HomeMedia partnership Colpi di scena: una nuova vetrina del teatro contemporaneo a Forlì

Colpi di scena: una nuova vetrina del teatro contemporaneo a Forlì

Dallo storico festival biennale dedicato al teatro ragazzi nasce un appuntamento dedicato alla drammaturgia contemporanea. A Forlì 30 settembre, 1 e 2 ottobre 2021. Articolo di presentazione in media partnership.

Città di Ebla Anteprima Semmelweis ph.gianluca-naphtalina-camporesi

Accademia Perduta/Romagna Teatri viene fondata nel 1982 da parte di un gruppo di giovani attori che voleva lavorare per le nuove generazioni, il cosiddetto teatro ragazzi. Il lavoro di quei giovani comincia ad essere ripagato dopo quattro anni: nel 1986 il Ministero riconosce la compagnia come “Organismo stabile di Produzione, Programmazione, Promozione e Ricerca Teatrale per l’infanzia e la gioventù, definendo dunque il nucleo della società cooperativa diretta Claudio Casadio e Ruggero Sintoni. Nel 1995 questa direzione porta ad un appuntamento biennale, un festival chiamato Colpi di Scena (che nel 2004 vincerà anche il Premio ETI “Stregagatto” come “miglior festival di Teatro Ragazzi”). 

Quell’appuntamento biennale diventa ora un percorso annuale che alterna il lavoro dedicato alla scena per bambini e ragazzi alla ricerca di uno sguardo dedicato invece ai linguaggi del contemporaneo. D’altronde, Accademia Perduta si è sempre occupata anche di teatro non specificatamente rivolto ai giovani e in una recente intervista a paneacquaculture.net Sintoni e Casadio hanno affermato: «Colpi di Scena ha sempre avuto momenti in cui sono stati proposti spettacoli non rivolti ai più piccoli […]; anche l’accoglienza ricevuta da questi spettacoli per il pubblico adulto ci ha fatto capire la necessità di estendere lo sguardo del festival al teatro contemporaneo, un’evoluzione naturale perché in linea con la progettualità del nostro Centro di Produzione che, oltre al teatro ragazzi, negli anni si è sempre più concentrata sulla contemporaneità con progetti d’impegno civile e sociale».

(S)Blocco5 – Foto Ufficio Stampa. In programma con Thinking Blind

Dunque, un nuovo festival (in collaborazione con Ater) per le compagnie e gli artisti che cercano di utilizzare il teatro come lente di ingrandimento (o come specchio deformante) per guardare il mondo e la complessità del reale: ecco allora la drammaturgia contemporanea di Alessandro Berti, con le sue riflessioni e invettive sui tabù occidentali; Kepler-452 e l’indagine sugli odiatori sociali; Occhisulmondo che torna a lavorare su Shakespeare, con Otello; l’anteprima di una nuova opera di Città di Ebla su Céline; Menoventi che porta a termine un percorso triennale su Majakovskji; e poi Emanuele Aldrovandi, Collettivo Lacorsa, Teatro delle Albe / Luigi Dadina, Studio Doiz, Fondazione Sipario Toscana / Paola Fresa, (S)Blocco5, Menoventi, Instabili Vaganti, Les Moustaches. Insomma uno spaccato di teatro contemporaneo che attende gli occhi degli spettatori e delle spettatrici ma che trova la propria funzione anche come vetrina per operatori, produttori, addetti ai lavori, visto il fitto calendario che vedrà alternarsi gli spettacoli sui palchi di Forlì e dintorni (Teatro San Luigi, Teatro Testori, Teatro Il Piccolo, Teatro Diego Fabbri, EXATR, a Bagnocavallo nel Teatro Goldoni, Teatro Socale di Piangipane) già dal primo pomeriggio del 30 settembre, fino al 2 ottobre.

MENOVENTI, IL DEFUNTO ODIAVA I PETTEGOLEZZI. Foto Ufficcio Stampa

Inoltre il 1 e 2 ottobre in mattinata, nel Ridotto del Teatro Diego Fabbri, ci saranno due incontri: quello del 2, L’avventura del testo teatrale, è un dialogo tra Federica Iacobelli (curatrice della collana editoriale dedicata alla “letteratura teatrale” I gabbiani, ed. Primavera) e Massimo Marino, “un momento di incontro per raccontare il rapporto tra le parole del teatro e i giovani”, a partire dal lavoro di Giuliano Scabia. L’incontro del 1 ottobre, Parliamo del nostro presente (entrambi al Ridotto del Teatro Diego Fabbri) è invece ideato da Renata M. Molinari per interrogare la creazione artistica rispetto al proprio destinatario: la drammaturga e studiosa (con il monitoraggio della nostra rivista) porrà agli artisti in programma delle domande circa la relazione con lo spettatore: «A chi parliamo? Con chi parliamo? Chi ci parla, chi parla di noi? Queste le domande chiave, semplici e dirette, per sondare le relazioni vitali del teatro, oggi. Domande concrete, che possono aprire dall’interno della pratica teatrale questioni annose, troppo spesso affidate al dibattito teorico o allo scontro ideologico: la questione del pubblico, quella della critica, ma soprattutto quella della società e delle comunità di donne e uomini che “fanno teatro”.»

Redazione

Info e programma Colpi di Scena 2021

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