Una lettera aperta di Motus in attesa di Tutto Brucia e Santarcangelo Festival 2021
Trent’anni di teatro, arte e spettacolo, impegno e sguardo al presente. Ora Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande tra rabbia la rabbia per lo stallo e “l’attesa del disgelo” si raccontano attraverso un testo che pubblichiamo in esclusiva: il dolore per il debutto mancato del nuovo spettacolo Tutto Brucia, le difficoltà di programmare un festival nelle condizioni attuali, il rapporto con le giovani generazioni e la diffidenza nei confronti di una riapertura, quella del 26 aprile, solo parziale (valida per tutti quei soggetti che possono accogliere il pubblico con le attuali condizioni).
Motus nel 2021 celebra i suoi 30 anni di attività, fa impressione scriverlo ma è reale: nel 1991 abbiamo presentato il nostro primo spettacolo nello spazio Giovani Proposte del Festival di Santarcangelo, allora diretto da Antonio Attisani, edizione memorabile con l’arrivo dei Mutoid Waste Company che si stabilirono poi a Santarcangelo. Lo spettacolo era tratto da Lo stato d’assedio di Albert Camus: un sinistro collegamento dal momento che il romanzo, bellissimo, narra proprio del propagarsi della peste e ha inizio con un ordine del Governo che vieta di uscire dalle proprie abitazioni… e ora ci troviamo immersi nella stessa situazione. In questi ultimi due anni dalle cifre cabalistiche tutto pare confluire in un vortice di celebrazioni straordinarie (siamo anche alla direzione artistica di Santarcangelo Festival, di cui ricorrono i 50 anni), segnate però dall’irruzione della pandemia, che ha stravolto le nostre vite, le modalità produttive di tutto il mondo dello spettacolo, per non parlare della società civile falcidiata e irreversibilmente impoverita. Abbiamo da subito deciso di continuare a fare, organizzare comunque l’edizione d’emergenza del Festival chiamandolo Futuro Fantastico nel luglio scorso e proseguire con il nostro importante progetto Tutto Brucia.
Come compagnia finanziata dal ministero possiamo godere di una certa stabilità avendo i contributi assicurati e la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione… ma per tutte le compagnie indipendenti e giovani è massacrante. Le nuove generazioni, con cui da anni stiamo lavorando a partire dall’insegnamento all’Università IUAV di Venezia e alla Manufacture di Losanna (è lì che abbiamo realizzato il nostro ultimo Rip it up and start again) sono diventate immediatamente una priorità. Abbiamo lavorato per mesi per organizzare il secondo atto del Festival, nel dicembre 2020, dal titolo Winter is coming, aperto solo a emergenti in vari ambiti artistici… ma è stato poi annullato e trasformato in una maratona online di 10 ore. Ci auguriamo di poter ospitare le 12 giovani formazioni alla prossima edizione di luglio 2021!
Con Motus da qualche anno abbiamo fondato Motus Vague, una factory tutta rivolta a sostenere alcune compagnie offrendo supporto logistico, promozionale e amministrativo e, cosa più importante, cercando un dialogo transgenerazionale, perché l’esperienza e la lunga attività artistica non devono essere motivo di appagamento e sedentarietà, ma stimolo verso lo sconosciuto, verso il nuovo che avanza… è poco, ma ciò che possiamo davvero fare offrendo in cambio il sapere accumulato in questi 30 anni di esperienza per chi inizia ora, in questi dark times.
Anche per Tutto Brucia abbiamo pensato inizialmente di aprire il processo creativo a giovani artiste/i organizzando un grande workshop all’Arboreto di Mondaino (uno spazio di residenze vitale, che ha accolto in prova quasi tutte le nostre nuove produzioni) nello scorso novembre, quando i contagi aumentavano inesorabilmente… Hanno aderito alla call più di 1000 artiste/i a testimoniare quanto sia accesa la sete di fare esperienze formative altre, fuori dalle Accademie tradizionali. Ne abbiamo selezionati solo 20 perché con le limitazioni pandemiche non era possibile lavorare con gruppi più grandi, ma è stata una esperienza meravigliosa e fondante, abbiamo aperto e condiviso le aree di ricerca drammaturgica di Tutto Brucia sperimentandovi in forma libera e prorompente.
Dopo l’ultima residenza a Mondaino che avrebbe preceduto il debutto del 18 marzo al Teatro India di Roma lo spettacolo è pronto, ma abbiamo dovuto rimandarlo. Aspettiamo agosto per rifare altre prove, l’autunno per debuttare al Teatro India
E ora? Aspettiamo… è come fare l’amore senza orgasmo. Arrivi quasi alla fine di un percorso e non c’è quell’esplosione catartica che scatena l’occhio di chi siede nello spazio con te.
È certo un bene che ci si avvii alla riapertura proclamata per il 26 aprile – purché in vera sicurezza – e sempre più allargata degli spazi… ci sono comunque tante lavoratrici e lavoratori che tornano a lavorare…ma chi in effetti riguarda questo propagandistico ritorno “alla normalità”? I grandi Teatri, le grosse istituzioni già super tutelate, con un grande numero di posti a sedere… ma rispetto a quello che è la vera linfa vitale del paese, ovvero i piccoli spazi indipendenti o gestiti da artisti, così come le piccole sale cinematografiche d’essai…? Nulla. Si riparte senza essere ripartiti dai problemi che stanno alla base del sistema, che gli attivisti delle recenti occupazioni hanno rivendicato a gran voce e con puntualità, ed è come rifarsi il trucco senza essersi lavati la faccia.
Motus
Motus è una compagnia di teatro indipendente nata nel 1991 a Rimini. Attraverso spettacoli dal forte impatto racconta realtà, conflitti e contraddizioni del nostro presente. Tra i temi maggiormente rappresentati, quello del confine (mentale, fisico e geografico), protagonista dei lavori più recenti della compagnia, come MDLSX e Panorama. Alle produzioni artistiche, Motus affianca anche l’attività di formazione e ricerca, svolgendo incontri, masterclass e lezioni presso diversi atenei italiani ed esteri. Numerosi i riconoscimenti ottenuti dal gruppo per il proprio lavoro, tra cui segnaliamo la vincita di 3 Premi UBU per il Teatro.
Leggi articoli e riflessioni su Coronavirus e teatro
Leggi anche l’intervista Il fantastico al potere. Santarcangelo 50 firmato Motus