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«È tutto ok se mi ami ancora»: Morelli e Bigonzetti per la MM Contemporary Dance Company

Recensione. Ha funzionato con grande successo l’accostamento di due coreografi stilisticamente, anche generazionalmente, diversi, ma entrambi capaci di affermare inattesi immaginari: Enrico Morelli e Mauro Bigonzetti, in prima assoluta al Teatro Comunale di Modena, per la MM Contemporary Dance Company diretta da Michele Merola.

Foto Tiziano Ghidorsi

La MM Contemporary Dance Company diretta da Michele Merola con base a Reggio Emilia, è uno dei gruppi più interessanti, consapevoli e maturi oggi in Italia. Con l’Agora Coaching Project per il perfezionamento della danza che Merola dirige insieme a Enrico Morelli, un gruppo si è creato, preparato e disponibile a un intero nuovo repertorio, e che merita plauso e attenzione. Il doppio programma presentato al Teatro Comunale di Modena, poi felicemente in tournée, dimostra vitalità, lungimiranza e visione di un contemporaneo possibile che, mentre fa scelte di titoli importanti, mette in discussione oggi la natura stessa del comporre coreografico.

Foto Tiziano Ghidorsi

Elegia di Enrico Morelli dispiega una complessa scrittura drammaturgica a livello del suono: da una parte, voci con parole di Mariangela Gualtieri nonché elettronica, echi, ambienti sonori composti da Giuseppe Villarosa (e ci si poteva fermare già qui, senza altri inserti esogeni a questa drammaturgia ben avviata); dall’altra, brani di Chopin (che musicalmente aprono tutto un nuovo discorso, ma che non sembrano veramente c’entrare niente, perché qui le parole e i suoni già messi in campo sono connessi alla verifica dello stato del corpo nel presente postpandemico).

È un lavoro coreografico sul presente: quattro coppie si formano, reagiscono, si allontanano ma poi si cercano, si amano. Morelli, che è coreografo oramai maturo, lavora sulla forma dell’elegia con un tempo fisso di andante, anche monotono nel tempo delle azioni, ma giustissimo perché più varietà dinamiche aprirebbero spazi meno pertinenti.

Foto Tiziano Ghidorsi

Siamo infatti qui nel luogo dell’attenzione e dell’ascolto, non della risposta assertiva e risolutiva. Gli interpreti estremamente preparati, con un’ottima tecnica, sembrano sempre cadere felicemente in piedi. Però, dopo un intenso assolo maschile, una danzatrice arriva da dietro e c’è una scena rallentata, un inedito cambio di ritmo che allude a una complessità capace finalmente di vera intimità. Poi seguono catene, intrecci e prese molto ben disegnate (anche un aggancio a terra col piede flesso molto bigonzettiano e che ci sta: indica una legatura tra i due titoli della serata per niente cursoria, ma che invece avviene su un piano diverso, quello di una possibile affinità). Dopo un po’ di dramma, il fondale nero nel finale diventa un cielo stellato perché l’elegia dello stare insieme coincide, per Morelli, con il ritrovarsi nell’armonia. Sull’ultimo lungo brano di Chopin, la temperatura della coreografia cambia decisamente, diventa un’altra cosa e si ricongiunge alla prima parte con l’ascolto, certo rassicurante, delle parole che chiudono: «non ti preoccupare è tutto ok».

FotoTiziano Ghidorsi

L’inizio di Ballade che Mauro Bigonzetti ha composto per questo ensemble reggiano è Amami ancora dei CCCP intonata, nel silenzio, da un danzatore solo in scena, poi a canone dagli altri che progressivamente lo raggiungono. La materia di cui si compone questo nuovo lavoro comprende il mondo di Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli e tutta l’esplosione culturale e musicale di quegli anni (che tiene insieme Nick Cave, CCCP- Fedeli alla linea, Prince, Leonard Cohen e Frank Zappa), come un materiale che guarda verso il futuro senza influenze di alcun tipo. Sembra nostalgia ma è invece nuova immaginazione. È un Tondelli affettivo: un musical in forma di ballata, e che dura ben cinquanta minuti, ma che scivolano via tutti, fuor di cronometro. È la misura della ricchezza creativa di questo nostro coreografo, da troppo assente dalle scene italiane. Difficile non provare invidia per quei dieci corpi meravigliosi della MM Contemporary Dance Company, come liberati sul palco da una energia e una complicità che li trascende. Bigonzetti dà il meglio con questi straordinari interpreti (che cantano, recitano, ballano): hanno letteralmente divorato le indicazioni di movimento del coreografo (che ha uno stile ormai riconoscibilissimo), e hanno trovato una loro ragione di intensità, che immagino corrisponda anche a uno spazio personale di crescita.

Foto Tiziano Ghidorsi

A pensare a tutto il repertorio perso, in Italia, di Mauro Bigonzetti, monta pure una gran rabbia: perché chi non si prende cura della propria storia (nel senso che non la tiene viva nel presente, nei corpi che ancora ne hanno memoria perché l’hanno danzata, e che la potrebbero trasmettere, interrogandola in cerca di nuove risposte) è destinato prima o poi a restarne travolto, e a farcene pagare a tutti noi il prezzo. In scena, un laccio/corda/cappio insidioso e ultimativo tiene insieme tutto e tutt*, una intera generazione: riscoperta degli spazi comuni, sessualità libera e fuori norma e baratro delle tossicodipendenze. La necessità della rottura delle regole, del benpensare, a gran voce, e negli abiti, e financo in corpi drag su vertiginose scarpe, con la musica come arma, e un nuovo modo di stare insieme e di fare rivolta ma attraverso lo stile. Questo lavoro di Bigonzetti intercetta una linea attuale e composita della coreografia contemporanea, da Emanuel Gat e Boris Charmatz a Cristina Kristal Rizzo: quella che ha compreso il potenziale dell’anacronia. Ovvero, nei processi compositivi di oggi, la necessità di una rottura della diacronia temporale, creando un doppio sguardo lungo il filo della coreografia. Il contemporaneo è allora una irruzione dell’intempestività (nel passato dal futuro) che impedisce al presente di coincidere con se stesso.

Stefano Tomassini

Novembre 2022 Teatro Comunale di Modena Pavarotti Freni

Elegia
coreografia di Enrico Morelli
musiche di Frédéric Chopin, Giuseppe Villarosa
light designer Carlo Cerri
costumi Nuvia Valestri
voce recitante Isidora Balberini
interpreti Emiliana Campo, Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa

Ballade
coreografia di Mauro Bigonzetti
musiche Nick Cave, CCCP – Fedeli alla linea, Leonard Cohen, Arvo Pärt, Prince, Frank Zappa
light designer Carlo Cerri
costumi Silvia Califano
interpreti Emiliana Campo, Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari, Rossana Samele, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa, Leonardo Zannella

nuova produzione 2022 MM Contemporary Dance Company
coproduzione Teatro Comunale di Modena
con il sostegno di ATER Fondazione, Centro di Documentazione Pier Vittorio Tondelli / Correggio

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Stefano Tomassini
Stefano Tomassini
Insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi.

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