Live Streaming Theatre è la modalità di “residenza sperimentale” programmata in queste settimane all’interno dello Spazio Rossellini: tre compagnie in residenza si cimentano nell’esplorazione del linguaggio digitale in dialogo con un gruppo di giovani osservatori. Intervista alla direttrice artistica Katia Caselli
Lo Spazio Rossellini è stato inaugurato pochi mesi prima l’inizio della pandemia, se non sbaglio a settembre 2019…Come è nato e perché?
Quando si deve aprire un nuovo spazio si ha sempre la sensazione di non essere pronti, che manchi qualcosa. Si parlava da tempo di questo spazio e una volta avuto l’ok dalla Regione Lazio, che ha investito molto sui lavori di ristrutturazione, non potevamo certo disattendere la promessa fatta. La programmazione è nata dunque in corsa ed è stata all’insegna di una proposta eterogenea che potesse alimentare la curiosità del territorio e farci capire come lo spazio avrebbe risposto a generi diversi. Ridurre questo luogo a una sola finalità artistico culturale mi sembrava sprecato: il nome esteso è Polo culturale multidisciplinare della Regione Lazio quindi occorre rispettare questa natura trasversale affinché si possa rispondere ai bisogni del territorio nel quale nasce. Quello dello Spazio Rossellini è infatti un luogo centrale che vive però ai margini, è posizionato in una parte di Roma molto particolare. Per questo abbiamo ritenuto fondamentale coinvolgere i soggetti che presidiano la zona. Come i bambini dei due campi rom che si sviluppano lungo il perimetro del Rossellini. Subito hanno dimostrato curiosità e, nonostante io non sia un’operatrice sociale, ho pensato fosse importante inserirli all’interno delle attività teatrali. Dicevamo dunque una programmazione eterogena, che rispondesse a target di pubblici diversi, ma anche che colmasse il vuoto che in questa città c’è di spazi che rispondano a certe esigenze lavorative. Per questo anche la programmazione dei concerti è stata pensata con una sua specificità: vogliamo ospitare artisti e gruppi che anche se riempissero i palazzetti o gli stadi, trovano da noi la giusta dimensione e accoglienza per il proprio pubblico. Un luogo dove si possono lanciare nuove promesse della musica, vedi il concerto di Fulminacci del 14 dicembre 2019, che ha registrato un bel sold out (più di 700 biglietti venduti).
Solo qualche mese dopo l’apertura, è scoppiata l’emergenza sanitaria ancora in corso, in che modo lo spazio ha dovuto ripensarsi?
Marzo 2020, un arresto brusco ad una corsa inarrestabile. Il freno però è stato anche funzionale per poter prendere le distanze da ciò che stavamo facendo e osservare da fuori i passi fatti e da fare. Durante l’estate abbiamo poi programmato il festival Dominio Pubblico e avviato le residenze. Al termine del primo lockdown ho capito quanto fosse importante far corrispondere alla stasi dei mesi precedenti una risposta positiva, di riavvio. Risposta che abbiamo nuovamente dovuto ripensare a fine ottobre quando era in calendario lo spettacolo Shakespearology, e mentre Woody Neri (attore protagonista ndr) arrivava a Roma, cambiavano i dpcm, e per la prima volta ci siamo dovuti confrontare con il coprifuoco, rendendoci presto conto che non poteva funzionare, che il pubblico stava avendo delle difficoltà…
In questo contesto e con il bando lanciato a fine luglio, è nato Live Streaming Theatre: non solo teatro online ma anche un’opportunità di residenza e di sperimentazione dei linguaggi teatrali all’insegna della cross medialità. In che modo è stato pensato il bando di partecipazione?
La volontà che ci ha mosso è stata quella di sperimentare un linguaggio diverso, anche nell’eventualità dell’errore, avendo la pazienza di comprendere i nuovi mezzi e le relative chiavi di lettura che possono offrire. I progetti vincitori del bando sono stati chiamati a pensare come una regia video possa interagire con quella teatrale e come l’unione tra le due possa creare una diversa modalità di fruizione. Le tre compagnie vincitrici, dopo la settimana di residenza, sperimentano ugualmente la tensione della prima per una platea virtuale che li aspetta. Tutto è live, ciò che accade non è registrato ma ripreso e montato simultaneamente mentre avviene l’azione in scena. La cosa interessante è stata far dialogare questi due mondi, cinema e teatro, e devo dire che all’inizio le due squadre, operatori e compagnie teatrali, non si comprendevano e quindi è stato necessario fare un’opera di mediazione, che è risultata proficua per il processo di entrambi i gruppi. Mi è sembrato una sguardo miope questa chiusura mentale rispetto al digitale, credo invece bisogna avere la tolleranza di far accadere le cose…
E con quali criteri sono state selezionate le compagnie?
Volevo che la commissione che si fosse occupata della selezione fosse quanto più ibrida con membri provenienti tanto dal cinema che dal teatro: Arteven, Fondazione Piemonte dal Vivo, Teatro Pubblico Pugliese, Film Commission Torino Piemonte, Roma Lazio Film Commission e ATCL. I tre progetti vincitori hanno saputo con le proprie specificità avvalorare le potenzialità del mezzo. Il primo spettacolo avveniva sul palco ed era stata anche attivata una live chat affinché le persone potessero interagire con il protagonista, nel secondo non veniva usato il palco ma tutta l’area della sala, e il terzo sarà ancora più diverso, per quest’ultimo è stata coinvolta anche una piccola produzione cinematografica. Gli spettacoli selezionati possiedono approcci alla scena diversissimi tra loro: il primo L’ultima live di Jumbobimbo87 (andato live il 17 gennaio ndr) è stata una visione tragicomica della realtà dello streaming, degli streamers, e di chi li segue, lavoro che ha fornito gli strumenti di lettura di quel mondo con profondità drammaturgica; poi quello di domenica 24, Sybilla Tales di Zaches Teatro si è contraddistinto per il diverso approccio poetico e artigianale alla scena. I primi due spettacoli sono stati seguiti da moltissime persone, circa 2000 devices collegati, è stata una risposta davvero interessante. Il terzo lavoro, Due addetti alle pulizie della compagnia Le Ore Piccole e PICSAT Abruzzo, è entrato in residenza lo scorso lunedì 1 febbraio e debutterà il 7.
Veniamo al progetto Guida alla visione, qual è l’approccio da voi scelto per accompagnare lo spettatore?
A me piace molto l’idea che i progetti non finiscano. Il racconto è importante per testimoniare l’esistenza di un fatto, raccontare è fondamentale ai fini della trasmissione e volevo fosse un gruppo di giovanissimi a farlo perché il loro è uno sguardo neutro, libero da qualsiasi sovrastruttura. Sono più di 100. I ragazzi e le ragazze di Dominio Pubblico e gli studenti e studentesse di alcuni licei artistici e classici di Roma. Insieme stanno curando dunque lo storytelling del progetto con interviste agli attori e alle maestranze coinvolte, riprese di backstage che finiranno in un docu finale. Gli studenti dei licei classici si occupano della scrittura di articoli e impressioni sul blog di DP mentre gli studenti dei licei artistici realizzano degli sketches riguardanti gli spettacoli. Per i ragazzi è stata una grande possibilità quella di entrare nello spazio in sicurezza ed incontrare le compagnie. La guida alla visione consiste nel far dialogare gli spettatori con la compagnia prima e dopo, per confrontarsi su quello che hanno visto e capire se ha un’aderenza alla volontà artistica o meno. Agli incontri partecipano anche i ragazzi e le ragazze del network nazionale Risonanze. Solo facendo partecipare le giovani generazioni possiamo capire a chi è rivolto il nostro lavoro e quale ascolto e risposta può avere.
Nel seguire lo spettacolo di Zaches Teatro e la riunione successiva coi ragazzi, si nota infatti una naturalezza da parte loro a non voler dare definizioni critiche a quello a cui hanno assistito, fruendone tuttavia la specificità del dispositivo. Quanto è vivo allora nelle giovani generazioni il problema di una possibile sostituzione del teatro con il digitale? E soprattutto, è un problema?
Non è un problema, o forse non lo è per come lo intendiamo noi adulti. Il loro è un modo diverso di stare insieme: noi siamo cresciuti con l’idea di dover stare in presenza per vivere la comunità, andare a teatro e ritrovarsi a parlare nel foyer per esempio, per loro invece è diverso il punto di partenza, la loro è innanzitutto una comunità virtuale. È importante chiedere loro dei feedback su cosa stiamo facendo, affinché ci rispondano in base alle loro esigenze e non in base alle nostre. Cambieremo, anzi abbiamo già cambiato, il modo di stare insieme e non necessariamente sarà catastrofico. Questo momento storico ci ha portato vicino ai giovani perché siamo stati costretti a entrare in quel mondo condividendo il nostro, in un dialogo vero attraverso il quale impariamo gli uni dagli altri. Dobbiamo trovare il loro modo ed è giusto trovarlo attraverso il teatro che si trasforma.
Quali sono allora i progetti futuri dello Spazio Rossellini?
A febbraio continuiamo con due nuovi format sempre legati allo streaming, che verranno trasmessi sulla piattaforma ATCL Magazine: uno per i piccoli con La fiaba sul comò, 4 domeniche a partire dal 14 febbraio sempre alle 18.30 in cui il Teatrino dei Burattini realizzati da Daniele Spadaro insieme ad un narratore/narratrice ogni volta diversi racconteranno le avventure di Jack e il fagiolo magico, Il gatto con gli stivali, I vestiti nuovi dell’imperatore, I musicanti di Brema. I testi o le sceneggiature, non so più come chiamarli, sono a cura di Emanuele Avallone. Anche le musiche sono originali di Emanuela Belmonte. Sono spettacoli che nascono appositamente per questo progetto e che quindi includono al loro interno il linguaggio video. Poi 3 appuntamenti con la musica classica a partire da venerdì 19 febbraio alle ore 19: con EuropaInCanto il direttore Germano Neri insieme a 38 orchestrali dialogheranno con il pubblico web con un programma che va da Mozart, Rossini a Verdi. Anche qui I Dialoghi Sinfonici è un progetto che EuropaIncanto porta avanti da tempo dal vivo, e che abbiamo ripensato insieme per lo streaming. Sicuramente ci sarà poi una seconda edizione di Live Streaming Theatre per la quale cercheremo di migliorarci rispetto a questa precedente. Sarà di certo rafforzato l’aspetto sperimentale di spazio da attraversare per i diversi linguaggi dello spettacolo dal vivo e perseguiremo nel rispetto della natura di luogo di residenza e riflessione. La programmazione sarà all’insegna di tematiche che stimolino i dibattiti, ad esempio, tutto il progetto bloccato l’anno scorso e dedicato all’ambiente sarà ripreso nei prossimi mesi, quando saremo allora in grado di offrire nuovamente alla città uno spazio pronto e mutevole.
Lucia Medri
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