#sottocento. Inchiesta sui piccoli spazi teatrali indipendenti a un anno dalla pandemia. Nel 15° appuntamento risponde TEATROinSTALLA (Roma)
#sottocento vuole indagare insieme alle direzioni artistiche degli spazi più esposti (piccoli teatri, indipendenti, ecc.), quali siano state le problematiche affrontate e da affrontare, quali le strategie di sopravvivenza messe in atto – economiche artistiche e umane. Leggi l’introduzione completa
Abbiamo posto le 6 domande di #sottocento a Paolo Parnasi di TEATROinSTALLA, uno spazio situato nella campagna di Ostia Antica, con una platea di 70 posti.
Quali attività avete messo in campo per reagire a quest’anno di pandemia?
Il lockdown ci ha preso di sorpresa, stavamo ipotizzando un cartellone per la prossima stagione insieme ad altre realtà provenienti non solo dal Lazio ma anche da altre Regioni e abbiamo dovuto sospendere tutto. Abbiamo messo in piedi la prima produzione del TEATROinSTALLA.
uno spettacolo sul mito di Arianna con protagoniste tre donne: Paola Negrin attrice, Ilaria Migliaccio regista e Silvia Pietrovanni drammaturga.
Una produzione condivisa TEATROinSTALLA e Franca Battaglia Teatro. Lo spettacolo è pronto, doveva debuttare il 31 ottobre 2020, speriamo di portarlo in scena al più presto.
Durante il blocco ci siamo anche concentrati su un ripensamento della gestione dello spazio e stiamo ragionando sull’idea di puntare più sulla formazione creando una vera e propria “Fabbrica Culturale”, rivolta soprattutto ai giovani.
Quali contributi statali, regionali o comunali siete riusciti a intercettare?
La cosa che più ci ha lasciato la bocca amara è stata la totale assenza delle Istituzioni. Le piccole realtà come la nostra, che risultano come associazioni culturali, per loro non esistono. Abbiamo partecipato all’occupazione da parte dei lavoratori dello spettacolo del Globe Theatre e ci siamo resi conto che sono molte le realtà in questa situazione e insieme alle altre categorie dello spettacolo dal vivo cercheremo di scrivere regole che riconoscano la nostra esistenza. Comunque nessun aiuto e l’unico che poteva arrivare dalla Regione Lazio, ora è bloccato per irregolarità.
Per quella che è ad oggi la vostra situazione economica e organizzativa quanto potreste sopravvivere ancora?
La sopravvivenza è molto a rischio. Nessun aiuto, regole troppo strette per realtà come la nostra, rendono quasi impossibile la riapertura.
Bisogna tener conto anche che le persone hanno ancora paura di andare in luoghi pubblici e sicuramente hanno meno soldi da destinare ad attività culturali, non riuscendo a mettere insieme il pranzo con la cena.
Con le condizioni sanitarie attuali riaprireste il vostro teatro?
La riapertura all’interno è da escludere. Non ci sono le condizioni. Se riusciremo a organizzare l’esterno forse si potrebbe pensare a una piccola stagione estiva, sempre che non si torni a ulteriori restrizioni.
Cosa chiedete adesso alla politica nazionale, agli enti locali e alle grandi istituzioni culturali (teatri pubblici, musei, università, fondazioni…)?
Cosa chiedere alle Istituzioni? Sicuramente di poter vivere in un paese dove la cultura abbia un ruolo determinante. Una riforma strutturale di tutto il settore dello spettacolo dal vivo. Per quanto riguarda le piccole realtà, comuni e municipi dovrebbero impegnarsi di più per garantirne la sopravvivenza. Spazi come TEATROinSTALLA operano a fatica per dare ai territori di appartenenza un vita culturale che spesso risponde anche a problemi sociali.
Ci raccontereste un’attività, messa in campo in questo periodo da un’altra realtà teatrale, che vi ha interessato o colpito?
L’uso di internet da parte di molti attori e compagnie ha sicuramente aiutato in questo periodo di astinenza dal Teatro. Però il Teatro è un’altra cosa, il Teatro è contatto fisico tra attori e attori, tra attori e pubblico. Quello che abbiamo visto sul Web è un’altra cosa. Il nostro grazie va comunque a coloro che malgrado il Covid sono riusciti a mantenere questo contatto.
Paolo Parnasi – TEATROinSTALLA per #sottocento
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