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Prospero – Extended Theatre. La piattaforma video per il teatro europeo>

Presentata all’Arena del Sole di Bologna la nuova fase del progetto Prospero – Extended Theatre, in occasione del lancio della piattaforma web su cui sono disponibili gratuitamente le versioni video di nove spettacoli prodotti dai nove teatri partner della rete. Articolo creato in media partnership.

foto Leonardo Vincenzetti

Teatro in streaming sì, teatro in streaming no? Finalmente possiamo dire di avere superato la fase manicheista e un po’ confusa di un dibattito che, nel cuore del periodo pandemico, ha agitato le comunità teatrali. Lo shock imposto dalla chiusura delle sale e la conseguente necessità di progettare nuovi luoghi di incontro hanno dunque piantato anche qualche seme di innovazione. Dopotutto è come se si fosse tornati, ma con una nuova consapevolezza estetica e strumentale, alla più pacificata percezione prepandemica dei mezzi audiovisivi e delle piattaforme di condivisione come forme di commodities, strumenti per espandere gli archivi di un’arte senza snaturarne la natura evenemenziale, potenziali catalizzatori di nuovi pubblici e di condivisione di quelli esistenti. Può essere allora questo il tempo di superare la formula, tutta situazionale, di “teatro in streaming”, da sciogliere nel più vasto ambito della “presenza digitale del teatro”, come dimostra l’ultimo approdo di un progetto come Prospero – Extended Theatre, cofinanziato dal programma Creative Europe, presentato all’Arena del Sole durante il primo weekend di Vie Festival. Dieci i partner da nove paesi dell’Unione Europea, oltre a Emilia Romagna Teatro: capofila il Théâtre de Liège (Belgio, sostenuto da Wallonia-Brussels International), oltre al Teatro Municipal São Luiz (Lisbona – Portogallo), il Göteborgs Stadsteater (Göteborg – Svezia), il Hrvatsko narodno kazalište (Zagabria – Croazia), il Teatros del Canal (Comunità di Madrid – Spagna), la Schaubühne (Berlino – Germania), il Teatr Powszechny (Varsavia – Polonia) e l‘Odéon-Théâtre de l’Europe (Parigi – Francia).

Imagine – foto Krystian Lupa

Se Prospero nacque nel 2006 intorno al bisogno, a tutt’oggi urgente, di trovare modalità di creazione, produzione e circuitazione comunitarie, quel bisogno trova oggi una risposta anche nella creazione di una piattaforma web dove fruire alcune delle produzioni dei teatri partner. Prospero propone dunque una piattaforma OTT, ovvero una distribuzione di contenuti su una rete aperta e in tal caso anche gratuita. Accedendo al sito, già oggi è possibile fruire alcuni degli spettacoli prodotti dai teatri partner, così come a contenuti extra quali prove, interviste etc… Appare chiaro l’intento di espandere il potenziale della spettacolarità al processo creativo, mettendo a disposizione, in formati facilmente riconoscibili al grande pubblico, una serie di contenuti normalmente associati ai media di massa. Il focus di questa tranche del progetto Prospero sono nove produzioni, una per partner, digitalizzate e sottotitolate in nove lingue (inglese, francese, tedesco, italiani, portoghese, spagnolo, croato, polacco e svedese). Un catalogo che offrirà, parola di Serge Rangoni (direttore del progetto Prospero e direttore generale del Théâtre de Liège), un panorama di diversi approcci al modo di filmare la scena. Qui Rangoni, durante la presentazione del progetto, ricorda l’esperienza a Riccione TTV, anche a fianco dello stesso Oliviero Ponte di Pino che ha moderato la discussione, e l’insegnamento di Franco Quadri, ponendo la questione storica del rapporto fra teatro, cinema e TV che oggi conosce una nuova fase di problematizzazione alla prova delle tecnologie di digitalizzazione e le piattaforme online.

È Valter Malosti, direttore di ERT, a ricordare la radice di quella relazione fra teatro e immagine video nei percorsi di studio e formazione, portando alla memoria la ricerca capillare di irraggiungibili materiali d’archivio prima dell’avvento del web. Il lavoro di digitalizzazione, ha proseguito Malosti, allora come oggi è una disciplina sperimentale, che parte dall’autorialità dei registi video per finire con le complesse questioni informatiche che governano il back-end della piattaforma. È sorta dunque la domanda sull’opportunità di creare un portale proprietario, ove non fosse invece più semplice sfruttare i canali mainstream già disponibili e su cui già vanno costituendosi più o meno spontanei archivi di singole compagnie e teatri.  Prospero, tuttavia, vuole essere, ancora nelle parole di Rangoni e di Francois Le Pillouer (coordinatore del progetto), in primis un luogo, una piazza digitale, un archivio in espansione, la controparte virtuale di una circuitazione fisica degli spettacoli fra i teatri della rete. Fra questi, durante la mattinata è stato presentato il lavoro italiano di Fabio Condemi sul Calderón di Pier Paolo Pasolini, attualmente in prova presso La Corte Ospitale a Rubiera (RE). Nello scambio con Ponte di Pino, Condemi ha ricordato come proprio la “folgorazione figurativa” che salda la fotografia del cinema pasoliniano alla storia dell’arte, possa essere una chiave di lettura nella ratio della regia video dello spettacolo. Immancabile la domanda posta al regista, su quali suggerimenti avrebbe dato a chi dovrà filmare il suo lavoro. Condemi fornisce, nella risposta, un’indicazione profonda di continuità che parte dal testo, attraversa la scena e giunge sullo schermo: così come la scrittura del Calderón si avvolge baroccamente su sé stessa, agglomerando anfratti di una complessità irriducibile, così lo sguardo della telecamera può fuggire la tentazione di catturare l’interezza della scena.

foto di Christophe Raynaud de Lage

Preservare la complessità del testo, e con essa quella della scena. Lo spettatore teatrale e lo spettatore davanti allo schermo del proprio device possono vivere dunque esperienze complementari, uniche, complesse. Questo rispecchiamento discende certamente anche dalla relazione fra il\la regista dello spettacolo e il\la regista video. Ce ne ha parlato, ripercorrendo le fasi di costruzione di una fiducia reciproca dello sguardo, Julien Bechara, che ha lavorato alla versione video di Fraternité, conte fantastique, opera di Caroline Guieia Nguyen, primo dei lavori a essere stato reso disponibile sul portale. Bechara pone l’accento su un’importante questione terminologica: il suo lavoro non è stato semplicemente quello di filmare il lavoro altrui, ma di realizzare un film, a partire da una grammatica comune. Nel racconto di Bechara, la doppia matrice autoriale ha portato a un “film che parla del teatro”, ma anche ad un linguaggio sospeso fra i due territori. La stessa Nguyen racconta come l’esperienza abbia prodotto uno spostamento degli intenti dalla conservazione di un linguaggio, quello teatrale, all’esperienza di un linguaggio altro, che “cattura un momento per l’eternità”. Sotto lo sguardo dell’inquadratura, racconta Nguyen, è per esempio possibile portare a conoscenza dello spettatore alcuni dettagli scenografici impercettibili in sala, ma che contribuiscono alla creazione della realtà della finzione. Il regista francese, poi, pone l’accento sull’importanza dell’investimento europe, che assicura a monte la qualità di un processo che, dato alle sole regole del mercato, risulterebbe dipendente dall’avvento di eventuali acquirenti a lavoro concluso. Sullo sfondo delle parole della mattinata ne resta dunque una più delle altre, che qualifica le potenzialità del progetto: la trasmissione. Prospero può essere uno strumento di scambio di sguardi autoriali, di linguaggi, di formati, attraverso le varie lingue di questa Unione Europea, ancora e sempre da rifare, sempre da performare.

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