Questa recensione fa parte di Cordelia, febbraio 2023
«Sono persone. Punto». È l’estratto del discorso di Irene Montero, ministra spagnola delle Pari Opportunità a seguito dell’approvazione della Ley Trans lo scorso 16 febbraio. La legge è la prima a depatologizzare la transizione di genere permettendo a una persona di cambiare il proprio sesso sulla carta d’identità senza più l’obbligo di certificati medici che attestino la sua disforia di genere o l’obbligo di sottoporsi a trattamenti ormonali per due anni. In relazione a questo passaggio fondamentale nella storia dei diritti civili, I AM si presenta come un momento didattico per fare il punto sull’iter storico, psicanalitico, giuridico e sociale relativo al processo di transizione. Lo spettacolo per la regia e testo di Anna Ceravolo ha debuttato al Teatro di Documenti – suggestivo e storico luogo a Monte de’Cocci fondato nel 1988 dallo scenografo e direttore Luciano Damiani, insieme a Luca Ronconi e Giuseppe Sinopoli – diretto dal 2007 da Carla Ceravolo collaboratrice per oltre vent’anni di Damiani, e che in I AM cura scene e costumi. Come lettore e lettrice, Gaetano Lizzio e Donatella Mei, con leggìo alla mano, ripercorrono tappe storiografiche e biografie significative, mentre in qualità di figure che attraversano la scena, Cristina Maccà fornisce agli astanti le didascalie ai temi, e Tony Scarfì dà di essi rappresentazione pantomimica. Forse il monologo della madre (Maccà), seppur emozionante, carica il finale di un pathos inatteso, in una drammaturgia che «nella serietà dei temi abbiamo però voluto dei toni lievi» con «narratori, assurdi e strampalati» e la cui struttura attiene più al genere della rivista che al teatro di prosa. All’indomani anche del riconoscimento da parte del Comune di Roma delle famiglie omogenitoriali nei documenti di iscrizione agli asili nido, I AM è un lavoro funzionale, elementare per facilità di spiegazione e diffusione, che pur nella sua semplicità non dà per scontato né banalizza il difficile percorso per diventare la persona che si vuole essere. (Lucia Medri)
Visto al Teatro di Documenti: Crediti: testo e regia di Anna Ceravolo, con Tony Scarfì, Gaetano Lizzio, Cristina Maccà, Donatella Mei, allestimento, scene e costumi di Carla Ceravolo, luci di Paolo Orlandelli, Prod. Teatro di Documenti. Foto
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