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L’ARTE DELLA COMMEDIA (regia Fausto Russo Alesi)

Questa recensione fa parte di Cordelia, marzo 2023

Foto Anna Camerlingo

“Qui Pirandello non c’entra niente”, asserisce il capocomico Oreste Campese (Fausto Russo Alesi) guardando dritto in faccia il Prefetto De Caro (Alex Cendron), che ha confuso la realtà per una messa in scena da Sei personaggi in cerca d’autore. Eppure L’arte della Commedia, col suo espediente dei molteplici e confusi piani della realtà, è considerato uno tra i testi più pirandelliani di Eduardo. Ma dello psicologismo da Primo Novecento del drammaturgo di Agrigento non resta che la maschera: tolta quella, c’è il realismo dell’umanità del napoletano. Campese e la sua compagnia hanno appena perso il capannone in cui si esibivano in seguito a un incendio; l’accaduto non ha suscitato le preoccupazioni delle autorità che vengono sollecitate a chiedersi quale effettivamente sia il ruolo del teatro nel nostro paese (in un chiaro richiamo alla storia personale di Eduardo). Fausto Russo Alesi mette da parte l’asfissia ambigua democristiana usata da Eduardo, e opta per elementi minimali (di Marco Rossi) che evocano enormi spazi freddi e vuoti di chiara matrice fascista. Le didascalie vengono lette da un uomo (Michele Schiano di Cola) messo sempre ai limiti fisici della finzione, in disparte tra ribalta e scenografie. Come è dichiarato dallo stesso Campese (più eccentrico di quello originale, che era mosso da una più sottile tensione), la realtà diventa finzione solo se la si percepisce così, e la vita tutta scorre nell’ufficio del Prefetto: le persone, per il gioco del dubbio, diventano tipi ma la loro disperazione, la loro ricerca di dignità è quotidiana. Gli accorati monologhi (brillante , il medico, che dimostra ancora di avere in gola e nel corpo la violenza della tragedia), che sono la cifra dell’arte dell’attore e quindi della finzione, si sviluppano, in uno spazio che si definisce reale, in quadri separati delimitati dalle luci e dagli occhi di chi si pone in disparte e osserva. La vivida maestria restituisce respiro al manifesto di un teatro che non dimentica la vita. (Valentina V. Mancini)

Visto a Teatro San Ferdinando; Crediti: Di Eduardo De Filippo; Adattamento e regia Fausto Russo Alesi; Con Fausto Russo Alesi, David Meden, Sem Bonventre, Alex Cendron, Paolo Zuccari, Filippo Luna, Gennaro De Sia, Imma Villa, Demian Troiano Hackman, Michele Schiano di Cola; Scene Marco Rossi; Costumi Gianluca Sbicca; Musiche Giovanni Vitaletti; Luci Max Mugnai; Foto di scena Anna Camerlingo; Produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro della Toscana – Teatro Nazionale, Elledieffe

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