HomeArticoliL’uomo alla sua deriva. Oh little man di Giovanni Ortoleva

L’uomo alla sua deriva. Oh little man di Giovanni Ortoleva

La prima edizione di Hystrio Festival è stata accolta a settembre dal Teatro Elfo Puccini. Siamo stati a vedere Giovanni Ortoleva che ha portato in scena Oh little man, spettacolo vincitore del bando SUPERNOVA al Festival di Pergine 2019, una demistificazione della società attuale e un’indagine sulle logiche empatiche del pubblico.

foto di Camilla Vazzoler

«Un’onda, un’altra onda, un’altra onda, un’altra piccola onda. Padrone!». Sul palco della sala Fassbinder del Teatro Elfo Puccini, il corpo in camicia da notte di Edoardo Sorgente vive di una potente carica elettrica, schiva l’aria, singhiozza, subisce contraccolpi, s’arresta e sussulta seguendo le vibrazioni sistoliche delle onde del mare. Forse siamo su di una nave, oppure è una crociera, ma in scena ci sono solo pochi elementi – un baule, due schermi tv ai lati del palco, una tenda di fondo scarlatta – e nessun concreto riferimento al luogo immaginato per la narrazione. Tutto è affidato al linguaggio, quello performativo, del corpo, e quello verbale, del testo. Difatti, in scena si dice che il tempo sia sereno, lo si dice anche del mare, ma sono le repentine onde che s’infrangono, evocate attraverso le concitate e nervose parole scritte da Giovanni Ortoleva, che fanno presagire una tempesta che soccombe, indugia e poi s’avvicina, per cui resta solo prepararsi.

Questa l’immagine di apertura di Oh little man, spettacolo vincitore del bando SUPERNOVA al Festival di Pergine 2019, ora ripresentato all’interno della programmazione di Hystrio Festival, sotto la direzione artistica di Claudia Cannella. L’ evento, evoluzione di un progetto già affermato come quello del premio Hystrio, giunge così alla sua prima edizione, con l’intento di creare una lente di ingrandimento che sia al tempo stesso vetrina di riferimento della scena teatrale italiana under 35. Ospitato dal Teatro Elfo Puccini di Milano, il festival si sviluppa in cinque giorni di spettacoli, letture sceniche, audizioni e premi consegnati ai talenti più meritevoli (qui i vincitori), selezionati da una giuria di critici ed esperti del settore.

foto di Sara Ungaro

La sala si ghermisce di spettatori nella rappresentazione scritta e diretta da Ortoleva, già menzione speciale nella sezione “Registi Under 30” della Biennale di Venezia nel 2018. Sul palco, Edoardo è due personaggi in un corpo solo: è il Servo, Lunedì, e il Padrone. La sintesi carnale di questa dialettica affonda le radici in un sostrato storico riconoscibile che trova le proprie origini nel concetto di servitù-signoria elaborato da Aristotele, attraversa il pensiero filosofico di Hegel, di Marx e giunge alle attuali riflessioni di Remo Bodei, che rintraccia la medesima struttura asimmetrica del potere nei rapporti di dominio e sottomissione tra uomini e macchine (Dominio e sottomissione. Schiavi, animali, macchine, Intelligenza Artificiale, Il Mulino, 2019). Sostanzialmente, la storia dei rapporti umani nel corso dei secoli si è evoluta ed è progredita, modificandosi nelle forme ma mantenendo invariato il proprio contenuto. Ciò che quindi viene tramandato è un consolidato squilibrio nella divisione del potere, una struttura gerarchica immanente seppur rovesciabile in potenza, per cui il servo tenderà sempre ad emanciparsi e a sostituirsi al padrone. È all’interno di queste dinamiche che si ramificano le logiche di un capitalismo capillare occludente, un sistema atto a sfruttare tutti i componenti, consapevoli o inconsapevoli, che ne fanno parte, anche chi governa e detiene le regole del gioco. Questo è quello che l’acuta regia offre alla rappresentazione: un padrone nevrastenico che necessita del servo per espletare i suoi incarichi, che è succube del sistema di sfruttamento di cui fa parte e di cui si crede stratega comprando e vendendo azioni, manovrando le quote in borsa, gestendo transazioni economiche ad alto rischio.

foto di Camilla Vazzoler

Tuttavia, è nello spazio vuoto del palco che il rapporto di dipendenza con Lunedì si amplifica e si riverbera come un’eco di una storia già sentita, già vissuta, ora mostrata agli occhi collettivi della massa. Lo sdoppiamento provocato, incarnato dall’interpretazione febbrile di Sorgente e frutto di una satira piacevolmente provocatoria e beffarda, al fine di non rimanere mera teoria, diviene visione, disegnata dal gioco di luci e ombre proiettate sul fondo della scena e curate da Marco Santambrogio. È all’interno di questa dimensione che il regista, inizialmente, affida alla platea il ruolo di oggetto riflesso sulla scena teatrale; poi, la eleva e responsabilizza come agente specchiante, moralmente imputabile per le sorti dello spettacolo. Scavando nei sentimenti di empatia creatisi nel pubblico, che evidenzia certi atteggiamenti noti, tipici della massa, Ortoleva lavora così sul potere del teatro, in quanto “azione indiretta sul mondo” (come rilasciato in un’intervista su Fabrique du Cinéma), in grado di insistere e appellarsi alle percezioni emotive, alle riflessioni, al confronto, più che alla trasformazione del reale tout cour. Dopotutto, «è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo». Ora, gli schermi si riempiono di vasti  paesaggi di rifiuti, la borsa crolla, la nave naufraga. Salveremo l’uomo meschino alla sua inesorabile deriva?

Andrea Gardenghi

Visto al Teatro Elfo Puccini, Milano, all’interno della programmazione di Hystrio Festival – settembre 2022

Testo e Regia Giovanni Ortoleva
Con Edoardo Sorgente
Progetto sonoro Agnese Banti
Disegno luci Marco Santambrogio
In collaborazione con Kanterstrasse – Teatro Le Fornaci di Terranuova Bracciolini

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Andrea Gardenghi
Andrea Gardenghi
Andrea Gardenghi, nata in Veneto nel 1999, è laureata all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali. Prosegue i suoi studi a Milano specializzandosi al biennio di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali dell’Accademia di Brera. Dopo aver seguito nel 2020 il corso di giornalismo culturale tenuto dalla Giulio Perrone Editore, inizia il suo percorso nella critica teatrale. Collabora con la rivista online Teatro e Critica da gennaio 2021.

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