Questa recensione fa parte di Cordelia, febbraio 2023
Calimba di Luna si rivolge a voi, includendo nella categoria pronominale un pubblico di followers, ignoti fruitori di esternazioni intime su argomenti per cui non importa un’idea ben precisa, ma solo che siano condivisi. Questo concetto, la condivisione, è il nodo attorno a cui si stringe il “dramma della solitudine” celato nella sua vita da reclusa, costretta dalla propria stessa nevrosi tra le pareti malridotte in cui accumula oggetti e fallimenti. Condivisione è termine oggi contrastante: da un lato mantiene il significato di “dividere con”, ossia determinare una relazione cosciente, mentre nel mondo intriso di virtualità la condivisione di contenuti, in antitesi, ignora completamente l’accoglienza. C’è tanto pubblico al Centrale Preneste Teatro per un appuntamento non certo mainstream ma che – ne va dato atto alla giovane autrice e attrice di questo Vivere!, Anna Piscopo – manifesta una coriacea tempra nel voler dare voce al proprio teatro, cercando di combattere il rischio dell’oblio. Sul palco avvolto di luce rosa e nero non c’è molto: un trolley tiene su la postazione social, un telefono non scompare mai come unico contatto (reale o immaginato) con l’esterno, carta straccia di giornali ricopre una sedia e tutta la sua vita. Eppure c’è voglia di urlare un dolore che ne fa sentire, comunque, la voce. Anna Piscopo ha talento e se ne vedranno i frutti, per ora traccia il disagio sguaiato di Calimba ma, non aiutata dalla regia poco equilibrata di Lamberto Carrozzi, resta sulla superficie e manca di grazia per esprimere una visione di profondità e al contempo metterla in dubbio, manca di lucidità nel decidere cosa mettere sotto analisi, non portando mai a fondo quella cupezza che si avverte, lasciando fuori quel che le darebbe concretezza: il corpo prorompente e deciso di performer, la cui coscienza è ancora debole. (Simone Nebbia)
Visto a Centrale Preneste Teatro, Roma. Crediti: di e con Anna Piscopo; regia Lamberto Carrozzi; produzione BAM Teatro e Nutrimenti Terrestri
Leggi altre recensioni su Cordelia, febbraio 2023