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Il corpo civico come individuo collettivo. Sieni a Palermo

Virgilio Sieni torna a Palermo nell’ambito del progetto biennale Officina creativa sul gesto e l’arte, parte della più ampia iniziativa Territori del gesto. Abbiamo partecipato alla performance conclusiva, tenutasi al termine di una serie di incontri

Foto Ufficio Stampa

Il quartiere Kalsa, nel cuore della Palermo storica e ancora genuinamente popolare, è un luogo raggiungibile soltanto attraverso un intrigo di vicoli, stracci e sguardi diffidenti. Al pari dei numerosi monumenti posti lungo le strade del rione, l’Oratorio dei Bianchi è una perla barocca immersa in un passato gotico, privo di prospettiva e punti di fuga. Qui si è tenuta la performance Notturno, momento finale del laboratorio guidato da Virgilio Sieni, aperto ai cittadini e alle cittadine del capoluogo. Secondo la poetica del maestro, l’intento è quello di educare a una nuova frequentazione degli spazi collettivi. Il gesto è qui inteso come il mezzo attraverso il quale rifondare una comunità cosciente del proprio territorio e delle sue specificità culturali, in una prospettiva di cura condivisa. Nella città siciliana questa linea programmatica ha incontrato una sua prima declinazione specifica, che ha avuto punto di riferimento nell’indagine del Il trionfo della morte, affresco custodito nella Galleria di Palazzo Abatellis, già sede di altri interventi da parte del coreografo.

Il Trionfo della morte rappresenta un cumulo di corpi sui quali la peste, scheletro a cavallo, si effonde indistintamente, senza arretrare di fronte a tiare e vessilli. Chiunque ne viene contaminato perché il morbo, nella storia isolana, è stato uno dei pochi eventi davvero democratici. È dunque significativo che Sieni si sia confrontato con questa particolare opera, i cui personaggi sono stati oggetto di un’indagine che ne ha vivisezionato ogni moto, espressione e attitudine. Al centro dell’aula dell’oratorio, dapprima, sono solo tre donne. Simona Miraglia, Sabrina Puleo e Delfina Stella si muovono in circolo, trasmettendosi come per contagio gesti minimi. Sulle loro teste gravano ingombranti copricapi di carta: sembrano le dame nelle quali un raffinato lettore del Trionfo, Michele Cometa, aveva individuato tre Moire, ma prive di filo. Se nell’affresco le donne si tengono per mano, le tre danzatrici sembrano qui congiunte da un legame invisibile. Nello spazio del loro consesso, si muovono come Grazie consce, insieme, di avvenimenti futuri: ogni variazione di flusso e tensione viene vissuto in simbiosi. È questo quadro a introdurre l’ingresso dei cittadini e delle cittadine di Palermo.

Foto G. Giommoni

I volti della cittadinanza, nonostante l’abbigliamento quotidiano, sembrano avere tratti quattrocenteschi. I corpi si insinuano nell’aula gradualmente, e gradualmente si diffondono sulla superficie della sala, appropriandosene. Il suono di Fabrizio Cammarata e Angelo Sicurella è un complesso di rumori, cigolii, corde pizzicate: sembra musica per intonarumori, e impone all’atmosfera una tinta sinistra. Un fumo denso ammorba la scena, come nel Trionfo. Con una differenza: qui la nebbia non può espandersi su alcuna insegna di potere. Tra i partecipanti non c’è differenza di classe. Ogni gesto dell’individuo viene iterato dall’assemblea, e nella sua controllata azione è la possibilità di controllare lo spazio e il tempo. La cittadinanza del Notturno non è trascinata alla morte, ma viene educata alla coscienza del proprio ruolo all’interno del corpo civico. Non è una danza, ma una meditazione collettiva agita dal corpo. Il ritmo è quello di una processione lenta, in effetti in contrasto con la vorticosa spinta che la morte imprime alla composizione dell’affresco. All’asimmetria viene sostituito un ponderato equilibrio di orizzontali e verticali: il Trionfo di Sieni è un fatto rinascimentale, toscano. Si succedono pose dolenti, rivolte in basso; mani alzate, in senso di disarmo e stupita rassegnazione; mani portate alla testa, in senso di muta angoscia. I gesti sono agiti all’unisono, condivisi nelle minime variazioni che ne determinano il graduale mutamento. Tuttavia, l’esposizione di fisicità così differenti, fuori dai canoni, inevitabilmente individualizza l’esperienza di ciascuno. Il gesto di ogni partecipante è insindacabile, ha sempre diritto di cittadinanza nella sua specifica diversità. Al termine della processione, si consuma infine il sacrificio: un corpo viene crocifisso, altri rimangono appesi alle strutture di ferro presenti sulla scena. È un momento di lunga stasi, osservato dalla cittadinanza seduta. Al sommo del climax attende, immota, la pubblica catarsi.

Foto di D. Farricella

Il Notturno di Sieni evoca il dramma per restituirlo in forma controllata, forse un po’ distante dagli stilemi più concitati della pittura locale. Laddove nella pittura è caos, piatta vertigine astorica, qui subentra il succedersi di episodi nei quali il moto degli appestati è gestualità sentita, dunque pensata. E se per Sieni «Formarsi agli spazi significa frequentarli, non occuparli» (Manifesto 111), la frequentazione dell’Oratorio ha, in questo preciso momento della vita cittadina, un valore particolare. La gentrificazione selvaggia del centro storico ha reso evidenti gli esiti di certe iniziative di amministrazione e operatori “culturali”, che nel recente passato hanno promosso della cultura solo quanto ricadeva e ricade nei perimetri del turismo di consumo. Lontano dalla rumorosa occupazione delle strade da parte di una massa globalizzata e informe, nell’Oratorio dei Bianchi abbiamo potuto godere, per un po’ di tempo, della danza silenziosa di corpi individui e collettivi, finalmente educati alla bellezza. Peccato che, inevitabilmente, larghe fasce della popolazione ne rimangano ancora fuori, nel ginepraio delle loro viuzze medievali.

Tiziana Bonsignore

Oratorio dei Bianchi, Palermo – settembre 2022

Tappe future del progetto a Palermo: 15-19 novembre Cammino popolare (ZACentrale, Cantieri culturali alla Zisa). Per il 2023: Laboratorio | La gentilezza del gesto (Oratorio dei Bianchi, Palazzo Abatellis); Dove sei? (Performance site-specific, Oratorio dei Bianchi); Gli occhi del silenzio (performance site specific della Compagnia Virgilio Sieni, Palazzo Abatellis)

NOTTURNO | TRIONFO DELLA MORTE
performance site specific
con la partecipazione di
Delfina Stella, Simona Miraglia, Sabrina Puleo
e le cittadine e i cittadini Federica Aluzzo, Antonina Amodeo, Marcello Arcoleo, Angela Augello, Gianluca Bottoni, Alessandro Cassata, Rita Cirrincione, Giovanna Cossu, Elisabetta D’Agata, Mara Teresa De Sanctis, Roberto Galbo, Anna Governale, Giulia Ingrassia, Daniele Licciardello, Libera Bianca, Aurora Lombardo, Gea Lucetti, Heidi Mancino, Ambra Maniscalco, Francesca Melluso, Enza Mortillaro, Angela Moscato, Massimiliano Nicosia, Adriana Pecoraro, Melania Privitera, Mara Rubino, Alfredo Schiavone, Loredana Sorce, Rosanna Vassallo, Salvatore Taormina, Silvia Collura, Simona Martino, Stefania Romano, Tommaso Gioietta
musiche eseguite dal vivo di Fabrizio Cammarata e Angelo Sicurella
un progetto dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e Identità Siciliana, Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, Palermo
a cura di Centro Nazionale di Produzione di Danza Virgilio Sieni
assistenza artistica Delfina Stella
assistenza al progetto Simona Miraglia

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