Dal 13 agosto al 10 settembre a Melissa (Kr) si è tenuta la terza edizione del festival RaMe – Le Radici del Mediterraneo, appuntamento internazionale di teatro e arti performative. Uno sguardo sul progetto e sul lavoro della compagnia Teatro Ebasko.
Come si diventa giovani? Diventare adulti, nessuno sa come si faccia; eppure tutti prima o poi lo facciamo. Ma come si diventa giovani? Si coltiva, la giovinezza. Bisogna farla maturare, annaffiandola di sudore, concimandola con la curiosità. Si raccoglie nella bellezza che questa fatica fa germogliare. Occorre tenerla accesa e preservarla dalle insidie della vecchiaia, che ha il volto scavato dalla diffidenza. Diventare giovani è la traiettoria contenuta nel nome della compagnia Teatro Ebasko, nata a Bologna nel 2015. Lo sconfinamento segna da subito il destino artistico e operativo del gruppo diretto da Simone Bevilacqua. A Melissa, piccolo borgo della provincia di Crotone, Ebasko porta il teatro e la sua giovinezza da sei anni. L’esperienza dell’abitare un luogo “impervio ma intatto nella sua dignità” si è nel tempo rafforzata, grazie a stimoli raccolti in tutta Europa tramite le residenze legate al programma Erasmus+, fino a diventare un piccolo festival internazionale: Le Radici del Mediterraneo, giunto quest’anno alla terza edizione.
Il borgo di Melissa si arrocca su colli circondati da pale eoliche e tinteggiati di macchia mediterranea e vitigni, estendendosi fino al mar Ionio. D’estate la sua propaggine marina, che prende il nome da una delle torri di avvistamento aragonesi della costa, conosce una parentesi turistica vivace, mentre il paese, dietro qualche chilometro di curve, se ne sta protetto da un silenzio antico. Si tratta di uno dei territori con l’indice di offerta culturale tra i più bassi d’Italia. Teatro Ebasko approda qui inizialmente per quell’incidente biografico comune a tanti e tante: la Calabria è terra d’origine in cui tornare in estate, casa di famiglia che diventa il luogo in cui concedersi spazio e tempo per far maturare le esperienze coltivate altrove. Negli anni però le energie che Ebasko raccoglie attorno a sé nel borgo crotonese si intensificano e allargano, coincidendo con un impegno concreto che ha restituito al territorio non solo offerta culturale, ma spazi sociali, stimolando una risposta positiva e non scontata da parte della comunità e dell’amministrazione comunale. La città attende e accoglie il festival, lo ospita materialmente nelle proprie case, guarda con curiosità alla compagnia e agli artisti che arrivano d’estate.
Nella palestra della scuola di Melissa, rimessa a nuovo proprio dalla compagnia e ora utilizzata soprattutto dagli alunni durante l’anno, si incontrano alla fine di agosto i gruppi del progetto Youth Exchange – Roots of the Mediterranean – Following Circe, in residenza presso il RaMe Festival 2022 sotto il programma Erasmus+. Provengono da Portogallo (Quinta das Relvas), Lituania (Teatro Studija Aušros) e Romania (FOA – Fusion of Arts): una compagine giovanissima e variegata, raccolta attorno al lavoro fisico e scenico guidato da Simone Bevilacqua e Marzia d’Angeli con il gruppo Anarchie, laboratorio permanente che Ebasko conduce a Bologna dal 2014. Il risultato è uno spettacolo finale, Cosmos, ma soprattutto un’amalgama di biografie e pratiche, corpi e coscienze unite in un percorso sul mito e sul Femminino Sacro, tema di questa edizione del festival. La riscoperta di quell’energia femminile insita in ogni essere umano, seppur offuscata da un eccesso di mascolinità che permea e guida il mondo contemporaneo, si innesta in una pratica scenica che insiste sulle potenzialità espressive del corpo. Il background creativo di Ebasko proviene anche dalla collaborazione con Stefano Tè e il Teatro Dei Venti, dalla cui esperienza la compagnia bolognese eredita un’idea di teatro inteso come rito comunitario nel suo significato più ampio. Questa traiettoria di lavoro è confermata e sostenuta dalla sinergia con Mario Barzaghi e la compagnia Teatro dell’Albero, che affianca Ebasko nella direzione artistica del festival fin dagli albori, incoraggiando il progetto nella sua etica e sostanza.
Il percorso di scambio culturale dovuto alla presenza dei gruppi internazionali si fonde con l’offerta artistica della rassegna vera e propria: una serie di artisti provenienti da diverse esperienze portano a Melissa spettacoli e pratiche, presenza e anima. Succede così, nei giorni di esplorazione di chi scrive, di assistere alla performance silente e violenta di Daniel Vincenzo Papa De Dios nel mezzo di una piazza circondata da balconi animati dal rumoroso vivere quotidiano del borgo; succede che Il Signor Aquilone e i dispetti della nuvola Olga, lavoro della compagnia del Teatro Ridotto di Bologna dedicato ai bambini, finisce per portare sul palcoscenico gli adulti. Circe, tra i lavori più recenti della compagnia organizzatrice, è in qualche modo il manifesto di questo fare teatro materico ed etereo insieme. Sotto la consulenza artistica di Mario Barzaghi, Marzia D’Angeli è una Circe sui trampoli, solitudine circondata da fantasmi. L’imponenza della sua figura gareggia con quella dei suoi occhi fulgidi, la sua lingua è antica, ammaliante e misteriosa, eppure chiara per la platea di non addetti ai lavori. Conclude la rassegna la parata in strada per attori e attrici sui trampoli Gli Uccelli, realizzata in collaborazione con la compagnia calabrese TeatroP, esperienza che racconta la volontà di un dialogo concreto e costruttivo con il territorio.
Quella tensione al femminino sacro, inteso come creatività e condivisione, accoglienza e collaborazione, non è relegata alla pratica teatrale di Ebasko, ma si riflette in ogni aspetto del festival, dalla sua integrazione con la vita locale alla gestione logistica dell’evento. Il modus operandi del gruppo rivela una messa a fuoco netta del proprio orizzonte di valori e desideri, la volontà tenacemente giovane di preservarlo tenendosi vicini alla concretezza del lavoro e lontani dalle pose. Significativo in questo senso è l’appuntamento dedicato al progetto YIAS – Young International Art Symposium, con il quale si intende mettere in comunicazione il mondo accademico con quello teatrale, lavorando a livello internazionale alla sistematizzazione di uno scambio tra teorie e pratiche. Questo approccio coerente tra vita e arte ha innescato a Melissa un circolo virtuoso di energie che porteranno frutti tangibili al territorio (come l’auspicata riapertura di un vecchio teatro in disuso). Ma l’innesco avviato qui dai ragazzi e le ragazze di Ebasko si spera contagi a lungo e continui a seminare quella giovinezza che è consapevolezza, entusiasmo e determinazione.
Sabrina Fasanella