Torna Fuori Programma, il festival dedicato alla danza, quest’anno si apre ai processi, alle residenze, oltre agli spettacoli workshop e laboratori. Giugno e luglio a Roma. Contenuto in media partnership.
Un fuori programma è qualcosa in più, qualcosa che dovrebbe per definizione essere la coda di un programma principale, dunque qualcosa di esclusivo e in surplus: invece da anni, a Roma, Fuori Programma è un appuntamento fisso della danza estiva, una bella abitudine di fine stagione che può aprirsi al pubblico grazie al lavoro di E. D. A. e alla collaborazione del Teatro di Roma e del Teatro Biblioteca Quarticciolo. Il cartellone, vincitore anche del bando triennale di Roma Capitale dedicato all’Estate Romana, si sviluppa attorno a 5 sezioni: residenze, spettacoli, incontri, laboratori e progetti speciali. I luoghi invece sono 4, il festival scandaglierà le possibilità di messinscena e visione su spazi molto diversi tra loro: il palco del Teatro Biblioteca Quarticciolo, en plein air nel verde parco Tor Tre Teste Alessandrino e in Piazza del Quarticciolo, non mancano gli spazi più istituzionali del Teatro india ai piedi del Gazometro.
Il calendario pensato da Valentina Marini per questa edizione 2022, la prima senza mascherine e distanziamento, vede protagonisti storici alternarsi a talenti più emergenti e artisti di esperienza internazionale. Tra i primi, il lavoro di Enzo Cosimi, La bellezza vi stupirà, nato da una ricerca laboratoriale effettuata alcuni giorni prima con le cittadine e i cittadini, che sarà anche l’evento inaugurale nei giorni di 11 e 12 giugno al Teatro Biblioteca Quarticciolo; ancora tra i nomi e le compagnie italiane spicca quello di Emanuela Serra di Balletto Civile (nei primi due giorni di luglio nel foyer del TbQ); negli stessi giorni il collettivo guidato da Michela Lucenti chiederà al pubblico «di seguire un percorso disseminato di situazioni e personaggi anomali. Una schiera di creature stra-ordinarie al limite tra la semplice realtà che viviamo e la visione», con GENTE #Roma – Spettacolo itinerante per luoghi insoliti. Ancora sul versante dell’ibridazione dei linguaggi, quasi premendo sui confini delle possibilità formali e della relazione con lo spettatore (tra coreografia, installazione umana e arte pubblica), arriva in prima nazionale Please hold me di Nunzio Impellizzeri in cui ad essere esplorato è « il concetto di “supporto” su più livelli. Il pubblico sperimenta in prima persona le condizioni di “sostegno” e sceglie se essere un peso inamovibile o un supporto per la performance.»
Far incrociare forme spettacolari diverse sembra essere anche uno degli obiettivi di Clauda Caldarano, la coreografa e danzatrice performa infatti durante l’esecuzione musicale al piano di Simone Graziano. Rimanendo tra gli ospiti italiani, troviamo anche la coreografia di Mauro Astolfi per Spellbound Contemporary Ballet che insieme a nove interpreti indagherà il concetto di identità. È di base a Francoforte è la danza di Jacopo Godani, che verrà omaggiata con una serata d’artista nell’arena esterna di India il 6 luglio. Tra le coreografie a due segnaliamo anche quella di Giovanni Insaudo e Giovanni Leonarduzzi, Sueño de plata accoglierà la sfida dell’outdoor e andrà in scena 23 e 24 giugno al Parco Tor Tre Teste. Dalla Spagna Sharon Friedman arriva a Roma con due “pezzi”, in collaborazione con la Reale Accademia di Spagna, anche in questo caso sono due duetti in cui la coreografa scandaglia la relazione tra i corpi, le ripetizioni possibili del movimento, le tensioni dell’unione e il distacco. Da Israele, in chiusura di festival, l’8 luglio nello spazio all’aperto dell’Arena del Teatro India, andrà in scena la coreografia di Adi Boutrous, One More Thing: qui corpi si uniscono producendo una sommatoria che potrebbe essere vista come un unico corpo. Qual è il valore del singolo all’intero di un gruppo? Mascolinità, potere e ritualità sono i centri nevralgici della ricerca del coreografo nato nel 1989 a Beer Sheva.
Tra i momenti più interessanti di questo Fuori programma 2022 però non ci sono solo le presentazioni dei progetti finiti, ma anche tutti quei livelli in grado di aprire i processi creativi al pubblico. D’altronde per chi questo festival lo ha immaginato lo sguardo punta alla «genesi di un organismo vivo e mobile, una comunità in transito appunto, verso un territorio da riscrivere collettivamente», ecco allora che questa comunità in transito non può che scoprire anche ciò che spesso è celato.
A cominciare dalla prova aperta di Luca Brinchi, Irene Russolillo, Karima 2G, qui con If There Is No Sun, frutto incontri di forme, visioni e geografie lontane (3 e 5 luglio a India); fino alle residenze che troveranno casa al Teatro Quarticciolo con Naya Binghi e Pablo Girolami; e poi gli incontri guidati dalla Casa dello spettatore; la formazione con quattro workshop di caratura internazionale e il progetto speciale di Anna Basti che tenterà di portare la danza classica in una dimensione urbana: «l’idea è quella di muoverci dentro il paesaggio urbano mantenendo la struttura di una tipica lezione di danza classica, sbarra e centro, declinata però nell’arredo e negli spazi della città. Proveremo a ripensare la città stessa come a un enorme spazio di attraversamento per diagonali e manège. Non sbarre ma muretti. Non punte ma scarpe comode».
L’obiettivo insomma è quella di mettere la danza e i linguaggi del corpo al centro di un reticolo di rapporti e geografie cittadine; dove curiosità e passione si muovono verso il pubblico anche grazie alla possibilità di far incontrare la creazione artistica dal punto di vista esperienziale.
Redazione
Info e programma: https://www.fuoriprogramma.com