Questa recensione fa parte di Cordelia, marzo 2023
Nel 2012 Alessandro Sciarroni aveva avviato la trilogia Will You Still Love Me Tomorrow? con Folk-s: sei performer eseguivano un pattern di danza tradizionale Schuhplattler in un loop interrotto solo dal desistere degli interpreti o degli spettatori. In un lavoro su «resistenza, sforzo e concentrazione» completato dai successivi Untitled_ (2013) e Aurora (2015), si ragionava sulla possibilità del corpo di contenere l’essenza di una pratica, da ravvivare nella pura esecuzione, nel rispetto di regole di convivenza tra azione, relazione, sguardo. E, in definitiva, gioco. Proprio qui è il nuovo senso della creazione The Collection, in cui il pattern è eseguito da dieci interpreti del Ballet de l’Opéra de Lyon. Se Folk-s proponeva nella sua semplicità un’esperienza percettiva eccezionale per performer e spettatori e faceva della durata estenuante la regola principale, qui i corpi sono formati a una precisa pratica scenica. Investiti dal gioco della ripetizione e della resistenza, sono in grado di controllare – non senza un visibile, commovente, divertente e divertito sforzo – una concentrazione sopraffina, che apre a una composizione coreografica complessa. Partitura e trama musicale sono costellate di appuntamenti chiari: cesure e asole lasciano al corpo di ballo l’opportunità di proporre e direzionare sfide, cambi di ritmo e registro. Il risultato è una relazione di gesti e sguardi che costruisce un vero campo magnetico, che incatena l’attenzione a una giostra scenica che abbraccia l’intera platea.
Al termine dell’ora e mezza di spettacolo (certe repliche di Folk-s avevano raggiunto le 4 ore di durata), il commento di una spettatrice è: «Peccato che i danzatori hanno poca libertà di esprimersi». No, signora, è proprio il contrario. Difficilmente si trovano esperimenti che con maggior chiarezza comunichino l’essenza dello stare sul palco. Qui e ora. Fino a quando dipende solo da noi. (Sergio Lo Gatto)
Visto all’Auditorium Parco della Musica di Roma per Equilibrio 2023. Crediti: Coreografia Alessandro Sciarroni; Musica Pablo Esbert Lilienfeld; Luci Rocco Giansante; Costumi Ettore Lombardi; con danzatrici e danzatori del Ballet de l’Opéra de Lyon.