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Da C.Re.S.Co un appello per una politica di sistema

Il coordinamento delle realtà della scena contemporanea (C.Re.S.Co) ha avviato una petizione per chiedere al Governo una politica culturale condivisa, a partire dalla necessità di tracciare un “identikit preciso del settore”: condivisione, ascolto, trasparenza e chiarezza sono alcune delle parole chiave evidenziate dall’associazione. Qui il comunicato della petizione.

C.Re.S.Co apprende con favore che il Ministro Franceschini ha deciso di stanziare un sostanzioso ristoro per le scuole di Danza; qualche giorno fa un altro stanziamento significativo è stato predisposto per il ristoro relativo ai mancati incassi di quegli stessi teatri che avevano già ricevuto garanzia dell’intero finanziamento 2020 a valere sul FUS (Fondo unico dello spettacolo) a prescindere dallo svolgimento o meno di attività.

Come arcipelago che comprende al suo interno realtà eterogenee e come pensatoio che si interroga sull’intero sistema dello spettacolo dal vivo, ogni qual volta riscontriamo un investimento dello Stato in cultura e spettacolo siamo naturalmente portati a gioirne. Crediamo tuttavia che una gioia maggiore possa derivare al sistema intero da un investimento derivante da una visione d’insieme e da obiettivi condivisi. 

In questi mesi, quando è salita la tensione,  si è concretizzato un decreto che soddisfa una categoria di soggetti gravemente danneggiati. È indubbio che ogni azione intrapresa provi ad arginare situazioni gravi, perciò l’intento non è contestarne la necessità; ma è difficile (se non impossibile), guardando dall’esterno, comprendere la razio che porta all’individuazione dei soggetti da ristorare e alle modalità di attuazione messe in campo.

Siamo oggi nel pieno della seconda ondata di contagi, se ne parlava dall’inizio dell’estate, sapevamo che sarebbe arrivata, la stavamo aspettando: non ci sono più gli estremi per parlare di emergenza e di provvedimenti e decreti emergenziali; ci sembra piuttosto che questa sia l’ora della politica lungimirante.

A rendere difficile il compito è senz’altro la frammentarietà del comparto spettacolo dal vivo, acuita dall’assenza di una mappatura completa e attendibile, mappatura che non può più essere rimandata oltre e che può avvalersi oggi del supporto delle associazioni di categoria, degli Enti di rappresentanza, dei sindacati, della SIAE.

Tracciare un identikit preciso del settore è condizione necessaria per l’elaborazione di una strategia condivisa, organica ed efficace in risposta alla lunga crisi che stiamo affrontando.  

Comprendere e condividere le scelte adottate dal Governo faciliterebbe  gli operatori a riprogrammare una ripartenza plausibile.

Crediamo che questo eviterebbe di riempire le piazze di artisti legittimamente spaesati e infuriati, di inondare i rotocalchi, i social e le tv di appelli delle star della musica e del teatro, prestando il fianco alle destre più becere e ai detrattori dell’operato del Governo.

Durante questa emergenza sanitaria, il mondo dello spettacolo dal vivo ha dato prova di grande responsabilità, sia nel momento del lockdown sia in occasione della ripresa estiva; ha dimostrato di essere un interlocutore consapevole della situazione e come tale chiede di essere trattato, invitando il Ministro alla condivisone, all’ascolto alla trasparenza e alla chiarezza perché si possa procedere uniti verso l’agognata uscita dalla crisi.

info e firma petizione

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