Giselle e il teatro musicale, di Maria Venuso

Dell’intero repertorio romantico, il balletto Giselle ou Les Willis (in due atti, del 1841) è quello più complesso. Perché ci si ritrova tutto: seduzione, tradimento, follia, spettralità, morte per differimento, svalutazione della vendetta, amore senza contropartita. È stato ideato da Theophile Gautier (lettore di Heine), musicato da Adolphe-Charles Adam e coreografato (prevalentemente) da Jean Coralli e (per le parti dell’interprete principale, Carlotta Grisi) da Jules Perrot. È concordemente considerato capolavoro della scuola francese. Il libro di Maria Venuso ne ricostruisce la complessa genesi in stretta dipendenza, invece, con esperienze coeve del teatro musicale italiano (Rossini, su tutti). Ne consegue un inedito corpo a corpo tra partitura e drammaturgia del balletto con quanto accadeva al Teatro San Carlo (dove passavano tutti: Salvatore Viganò, Armando Vestris, Jean Coralli, Louis Henry), e a Napoli, «già capitale europea della musica, terreno esposto all’influenza francese, ma crocevia transnazionale di migrazioni [di artisti] di diversa natura e, più di qualsiasi altra capitale, luogo di stratificazione di culture diverse e importanti». Ciò che va in crisi è l’idea monolitica di scuole nazionali, a favore di una loro contaminazione che a Napoli «rappresenta, per la sua natura di territorio storicamente multietnico, un terreno privilegiato di scambi continui, di tradizioni che si incrociano e non si isolano». Completa il volume una disamina delle più note versioni italiane del balletto, a partire da Gisella ossia il Ballo notturno (Torino, 1842). (Giselle e il teatro musicale. Nuove visioni per la storia del balletto, di Maria Venuso, Edizioni Polistampa, 2021)
Stefano Tomassini
Insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi.

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