laboratorio di costruzione drammaturgica
Il ‘900 ci ha lasciato un’eredità a cui vorrei rinunciare. Non voglio assumere su di me nessun debito, fosse anche di riconoscenza intellettuale, verso una visione accreditata che ha posto l’uomo di fronte alla sua solitudine e al baratro di un’esistenza inconoscibile. Con un estremo atto di hybris, voglio affrancarmi da questi legami. Una goccia in un oceano forse, ma propria quella che dà senso al mio lavoro con la Compagnia della Fortezza.
L’uomo è stato raccontato in tutte le forme che sembrano privarlo di un’altra possibilità. Ci si è come assuefatti all’idea che non ci sia molto da fare, che tutti i tentativi di far emergere e immaginare altre potenzialità siano solo illusioni. Rischiamo di sentirci come persi e svuotati di senso. Ce ne addossiamo facilmente la responsabilità spostando tutto su un piano personale, senza renderci più conto che questo clima culturale ci sta fiaccando, determinando il nostro non agire. È sull’insorgere di questa crepa culturale in noi, capace di assorbire i rivoli di qualsiasi energia vitale volta a guardare oltre il momento storico contingente, che penso si possa agire con il teatro.
La drammaturgia è per me creazione di un altro mondo. È opposizione, contrasto e al tempo stesso pianificazione di una strategia che costruisce demolendo, sostituendo alcune parti inefficaci con altre. È un atto ricreativo. È il bisogno di aprire a nuove possibilità. Non è fuga nella realtà, non è ripetizione dell’esistente. È ricerca della felicità in quanto fine ultimo assegnato agli uomini e alle loro azioni. Da oltre trent’anni nel Carcere di Volterra sviluppiamo attivamente questa pratica. Adesso voglio provare a condividerla.
Armando Punzo
note tecniche
- Il laboratorio dovrà essere preceduto da un incontro preliminare di una o due ore ( dipende dal numero dei partecipanti) da tenersi in un giorno immediatamente a ridosso dell’inizio
- Si chiede che all’atto dell’iscrizione i partecipanti diano il loro numero di cellulare mail per la costituzione di un gruppo chat temporaneo e di una mailing lists, per la condivisione e lo scambio in tempi rapidi di materiali.
- Qualora se ne presentasse la necessità, Il laboratorio potrebbe iniziare prima o prolungarsi oltre l’orario stabilito ( ovviamente sempre in accordo con i partecipanti).
Direzione Artistica: Antonio Mingarelli
Nato a Cercola (Napoli) nel 1959, inizia la sua attività a Napoli nel ’78 con spettacoli di strada del Teatro Laboratorio Proposta.
Il 1988 è l’anno in cui inizia a lavorare con i detenuti del Carcere di Volterra: nasce così la Compagnia della Fortezza, allora unico progetto di teatro in carcere, e sicuramente un nuovo modo di fare teatro. Alla direzione della Compagnia crea i seguenti spettacoli:
“La Gatta Cenerentola” di De Simone, “Masaniello” di E. Porta, “O juorno ‘e San Michele” di E. Porta (Premio Speciale UBU), “Il Corrente” di E. Porta, “Marat-Sade” di P. Weiss (Premio UBU miglior spettacolo, Premio UBU Speciale), “La Prigione” di K. Brown, “L’Eneide” di Virgilio, “I negri” di Genet, (Premio Europa Nuove Realtà Teatrali Taormina Arte, Premio Speciale Teatro Festival Parma), “Orlando Furioso” da Ariosto, “Insulti al pubblico” di P. Handke, “Macbeth” di W: Shakespeare, “Amleto” di W. Shakespeare, “L’opera da tre soldi” di Brecht, “I Pescecani” da Brecht e Punzo (Premio UBU miglior spettacolo, Premio Carmelo Bene della rivista Lo Straniero, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro), “Pasolini. Elogio al disimpegno”, “Appunti per un film”, “Budini, capretti, capponi e grassi signori”, “Pinocchio-lo spettacolo della Ragione”, “Alice nel paese delle meraviglie “Saggio sulla fine di una civiltà” (Premio UBU miglior regia), “Hamlice”, “Romeo e Giulietta- Mercuzio non vuole morire”, “Santo Genet”, “Shakespeare. Know well”.
In ambito formativo nel biennio 1999/2000 ha condotto per la Biennale di Venezia un laboratorio poi concretizzato nello spettacolo “Nihil – Nulla”.
Lo spettacolo è stato in tournée in Italia e all’estero nel 2002 e 2003 dopo un ulteriore periodo di laboratorio.
Nel 2004 ha condotto un laboratorio internazionale denominato “Progetto Brecht”, co-prodotto da Teatro Metastasio Stabile della Toscana (Italia), Festival de Liege (Belgio), Spielzeiteuropa -Berliner Festspiele (Germania) in collaborazione con Centre des Arts Sceniques (Belgio), Ferme du Buisson (Francia) e Theatre de la Place (Belgio). Da questo percorso laboratoriale è stato messo in scena lo spettacolo “Il Vuoto ovvero cosa resta di B. Brecht”, che ha debuttato a Liegi durante il Festival e in Italia a Prato e che proseguirà la tournée fino al 2006, toccando alcune fra le più importanti città europee fra cui Parigi e Berlino.
Il lavoro con non professionisti anche all’esterno del carcere resta una costante, confermata dall’esperienza del settembre 2015 di “Paradiso – Voi non sapete la sofferenza dei santi“, lavoro che ha visto Punzo lavorare con un gruppo di cittadini del Quartiere Tamburi di Taranto, all’ombra degli altiforni del famigerato insediamento industriale dell’ILVA.
Ha co-diretto il festival Internazionale Volterra Teatro nelle edizioni ’96, ‘97 ,‘98 e ‘99 e dall’anno 2000 fino ad oggi ha la direzione artistica e la gestione organizzativa del Festival.
Nel 2001 e 2002 il progetto di teatro e carcere con la Compagnia della Fortezza ha avuto il riconoscimento di “Progetto Speciale” da parte del Ministero dello Spettacolo. E’ spesso invitato in Italia ed all’estero a tenere seminari, workshop e conferenze sull’esperienza della Compagnia della Fortezza. Ad oggi, su queste esperienze sono stati realizzati numerosi libri, pubblicazioni oltre che numerosissime tesi di laurea e dottorati di ricerca nelle più diverse discipline, sia in Italia che all’estero.
L’impegno a livello internazionale si fa sempre più forte a partire dal 2009, anno in cui si fanno più intensi i rapporti con una sua ex allieva, la regista libanese Zeina Daccache, attiva nel carcere di Roumieh a Beirut, il più popoloso di tutto il Libano, ove è impegnata con il primo progetto di teatro in carcere nell’area medio-orientale. Sempre al recente passato risale l’ intervento al primo simposio internazionale di teatro e carcere in America Latina e Europa tenutosi a Santiago del Cile nel 2010.