8 giorni di festival tra spettacoli, reading, laboratori e percorsi di formazione al Ginesio Fest. Non mancano il premio in chiusura e alcuni tra i più interessanti artisti e gruppi della scena contemporanea. Articolo di presentazione in media partnership.
Un santo protettore degli attori, la sfida lanciata per ripopolare un borgo marchigiano ferito nel 2016 dal terremoto e un’idea, quella del teatro stabile cittadino che affonda le proprie radici addirittura a metà del 1500: in pieno Rinascimento veniva costruito un luogo in legno, deputato agli spettacoli, era un anfiteatro posto nella piazza principale. Come accadde in gran parte d’Italia fu però nell’Ottocento che prese forma l’idea di teatro comunale, intitolato a Giacomo Leopardi venne inaugurato nel 1877. L’apertura venne dedicata alla lirica, genere d’altronde dominante nel XIX secolo, con un libretto di Alfonso Leopardi e la musica di Vincenzo Bruti (artista proprio di San Ginesio), l’opera era stata appositamente scritta e si intitolava Addina, ovvero le nozze di Pasquella.
Insomma, luogo di storia e simboli teatrali, San Ginesio, che poi si sono arricchiti con l’istituzione del premio “All’Arte dell’Attore” a sua volta legato a un’altra storia che ha come protagonisti Remo Girone e una medaglietta con il santo cittadino che gli fu regalata al diploma d’accademia, lo raccontavamo in questo articolo. Dopo la direzione di Vinicio Marchioni e Milena Mancini, da quest’anno alla guida del Ginesio Fest è arrivato Leonardo Lidi, uno dei maggiori esponenti della nuova regia italiana; è l’artista piacentino, classe 1988, a dover intrecciare quei simboli e quella tradizione con il presente di un teatro contemporaneo in cerca di stabilità e di un nuovo inizio a seguito dei numerosi blocchi e impedimenti pandemici.
Il segno di Leonardo Lidi è visibile nel solco di un programma evidentemente dedicato al mestiere dell’attore e dell’attrice, con alcune sfumature che guardano a progetti anche meno conosciuti al grande pubblico ma di richiamo per appassionati e per coloro che abbiano voglia di scoprire importanti nomi della ricerca scenica: si pensi ad Angela Malfitano e Francesca Mazza con Due vecchiette vanno al nord di Pierre Notte, primo spettacolo in programma il 18 agosto. Il giorno seguente è il turno del Mistero buffo di Dario Fò e Franca Rame messo in scena nella versione del giovane e virtuoso Matthias Martelli; altro attore tra i più significativi della sua generazione è Lino Musella, che andrà in scena con L’ammore nun’è ammore, uno spettacolo composto tessendo i sonetti shakespeariani tradotti in napoletano da Dario Jacobelli. La linea dedicata agli artisti e alle compagnie legati al nuovo teatro e alla drammaturgia contemporanea trova i nomi di Caroline Baglioni con il suo cavallo di battaglia Gianni e i fiorentini Sotterraneo che qui porteranno il one man show Shakespearology, un lavoro imperdibile tra ironia e storia che mette al centro la figura del più importante scrittore dell’epoca elisabettiana nell’interpretazione magnetica di Woody Neri.
Interessante anche la proposta di Annamaria Troisi, Chiamami, una performance per uno spettatore alla volta che dovrà scegliere di mettersi in contatto telefonico con l’attrice per poter assistere (ed essere partecipe) dell’opera stessa. I reading di Remo Girone, La crociata dei bambini, lo spettacolo di Michele Di Mauro (vincitore del premio San Ginesio dello scorso anno), al debutto nazionale, dedicato alle parole e alla lingua di Vitaliano Trevisan rendono ancora più denso un programma che inoltre riesce a dare spazio anche agli spettacoli per bambini e famiglie; nel segno insomma di un’offerta plurima e variegata. Il Teatro Leopardi è ancora in restauro e gli spazi teatrali fioriscono dunque tra chiostri, palestre scolastiche, ex oratori e piazze.
«Puntiamo sia sui testi classici che sulla nuova drammaturgia, con un’attenzione particolare alle nuove scritture che non hanno paura di confrontarsi con la cronaca, con l’attualità, con la quotidianità», spiegava Leonardo Lidi ai microfoni di AdnKronos e sempre in quell’intervista l’attore e regista parlava della necessità di puntare sui giovani. Ecco l’attenzione al pubblico nuovo e (gli incontri/presentazioni dei gruppi al territorio “Tenersi in compagnia” vanno visti in questa ottica) e alla formazione con laboratori, percorsi e aperture al pubblico dei workshop.
Come da tradizione il Premio San Ginesio “All’Arte dell’Attore” chiuderà questa complessa mappa di relazioni, spettacoli e percorsi, nella sera del 25 agosto consegnando i riconoscimenti a Petra Valentini e Paolo Pierobon.
Redazione
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