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Inteatro Festival Bert & Nasi: una danza semplice e accessibile per creare insieme

Inteatro Festival 2022 si apre con The Beginning il 15 giugno, ancora inedito in Italia, del duo franco britannico di danzatori Bertrand Lesca e Nasi Voutsas. L’ospitalità internazionale è ripensata in una modalità “lenta”, di contatto con il territorio, per questo sono stati premiati da Arts Council con un progetto speciale. Una residenza, due workshop e due spettacoli, sarà infatti presentato anche The End, il 16 giugno, precedente lavoro della compagnia. Articolo in Media Partnership

Foto di Alex Brenner

In The Beginning come in The End, la danza è una proiezione del futuro. Qual è la vostra idea di presente che anticipa il futuro e qual è la relazione tra entrambe?

In the End vuole parlare di futuro come di qualcosa che possiamo solo immaginare, ma che incide sulla percezione che abbiamo del presente. Lo spettacolo inizia con un testo che ci spiega come la Terra un giorno si avvicinerà al Sole e scomparirà, ed è da questa evidenza scientifica che siamo voluti partire per proiettarci verso un futuro in cui immaginiamo le nostre vite dal momento in cui non staremo più insieme fino a quello in cui moriremo. Vorremmo quindi che questa nostra tensione illuminasse il presente ricordandoci dell’importanza dello stare insieme adesso, andando oltre una visione pessimistica caratterizzata da morte e tristezza. Immaginiamo dunque un futuro in cui cerchiamo di reinventare la nostra relazione a prescindere dalla prospettiva della fine.

Foto di Alex Brenner

Rispetto alla relazione con il territorio e la comunità di Polverigi come procede la residenza artistica a Villa Nappi?

Proprio in questi giorni stiamo lavorando alla nostra nuova pièce The Beginning e sta procedendo tutto per il meglio. È la prima volta che lavoriamo in Italia e lo spazio di Villa Nappi messo a nostra disposizione è perfetto, molto bello e facilita la concentrazione. Ma anche l’accoglienza è ottima e funzionale al processo creativo. Ci auguriamo quindi che il prossimo 15 giugno il pubblico possa apprezzare il frutto di questa nostra residenza artistica.

Bert & Nasi è un duo ma siete stati coinvolti anche in altri progetti collettivi. Come cambia il vostro punto di vista sulle pratiche quando lavorate con ensemble, altri performer e danzatori? 

Proprio recentemente abbiamo realizzato un progetto con una compagnia catalana chiamata Atresbandes dal titolo It dont’worry me (2020 ndr). È un approccio completamente diverso: come duo, ci sono solo le nostre due voci che si intonano rispetto a svariati aspetti che sappiamo accomunarci e quindi è più semplice; con un ensemble invece è parimenti interessante anche se è una sfida continua che implica un confronto con altri interpreti. Poi ci sono quegli altri progetti in cui ci rechiamo in un luogo e coinvolgiamo nel nostro percorso a due altre persone, come la residenza The Beginning work in progress a Villa Nappi, in cui abbiamo incontrato una decina di partecipanti di Polverigi di oltre sessant’anni che inevitabilmente hanno condizionato le nostre estetiche sia nel processo che in scena. Anche per The End abbiamo lavorato con un giovane performer del posto presentatoci dal teatro dove svolgevamo la residenza.

Foto di Alex Brenner

Avete vinto il Total Theatre and Forced Entertainment Award per la vostra danza politica. In che modo l’estetica della vostra gestualità incontra la politica?

La nostra è una danza molto semplice e minimalista che non ha intenzione di impressionare le persone. Certo, cerchiamo di presentare al pubblico spettacoli meritevoli ma non virtuosi, affinché nessuno si senta escluso e tutti possano compiere quei gesti, per questo poi troviamo interessante il coinvolgimento di gruppi di partecipanti nei nostri work in progress per poter insegnare loro quei movimenti. Pensiamo che sia questo l’aspetto politico della nostra danza che attiene anche alla capacità di poter progettare con le poche risorse, economiche, che abbiamo a disposizione. Abbiamo iniziato a lavorare in una stanza, eravamo solo noi due e il pubblico; questa austerità e umiltà è inerente alla politica che perseguiamo.

Secondo voi, oggi, qual è la sfida più grande per la danza?

Partendo dal presupposto che per noi ogni progetto di danza a cui ci dedichiamo è una sfida, perché non abbiamo mai seguito un metodo o frequentato una scuola, ci impegniamo molto e crediamo nel nostro movimento e tutto ciò che lo riguarda sia sempre una messa alla prova. Anche evitare di rompersi una caviglia è una sfida (sorridono ndr) per non rallentare ulteriormente il lavoro dopo ciò che abbiamo vissuto negli ultimi anni. La vera sfida è proprio continuare a fare arte, sempre, e cercare di farlo insieme.

Redazione

THE BEGINNING

interpreti Bertrand Lesca e Nasi Voutsas
e con Giampiero Piantadosi, Valeria Clementi, Maria Grazia Giordani, Maria Teresa Giglioni, Antonietta Giovagnoli, Cristina Messora, Patrizia Falcioni, Rossana Lovato
coreografia Laura Dannequin
video Guillaume Cailleau
responsabile tecnico Enrico Aurigemma
produzione Bert & Nasi Ltd.
distribuzione Le Bureau des Paroles
coproduzione The Lowry – Salford, UK; Cambridge Junction – UK; Festival Mythos – Rennes, France (en cours)
Soutiens Staatstheater Mainz – Mayence, Allemagne;
GIFT Festival – Gateshead, UK; Marche Teatro – Polverigi, Italie; Le Tetris – Le Havre, France; Festival Fragment(s) – Paris et en région

THE END

creato ed eseguito da Bertrand Lesca and Nasi Voutsas
coreografia Laura Dannequin
disegno luci Jessica Hung Han Yun
aiuto luci Ruth Green
responsabile di compagnia Ginny Graham
produttore Hannah Slimmon per Farnham Maltings

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