HomeArticoliSilenzio in sala? Neanche per idea!

Silenzio in sala? Neanche per idea!

Teatro per le nuove generazioni. Romaeuropa Festival 2022 presenta al Mattatoio di Roma la selezione kids & families con tre spettacoli: KLaNK, Ersilia e Questi pochi centimetri di terra. Recensione

Questi pochi centimetri da terra, Consorzio Balsamico – Foto Piero Tauro

Silenzio in sala! Ma no, quale silenzio. In sala è pieno di bambini e non ci staranno, in silenzio. Perché questo piccolo pubblico il teatro lo vuole certo vedere, fruire direbbero se fossero più grandi, ma più ancora lo vogliono vivere, partecipare; e allora fanno un sacco di domande, ai genitori, agli altri bambini seduti accanto, finché si sente un mormorio diffuso per tutta l’area intorno: parole, sibili, rumori per cercare la comodità, inciampi in qualche angolo imprevisto, ogni cosa fa parte di questa esperienza minuta e non replicabile, ogni avvenimento che accade in contemporanea con il tempo del teatro – loro lo sanno più e meglio degli adulti – del teatro fa parte, non fanno barriera alle emozioni, se qualcosa – ricordi, simboli, paure – si affaccia alla memoria, allora avrà un legame con quel tempo e quello spazio che assieme stiamo vivendo. Spesso, si dice, ma spesso è vero: non è il caso di imparare, di nuovo, dai bambini a diventare grandi?

 KlaNK, Dadodans  – Foto Piero Tauro

Nelle sale del Mattatoio, Romaeuropa Festival 2022 si apre alle nuove generazioni con kids & families, una selezione di spettacoli diversi ma con alcuni elementi ricorrenti, soprattutto nella forma di fruizione. L’esperienza cui i più giovani sono chiamati inizia prima di tutto da un itinerario: raggiungere il foyer, ritirare il biglietto da mostrare alle persone che lo faranno suonare con una specie di telefono, poi aspettare fuori dalla sala, guardarsi intorno e non sapere come impiegare il tempo, andare in bagno al massimo, ma poi entrare in fila e prender posto. Ecco, in quel momento entrare in una forma già predisposta esplicita le intenzioni degli artisti: lasciare che ognuno trovi dove stare, a quale distanza disporsi, decidere il clima della propria presenza lì dentro; solo allora lo spettacolo può iniziare, solo allora gli artisti potranno innescare la meraviglia e, con essa, la consapevolezza delle emozioni.

KlaNK, Dadodans  – Foto Piero Tauro

Dadodans è una compagnia che viene dall’Olanda, fondata però dall’italiana Gaia Gonnelli; l’idea di KlaNK (ideato con Wiebe Gotink) è attrarre i giovani spettatori in una vibrazione musicale che riverbera nel corpo: una musicista (Felicity Provan) emette suoni da una tromba che indirizzano il movimento di una danzatrice (Candela Murillo) che, come una marionetta, si muove rispettando gli ordini, le regole del suono. La musica poi si fa guizzante, ci si può nascondere dentro un segreto o solo uno scherzo, il buio la segue e a volte la accoglie, i corpi scrivono una melodia che ad essa corrisponde. E tutti, infine, tentano in cerchio di rincorrerla dalle ultime note.

Ersilia Compagnia Quattrox4 Foto Alessandro Villa

Ersilia, della Compagnia QuattroX4 nata a Milano per il circo contemporaneo, dal circo eredita la giocosità e la relazione immediata, così come l’accoglienza dell’imprevisto che si fa sorpresa. Clara Storti dispone tre stanze che i performer (Danilo Alvino, Luca Lugari e Lucia Granelli) abitano attraverso la giocoleria e l’equilibrismo, l’atletismo acrobatico e la sospensione coreografica; all’origine è Italo Calvino, Le città invisibili che già di per sé sono un tributo alla qualità immaginifica intesa tuttavia come trasformazione della concretezza, come applicazione della fantasia al realismo. Ogni stanza espone elementi simbolici, colori e atmosfere, le azioni dei performer sono suggerimenti che ogni bambino può, da sé, sperimentare: attaccare adesivi, legare corde e passarvi attraverso, piantare fiori in piccoli cumuli d’argilla, con l’intenzione che restino in piedi, anche quando lo spettacolo è finito.

Questi pochi centimetri da terra, così il titolo del lavoro firmato da Virginia Franchi per il Consorzio Balsamico. La drammaturgia di Giada Borgatti ha una intenzione poetica che raccorda l’esperienza umana a quella del ciclo biologico della natura, attraverso i diversi percorsi dei semi, destinati in ogni caso – a patto di trovare quei pochi centimetri – a germogliare ovunque se ne presenti l’occasione. Ci sono semi che la mano lascia nel posto prescelto, semi che viaggiano nel vento e si posano dov’è possibile, dove meglio far crescere la pianta: in filigrana è questa la diversa esperienza di molti bambini estirpati al proprio territorio, migranti per interposta necessità, semi che il vento trascina e chissà dove dispone. Due marionette sono agite da tre performer (Silvia Cristofori, Eva Miškovicová, Alessandra Stefanini): Talea dorme da molto tempo, ma se il suo corpo è fermo al letto la sua sfera più intima, Humus, affonda nello spazio della terra, dilaga con i pensieri e le emozioni fin dentro ciò che la farà crescere; nella delicata struttura dello spettacolo, che si muove entro uno schema che va dal mistero all’azione che produce lo svelamento, emerge la cura minuziosa affinché la storia si esprima attraverso elementi sensibili entro cui stabilire regole immediatamente da scombinare.

 Questi pochi centimetri da terra, Consorzio Balsamico – Foto Piero Tauro

C’è dunque una linea che lega questi spettacoli e che pare poi essere un elemento distintivo dell’esperienza del teatro per le nuove generazioni: la conquista dello spazio avviene in modo irregolare, attraverso una geometria da disporre e poi scomporre per merito dell’azione; ecco, questo passaggio di stato tra le varie forme della geometria sembra il segno particolare di un terreno fertilissimo perché si scopra, o si ricordi nel caso degli adulti, che la strada per raggiungere una coerenza al proprio racconto è diversa per ognuno, che per far diventare un cerchio un rettangolo o viceversa, a volte, basta metterci dentro le mani.

Simone Nebbia

Mattatoio, Romaeuropa Festival – Settembre 2022

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

BIG X. A Bari la decolonizzazione del contemporaneo

Tra il 31 ottobre e il 30 novembre scorsi la città di Bari ha ospitato in vari spazi gli eventi in cartellone al Bari...

 | Cordelia | dicembre 2024