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Settimio Pisano: il teatro calabrese al centro

Intervista. Settimio Pisano, direttore generale del festival Primavera dei Teatri, è curatore della rassegna Calabria Showcase, una finestra aperta sul teatro calabrese. Promossa dalla Fondazione Politeama Città di Catanzaro, debutta in prima edizione il 22 settembre: tre giorni di spettacoli e incontri per far conoscere le realtà teatrali calabresi agli addetti ai lavori provenienti dal resto della penisola. Contenuto realizzato in media partnership.

Il Pifferaio Magico / TeatroP – Foto Ufficio Stampa

Da dove nasce il bisogno di aprire una finestra sul teatro calabrese? 

L’idea del progetto Calabria Showcase, promosso dalla Fondazione Politeama Città di Catanzaro e realizzato insieme a noi di Primavera dei Teatri e a Oscenica, viene dal confronto con gli artisti e le compagnie di produzione calabresi. Il punto critico del nostro sistema è proprio il mancato dialogo con quanto succede nel resto d’Italia soprattutto in termini di circuitazione. La Regione Calabria ha iniziato a investire sul teatro calabrese con fondi destinati alla produzione e alla circuitazione regionale, ad esempio alcuni finanziamenti obbligano chi organizza rassegne a ospitare un tot di compagnie calabresi, ma quello che manca è proprio l’incoraggiamento alla circuitazione a livello nazionale. Lo Showcase nasce dunque come servizio puro alle compagnie di produzione calabresi, anche in un’ottica di sistema con le politiche teatrali regionali. Chiaramente non abbiamo la pretesa di invertire questo trend, cosa complicatissima, vogliamo però considerarlo un primo passo in questa direzione di apertura, proponendoci come supporto e completamento delle azioni portate avanti dalla Regione.

In cosa consiste questo servizio alle compagnie e come lo avete configurato?

Dammi Un attimo / Rossosimona-Aiello-Greco. Foto Luca Michienzi

Nonostante la grande fragilità del tessuto produttivo calabrese, sul territorio sono presenti tantissime esperienze poco conosciute ma di grande valore artistico e creativo. Abbiamo perciò invitato operatori da tutta la penisola con un doppio proposito. Da un lato vogliamo mostrare a chi verrà da fuori regione, principalmente programmatori ma anche studiosi e critici, quale sia lo stato dell’arte della produzione calabrese. Dall’altra parte pensiamo che possa essere un momento fondamentale di crescita per le compagnie coinvolte, specie quelle più giovani. Credo sia prezioso e stimolante avere in sala una cinquantina di addetti ai lavori con i quali poi potersi confrontare. A questo scopo abbiamo pensato a uno speed date per facilitare il dialogo tra artisti e operatori, oltre a una tavola rotonda dedicata agli operatori calabresi e a momenti di formazione e dibattito sull’organizzazione teatrale e le sue trasformazioni. Naturalmente la rassegna è anche aperta al pubblico: tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito.

Primavera dei Teatri è partner operativo del progetto, venendo da vent’anni di attività sul territorio in grande dialogo con le scene nazionali e internazionali. Le compagnie calabresi hanno sempre avuto uno spazio all’interno del festival castrovillarese. Com’è nata la sinergia con Fondazione Politeama? 

Primavera dei Teatri è sempre stata una vetrina per le compagnie calabresi, ma in maniera diversa, perché a Castrovillari arrivano principalmente critici. Qui invece abbiamo voluto rivolgerci soprattutto ai programmatori. Conosciamo da tanto tempo la Fondazione e quando abbiamo sottoposto questo progetto al direttore generale Aldo Costa, abbiamo trovato da subito massima apertura e collaborazione. L’intenzione comune è quella di rimettere al centro del sistema teatrale regionale la Fondazione Politeama città di Catanzaro, perché possa attrarre risorse regionali per metterle al servizio degli artisti. L’obiettivo comune è più ampio e consiste nel lavorare per rendere il capoluogo di regione protagonista del dibattito culturale nazionale. La neoeletta amministrazione comunale della città di Catanzaro ha accolto con grande disponibilità e dialogo sia il Calabria Showcase che Primavera dei Teatri (quest’anno il cartellone castrovillarese del festival sarà preceduto da una serie di appuntamenti proprio in scena a Catanzaro, n.d.r.)

Confine Incerto / Cria da Maré. Foto Ufficio Stampa

La rassegna conta tre giorni di spettacoli e incontri in diversi spazi della città di Catanzaro, principalmente il Teatro Politeama e il Teatro Comunale, con un cartellone che dà voce all’espressione teatrale regionale nelle sue varie forme. Con quale criterio è stato confezionato? Come sono stati scelti gli spettacoli in programma?

Da parte mia c’è una conoscenza profonda del tessuto produttivo calabrese, conosco bene le varie realtà attive (Settimio Pisano è anche direttore organizzativo della compagnia calabrese Scena Verticale, n.d.r.). Ho volutamente scelto di non dare una direzione artistica al progetto Calabria Showcase, ma di essere soltanto curatore della rassegna. Quindi ho selezionato le compagnie chiedendo loro di scegliere in autonomia con quale spettacolo presentarsi agli addetti ai lavori. Chiaramente questo primo esperimento non è esaustivo di tutta la produzione regionale, perché sono coinvolti per il momento solo una quindicina di soggetti. Ci auguriamo di avere una seconda edizione in cui coinvolgere molte altre compagnie. 

Teatro Studio Krypton / Luoghi Sconfinati. Installazione. foto Angelo Maggio

Oltre all’incontro con critici e operatori, la rassegna offre anche l’opportunità di uno scambio tra le compagnie del territorio. Esiste normalmente dialogo tra gli operatori regionali?

Sì, ma a periodi alterni e normalmente in corrispondenza dei cambi di amministrazione regionale, quando si sente il bisogno di mettersi tutti intorno a un tavolo per una pura questione di difesa di diritti comuni. Quindi lo scambio è avvenuto sempre molto di più sul versante per così dire sindacale. Dal punto di vista del dialogo sulle pratiche artistiche ci sono stati solo alcuni singoli confronti tra poche realtà, ma non è una cosa sistemica. Ci auguriamo con questo progetto di stimolare anche uno scambio sul piano artistico. 

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