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UNO SPETTACOLO DI FANTASCIENZA (di Liv Ferracchiati)

Questa recensione fa parte di Cordelia, febbraio 2023

Foto Giulia Di Vitantonio

Il doppio vincolo, secondo l’antropologo Gregory Bateson, è la condizione generata dall’incongruenza tra due livelli di un discorso, tale da non consentire, a chi lo riceve, di evadere dallo schema stabilito dal messaggio. Di svincolarsi, appunto. Questa trappola comunicativa (che, per inciso, Bateson pone all’origine della schizofrenia) Liv Ferracchiati la maneggia, già da anni, con maestria. Uno spettacolo di fantascienza. Quante ne sanno i trichechi non fa eccezione. Petra Valentini, Andrea Cosentino e Ferracchiati sono i vertici di un triangolo, drammatico prima (abiti in palette sabbiosa e vocalità enfatiche), post-drammatico poi (jeans e giacche nere, asincrone coordinate di spazio). I tre sono alle prese con la fine del mondo, su una rompighiaccio destinazione Polo Sud (l’idea proviene da Cechov, che però puntava al Polo Nord), con la stiva piena di trichechi da salvare. Ma si tratta anche di una favola apocalittica, che Valentini sussurra al bambino che aspetta, carezzandosi il pancione posticcio. Perché, malgrado si tenti tanto, all’interno borghese non si sfugge: Ferracchiati e Valentini sono anche una coppia che si destreggia nella quotidianità e Cosentino l’Humphrey Bogart (abruzzese) che vagamente li turberà. Ferracchiati, come il suo personaggio, «si interessa a cose che non esistono» o che, per lo meno, sembrano poco tangibili: il sentimento della finitudine, le ripetizioni che scandiscono i pensieri, quello che rimane dell’identità se si elidono, una a una, tutte le convenzioni usate per rappresentarsi, e per dare ordine all’esistenza. La pièce è il terreno di gioco e il simbolo di questa interrogazione, l’oggetto che tenta di esistere al di fuori dei codici che lo regolano, delle falsificazioni che squaderna, e che invece, fatalmente, vi ricade. Il pubblico partecipa di questo spaesamento in forma di spirale, gli attori sostengono – con una leggerezza che è, come spesso in Ferracchiati, conforto – i ritmi crescenti della decostruzione. Rimangono i detriti artificiali di una jonglerie che tenta di nominare, di aggirare, di fare da parapetto a una vertigine. (Ilaria Rossini)

Prossime date in calendario tournée
dal 9 al 12 febbraio 2023 Prato Teatro Fabbricone
dal 21 marzo al 2 aprile 2023 Napoli Piccolo Bellini
4 aprile 2023 Roccabianca (Parma) Teatro Arena del Sole
5 aprile 2023 Reggello (Firenze) Teatro Excelsior
dal 11 al 16 aprile 2023 Torino Teatro Gobetti
dal 18 al 23 aprile 2023 Roma Teatro India

Visto al Teatro Comunale Manini,– Narni Città Teatro 22. Debutto all’interno di InTeatro Festival 2022, Polverigi. Crediti: testo e regia Liv Ferracchiati; con Andrea Cosentino, Liv Ferracchiati, Petra Valentini; aiuto regia Anna Zanetti; dramaturg di scena Giulio Sonno; scene e costumi Lucia Menegazzo; disegno luci Lucio Diana; suono Giacomo Agnifili; lettore collaboratore Emilia Soldati; realizzazione costumi in collaborazione con  Sartoria Teatro delle Muse; direttore di produzione Marta Morico; distribuzione Alessandro Gaggiotti; organizzazione Emanuele Belfiore; direzione tecnica allestimento Mauro Marasà coordinamento area palcoscenico e allestimenti Roberto Bivona datore luci Michele Stura; responsabile comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo; promozione Benedetta Morico; comunicazione e grafica Lara Virgulti, Fabio Leone; foto di scena Luca Del Pia; produzione Marche Teatro, CSS Teatro Stabile d’Innovazione del FVG, Teatro Metastasio di Prato

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Ilaria Rossini
Ilaria Rossini
Ilaria Rossini ha studiato ‘Letteratura italiana e linguistica’ all’Università degli Studi di Perugia e conseguito il titolo di dottore di ricerca in ‘Comunicazione della letteratura e della tradizione culturale italiana nel mondo’ all’Università per Stranieri di Perugia, con una tesi dedicata alla ricezione di Boccaccio nel Rinascimento francese. È giornalista pubblicista e scrive sulle pagine del Messaggero, occupandosi soprattutto di teatro e di musica classica. Lavora come ufficio stampa e nell’organizzazione di eventi culturali, cura una rubrica di recensioni letterarie sul magazine Umbria Noise e suoi testi sono apparsi in pubblicazioni scientifiche e non. Dal gennaio 2017 scrive sulle pagine di Teatro e Critica.

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