In occasione della giornata mondiale del risparmio energetico, la compagnia teatrale Mulino ad Arte diretta da Daniele Ronco, lancia Green Stream il canale digitale dedicato alla sostenibilità ambientale. Ne parliamo con Federica Leone che, dopo il percorso professionalizzante svolto grazie a Dominio Pubblico, è organizzatrice della compagnia e del format Teatro a Pedali.
Ci sono posti a Roma ormai chiusi che hanno permesso non solo all’arte di fiorire ma anche e soprattutto alle persone di incrociare conoscenze, far incontrare similitudini e tensioni che grazie a quell’habitat fertile e straordinario hanno potuto generare altrettante reti di relazioni attorno ai progetti, per farne poi germinare e proseguire di altri. Per questo la loro chiusura, seppur nella grave perdita, può dirsi un passaggio quasi fisiologico, per nulla casuale, forse necessario. E ci emoziona ritrovarci a distanza di anni a incontrare attenzione, caparbietà e passione che contraddistinguono oggi il lavoro di Federica Leone che dal 2016 è professionista nell’ambito dello spettacolo dal vivo in quanto manager, organizzatrice, ufficio stampa della compagnia Mulino ad Arte e mamma di Michele e del suo prossimo fratellino. Classe 1989, dopo la laurea in “Letteratura, Musica e Spettacolo” presso l’Università La Sapienza di Roma, frequenta i laboratori del fu Teatro dell’Orologio e lì per un inizio fortunato di carriera grazie anche alla partecipazione ai workshop professionalizzanti di Dominio Pubblico, conosce l’attore Daniele Ronco, fondatore della compagnia Mulino ad Arte e suo compagno, sia nel lavoro che nella vita. La abbiamo incontrata per farci raccontare quanto l’amore e il rispetto per l’ambiente come scelta di vita abbiano portato, con dedizione e sacrificio, a una condivisa scelta professionale riflessa nei progetti della compagnia che ne testimoniano il costante impegno profuso.
Sostenibilità ambientale a teatro. Quale sinergia?
La nostra sfida è la più dura battaglia. Ad oggi e rispetto a sei anni fa la percezione esterna del nostro lavoro è cambiata molto, soprattutto dopo l’attenzione al tema portata avanti da Greta Thunberg e dal movimento Fridays for Future. Occupandomi della promozione e distribuzione degli spettacoli, mi sono resa conto di quanto prima questo tema venisse considerato come importante certo ma programmabile soltanto in alcune giornate dedicate, oggi invece ha una risonanza tale da riempire tutto l’anno le piazze ancora prima dei teatri. Quella di Mulino ad Arte è un’identità riconoscibile all’esterno e nella quale, allo stesso tempo, io e Daniele ci riconosciamo intimamente e familiarmente: è un lavoro frutto di una scelta di vita, di sensibilità verso ciò che ci circonda, che ha incontrato la nostra passione e che ha avuto ricadute professionali. Facciamo spettacoli sull’ambiente perché a casa facciamo la raccolta differenziata, usiamo il compost, acquistiamo pannolini di mais e cerchiamo quotidianamente di inquinare il meno possibile in ogni singolo gesto e scelta. Vita, teatro e anche scienza, perché abbiamo tessuto, tra gli altri, legami imprescindibili con l’Università di Torino, con il padre del Movimento della Decrescita felice Maurizio Pallante e la nutrizionista Sabina Bietolini.
Dal punto di vista drammaturgico invece, cosa contraddistingue le vostre produzioni?
Ciò di cui abbiamo parlato finora entra a far parte della nostra scrittura drammaturgica: dallo spettacolo Mi abbatto e sono felice (di e con Daniele Ronco che non utilizza energia elettrica in maniera tradizionale ma si autoalimenta grazie allo sforzo fisico prodotto dall’attore in scena ndr) a Chaos-Humanoid B12 (con Elena Aimone, Daniele Ronco, Jacopo Trebbi ambientato nel 2026, in un mondo in cui si è arrivati alla deriva del progresso tecnologico ndr). E poi Il grande giorno, scritto insieme a Caroline Baglioni e che vede in scena Daniele con Elena Aimone e il pesce Arturo, a cui ha dato la voce Tullio Solenghi; (una reclusione forzata accompagnata dalla domanda: che cosa accadrebbe se improvvisamente fossimo costretti a rallentare? ndr) Insieme a Ugo Dighero, Daniele sta ora scrivendo Un pianeta ci vuole… C’è nessuno? Incentrato sui temi cardine che ognuno di noi dovrebbe assimilare per costruire un futuro sostenibile. Ma non ci rivolgiamo solo agli spettatori teatrali e non vogliamo fare solo teatro, ne è la dimostrazione il format Teatro a pedali per il quale è possibile organizzare qualsiasi spettacolo dal vivo a impatto zero, alimentando la scena con un sistema di co-generazione elettrica azionato da una serie di biciclette collegate a un impianto di accumulo ndr.
Di solito si parla del rispetto di criteri di sostenibilità ambientale (ESG) in ambiti dediti al welfare, come nel terzo settore, pmi, aziende, grandi gruppi bancari e assicurativi, multinazionali. In che modo invece la vostra idea di “arte sostenibile” sta acquisendo la propria capillarità territoriale?
Io e Daniele viviamo a Roletto in provincia di Torino e lavoriamo al Teatro Il Mulino di Piossasco, dove avremo la nostra sede operativa per i prossimi dieci anni. Al nostro insediamento presso il Mulino di Piossasco abbiamo partecipato al bando Luoghi della cultura della Compagnia di San Paolo, aggiudicandoci ottantamila euro con il progetto Green Theater – da vecchio mulino ad eco-teatro. In questi anni il supporto della Compagnia di San Paolo, così come di altri importanti enti sostenitori, fra i quali Cariplo con il bando Funder 35 e la Fondazione Crt di Torino con il bando Not&Sipari, ci hanno permesso di darci una struttura professionale e di espanderci sul territorio. Per esempio a Roma siamo venuti in contatto con il gruppo della Decrescita felice e grazie a loro abbiamo potuto fare altre date in Emilia Romagna e poi in Trentino. Per la mia compagnia parlare di sostenibilità non vuol dire solo teatro: il tema green trova per noi declinazione in linguaggi trasversali, grazie anche al confronto con altre persone, che ci permette di fare rete e posizionarci fra gli attori del dibattito sulla sostenibilità. Tornando al teatro, qualcosa di importante si sta muovendo e si stanno aggiungendo nuovi interlocutori: prima che arrivasse la pandemia avevamo fissato delle date in molte città italiane, come al Teatro Libero di Palermo, a Milano con il Teatro Franco Parenti, al Teatro Sociale di Como e poi a Roma, dove arriveremo verso la fine dell’anno poiché siamo in dialogo con l’ATCL, con lo Spazio Rossellini e anche con il Teatro Vittoria.
Ma quanto costa questa sostenibilità, sia in termini economici che attuativi?
Se escludiamo le buone pratiche che non comportano l’acquisto di materie prime o prodotti di uso e consumo, il green costa ed è un dato di fatto. Anche per realizzare i nostri progetti servono tanti soldi. Oltre agli ottanta mila euro vinti con il bando Compagnia San Paolo, serviranno molte altre risorse se vorremo davvero mantenere la promessa fatta. Al momento è grazie alle nostre risorse e alla rete di relazione creata in questi anni che abbiamo potuto contribuire allo sviluppo del progetto Green Theater e rendere ecosostenibile il nostro teatro. Il foyer è stato creato dal nostro architetto sensibile all’ecoedilizia, il quale ha messo in campo una squadra di suoi partner progettando un salotto con materiali poco impattanti. Certo, sarebbe stato più semplice comprare dalle grandi catene ma abbiamo scelto di fare un acquisto lungimirante che possa aiutare noi e l’ambiente. Grazie alla sensibilità dell’Amministrazione di Piossasco, ci è stato donato un bancone in legno, che altrimenti sarebbe finito alla discarica.
Che la pandemia da Covid-19 sia stata causata dal dissesto climatico e dai tragici incendi in Amazzonia e in Australia è purtroppo un dato di fatto. L’emergenza sanitaria che ripercussioni ha avuto sulla vostra vita personale e quindi professionale e in che modo avete modificato la produzione a riguardo?
Da una vita frenetica, in cui quotidianamente ci muovevamo tra le regioni, portando con noi nostro figlio Michele durante l’allattamento e poi lo svezzamento, anche noi siamo stati costretti come tutti a rinchiuderci in casa. Il mondo fuori faceva paura ma devo ammettere che nella nostra campagna sembrava di vivere un sogno. Un incubo invece dal punto di vista professionale perché abbiamo dovuto subito fare i conti con la chiusura dei teatri e soprattutto con l’idea di dover adattare il nostro lavoro al cambiamento in atto. Durante i mesi di lockdown abbiamo rimodulato la nostra proposta culturale creando dei contenuti ad hoc per il web, sempre gratuiti per il pubblico. Negli ultimi mesi abbiamo invece formulato una proposta più strutturata dal titolo A teatro da te, una vera e propria rassegna teatrale on-line. Parallelamente all’attività produttiva abbiamo pensato e progettato Green Theater, grazie al quale proviamo ad attuare una vera rivoluzione sostenibile non solo con i testi teatrali, ma anche mediante azioni concrete, tangibili ed inequivocabili. Per citarne alcune: dematerializzazione della biglietteria cartacea, pulizia dello spazio con prodotti biodegradabili, stop alle affissioni di grandi manifesti, relamping del palcoscenico con luci a led…
Digitalizzazione e ambiente. Il teatro on line inquina di meno?
Leggevamo tempo fa che in realtà il video è la parte dell’online che inquina di più, Netflix è ai primi posti seguito da Zoom per impatto ambientale. Ma ci chiedevamo, non avremmo inquinato di più muovendoci per andare a teatro o in ufficio? Queste domande già ce le siamo poste quando tra gli ospiti del nostro Festival Teatro a pedali prevedevamo lo scrittore Jonathan Safran Foer, il quale come sarebbe potuto venire se non con l’aereo e quindi inquinando? Per questo, ancora prima della pandemia, avevamo pensato allo streaming. Inoltre, ogni volta che promuoviamo i nostri spettacoli agli organizzatori, lanciamo loro una sfida che consiste nell’invitare gli spettatori a venire a teatro in bici o a piedi offrendo loro una riduzione sul biglietto d’ingresso; non sempre la risposta è positiva e questa varia, da città a città.
In streaming, sarebbe comunque teatro per voi?
Il teatro non può essere in streaming, è un dato di fatto e inutile ribadirlo. Nella nostra rassegna online A teatro da te organizzata in cordata con ARS di Mantova e Il Teatro della Concordia di Venaria abbiamo però cercato di creare un’esperienza specifica, con una regia, le riprese dal backstage che incuriosiscono e un collegamento in diretta con il pubblico post spettacolo. Questi cinque eventi programmati ci hanno fatto conoscere gli spettatori attraverso preferenze e abitudini che non ci immaginavamo: una signora ha detto che non va a teatro perché stare in sala con le altre persone le mette ansia e preferisce quindi la tranquillità casalinga del divano, oppure un fumatore ha ammesso che con lo streaming può vedersi lo spettacolo continuando a fumare e partecipando a un momento di comunità seppur a distanza… È ovvio che il teatro on line muove dei numeri sensibilmente più bassi ma dobbiamo prendere in considerazione, e questo momento storico ne è occasione, che alla gente piace riflettere anche comodamente da casa. Non possiamo avere pregiudizi rispetto al pubblico. In questo mese di marzo abbiamo lanciato un canale su Twitch rivolgendoci ai ragazzi, con programmi in cui si riflette sul tema ambiente attraverso la lettura degli articoli, interviste con scienziati ed esperti e anche un set televisivo alimentato dal nostro format Teatro a Pedali (il cui Festival Teatro a Pedali sarà organizzato dal 1 al 4 luglio a Piossasco ndr). Green Stream è il canale digitale a impatto ambientale zero e rappresenta la nostra risposta al prolungarsi della chiusura dei teatri e una nuova opportunità per diversificare il nostro linguaggio. Il primo dei tre programmi a debuttare (oggi 26 marzo ndr) si chiama Green-chiesta e vedrà Daniele interrogare gli ospiti VIP sul loro grado di consapevolezza e rispetto dell’ambiente con il coinvolgimento di associazioni sportive diverse per ciascuna puntata (i cui membri pedaleranno in sella alla bici, non nella prima puntata a causa della zona rossa ndr). Indirettamente verranno posti agli spettatori gli stessi interrogativi rivolti all’ospite attraverso una sorta di maieutica che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza delle proprie azioni. Altro programma del canale è Planet Expert, evento settimanale del mercoledì alle 18 (inizio 14 aprile ndr) pensato come uno spazio per condividere esperienze, conoscenza e amore per il Pianeta. Terzo appuntamento è quello del lunedì alle 12.30 (inizio 12 aprile ndr) con Green Flash, rubrica dedicata ad analizzare le notizie sulla sostenibilità provenienti da tutto il mondo. Anche questi due saranno rigorosamente a impatto zero perché nel foyer del Teatro Il Mulino di Piossasco sarà allestita una postazione a pedali dalla quale Daniele pedalerà per alimentare la sua strumentazione audio – video.
Consapevolezze ulteriori in materia di innovazione e ecosostenibilità porteranno a nuovi temi per un nuovo teatro?
Sì, credo che il problema non sia solo come continuare a fare teatro, se online o dal vivo, quanto piuttosto capire di quali tematiche dovrà occuparsi il teatro di domani, al di là delle modalità di fruizione. Dopo questa epocale emergenza, solo l’individuo può davvero fare e dire qualcosa a riguardo e l’importanza della tematica ambientale è dimostrata proprio dalla catastrofe che stiamo vivendo e da come i livelli di inquinamento delle grandi città possano incidere sulla diffusione del virus. Non solo attraverso la produzione di nuovi testi, i teatri più o meno grandi devono fare delle azioni di cambiamento; e non voglio essere eccessivamente drammatica ma siamo arrivati a un punto di non ritorno e non possiamo più correre dei rischi, è ora di salvaguardare il nostro mondo per salvaguardare noi stessi. Del resto, se non c’è l’uomo, non può esserci teatro.
Lucia Medri