HomeArticoliLiberaTutti: quando esistere è un gioco di regole complesse

LiberaTutti: quando esistere è un gioco di regole complesse

Recensione. ScenaMadre è andata in scena con LiberaTutti sul palco di Deiva Marina durante il Festival itinerante Nuove Terre, giunto alla decima edizione.

Foto Marco Pasquinucci

«Nuove Terre è nato proprio per una bomba d’acqua, nel 2013 a Monterosso al Mare». Sono le 8:00 e Marco Pasquinucci, Direttore Artistico, mi accompagna a Deiva Marina per prendere il treno del ritorno. Ci guardiamo intorno mentre la macchina attraversa le numerose gallerie dell’autostrada tra i fittissimi boschi, verdi ma non troppo, languenti come i fiumi in secca. Quella ligure è una terra assai strana, riluttante a lasciarsi abitare. Chi ci vive si aggrappa, in pericoloso bilico tra terra e mare, alla rapida e tagliente lingua di roccia; riservati e pungenti, a tratti coriacei eppure estremamente autoironici, i Liguri vivono da isolani. Di teatri in regione, al di fuori del perimetro di Genova, ve ne sono pochi; le comunità si assottigliano durante la bella stagione in tempi morti condivisi tra lavoratori stagionali e turisti. Da dieci anni Officine Papage, compagnia teatrale tosco-ligure, Impresa Sociale ETS, contribuisce a riannodare comunità; con estrema delicatezza, i suoi operatori, col sostegno delle istituzioni, rianimano esigenze sopite per la mancanza di momenti culturali che generino tessuto sociale.

Foto Marco Pasquinucci

Nuove Terre, gemello del toscano Festival delle Colline Geotermiche, raccoglie attorno a sé i dieci comuni di Framura, Bonassola, Deiva Marina, Moneglia, Sestri Levante, Brugnato, Levanto, Pignone, Sesta Godano e Varese Ligure.  Il 2 agosto, a Deiva, si porta a compimento uno dei processi di coabitazione che ha preso vita tra i banchi della scuola elementare “De Amicis” e del successivo laboratorio (la compagnia, nel 2021 è stata accreditata dal MIUR come soggetto per la promozione di temi di creatività nelle scuole). Quello laboratoriale è forse il momento più interessante, proprio in termini di ecologie della relazione, del Festival: è il momento di raccoglimento e costruzione della fiducia, è la visione lungimirante di un rapporto (sempre specifico e costruito ad hoc) che va curato. In parallelo, in piazza Bollo, dal pomeriggio, avviene sotto lo sguardo dei passanti la costruzione dello spazio teatrale; tutto è teatro, anche quello che normalmente non si vede. Sul palco in allestimento, gli attori poco più che ventenni di LiberaTutti, una produzione della compagnia ScenaMadre, sono già in spettacolo tra una battuta e una pausa per bere succo di frutta. Con loro ci sono i giovanissimi Sofia Pagano Soares e Nino Lechevalier. Lavorare con non professionisti, e con piccoli artisti, vuol dire accogliere la realtà delle cose che accadono, nell’accidente e nell’imprevisto; ma, ancora, teatro è anche ciò che non è previsto da un copione, teatro può essere la quotidianità. Arrivata la sera, il perimetro del palco si estende a tutta la piazza e i posti a sedere si riempiono di abitanti, genitori e nonni, insegnanti, curiosi e fedeli avventori del Festival. I perimetri sono un elemento di riflessione importante per la compagnia di Chiavari, impegnata nel portare avanti progetti di educazione teatrale per tutte le età: perimetri che si autodeterminano e si definiscono, per poi incontrarsi su un terreno che non sia di competizione (in special modo per bambini e adolescenti).

Foto Marco Pasquinucci

Sul palco, quattro ragazzi si espongono a uno sguardo critico (identificato semplicemente come Voce) che è lontano, tra il pubblico; essere da soli e sotto osservazione fa già parte del loro ruolo, in quanto elementi fondamentali di una società che mira a un costante potenziamento. Il gioco, che è la prima guida della costruzione di perimetri, si carica di edonismo e solitudine, e diventa attività professionale. I giocatori allora diventano atleti e introiettano regole che non hanno a che fare col divertimento o la condivisione e il sostegno, acuendo gli atteggiamenti aggressivi a causa della naturale inclinazione dei giovanissimi di intensificare le proprie emozioni, comprese quelle negative. Il ruolo di Voce, invece, è quello di smontare la dinamica agonistica per ricondurla a quella semplicemente ludica e lo fa imbastendo dei giochi. Il sistema è quello propriamente pedagogico maieutico ma, come è naturale che sia, la prime risposte sono problematiche: i toni sono agitati e tesi, sempre sopra le righe, i contatti fisici ridotti a placcaggi o spinte; dietro ogni affermazione c’è l’ansia per la vittoria. Inoltre, più si è piccini più lento sarà il processo di messa in discussione dei propri comportamenti perché, in quel caso, i primi a istigare la dinamica distorta della competizione sono i genitori (chissà quante mamme e quanti papà inconsapevoli hanno riso nell’ascoltare divertenti resoconti di esagitate tifoserie). La presenza di Nino e Sofia, la loro naturalezza, le loro voci acerbe, è un richiamo esplicito a guardare quella che è la realtà. I piani di azione, quella scenica e quella personale, si sovrappongono per delineare l’esasperazione di quelli di relazione. Sotto lo sguardo sempre più attento degli adulti, i giovanissimi esprimono le reali difficoltà di muoversi all’interno delle strette maglie di un tessuto sociale asfissiante, in cui è fondamentale prevaricare sugli altri o è necessario essere dolorosamente al di sopra delle proprie possibilità e inclinazioni. Lo spazio del palco allora si frantuma sotto le direzioni contorte del nastro bianco per linee di gioco. L’unico modo di superare l’ostacolo è aiutandosi senza riserve: saranno i compagni più grandi a suggerire a Nino, il più piccolo, il più recalcitrante, di muoversi con calma e di ascoltare. 

Valentina V. Mancini

Visto a Deiva Marina, La Spezia – agosto 2022

LIBERATUTTI

regia e drammaturgia Michelangelo Frola e Marta Abate
con Simone Benelli, Damiano Grondona/Francesco Fontana, Nino Le Chevalier, Chiara Leugio, Sofia Pagano Soares
produzione ScenaMadre / co-produzione Gli Scarti
con il sostegno di Comune di Genova – progetto Start and Go, Teatro Pubblico Ligure in collaborazione con Teatro Nazionale di Genova

 

 

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