalle musiche di Nicola Piovani; impietoso esso si disvela agli occhi del pubblico. Il “centro di produzione sogni” offre un intrattenimento misurato ed elegante, ben sostenuto, nel complesso, dalle interpretazioni. (Tiziana Bonsignore)
Visto al Teatro Biondo. Crediti: di Roberto Alajmo, regia Armando Pugliese, con Nando Paone, Gigio Morra, Stefania Blandeburgo, Angela Bertamino, Claudio Zappalà, scene Andrea Taddei, costumi Dora Argento, musiche Nicola Piovani, aiuto regia Giacomo De Cataldo, produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo. Fotografo Ivan Nocera
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