HomeCordelia - le RecensioniLA MACCHIA (di Fabio Pisano)

LA MACCHIA (di Fabio Pisano)

Questa recensione fa parte di Cordelia, febbraio 2023

Foto Salvatore Pastore

Due coniugi (Francesca Borriero ed Emanuele Valenti) conducono una vita fatta di piccole regole segrete e di monotonia. Di loro non sappiamo nulla, se non che Lui lavora alla dogana, e che forse hanno un figlio. Della vita insieme, scandita da un lapidario botta e risposta, non ci sono che pochi elementi relativi alla loro solitudine: la luce di un televisore che illumina e isola il volto di Lui, qualche sedia che li tenga separati nelle loro posizioni, e un tavolo che serve a Lei per preparare i pasti. Un giorno si presenta alla loro porta un giovane (Michelangelo Dalisi) inquilino del piano di sotto che ha un problema di infiltrazione d’acqua. Il ragazzo interrompe il circuito chiuso della coppia e si ritrova a diventarne meccanismo. Ciò che divide marito e moglie, la totale mancanza di ascolto dell’altro, diventa la modalità di interagire con un estraneo: in questo modo, i due si fanno complici, in un sottile gioco di sopraffazione. Quel tavolo, così laterale sulla scena, allora si fa trincea e divide gli spazi con squilibrio relegando il giovane in un perimetro troppo angusto da cui di rado e con fatica riesce a uscire. La scelta deliberata di una scrittura circolare e ripetitiva, in maniera autoritaria incita l’automatismo innaturale del gesto e della parola sclerotizzando fino al parossismo i tre personaggi, ma non riuscendo a instillare quel leggero velo di angoscia che forse sarebbe stato molto più efficace. Dallo straniamento iniziale si arriva a uno stato di insofferenza sempre più acuto, il quale però non riesce ad arrivare al pubblico, più divertito dall’assurdità degli svolgimenti. L’assurdo rischia di rimanere alla superficie delle intenzioni senza mai troppo rivelarne i meriti. Restano più che degne di plauso le abilità dei tre attori che si fissano con estrema naturalezza nei loro ruoli, mantenendo un tono piatto e mai eccessivamente eccedente (la regia e la drammaturgia sono di Fabio Pisano), come se il coinvolgimento in merito ai fatti non ci fosse del tutto e come se, in generale, fossero estranei a tutto. (Valentina V. Mancini)

Visto a Piccolo Bellini, Napoli; Crediti: Di Fabio Pisano; Con Francesca Borriero, Michelangelo Dalisi, Emanuele Valenti; Luci Paco Summonte; Ideazione scenica Luigi Ferrigno; Un progetto di Liberaimago; Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

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