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“Geografie di un sogno e altre solitudini”, il non-teatro kafkiano e interattivo. #sponsor

GEOGRAFIE DI UN SOGNO E ALTRE SOLITUDINI 
Il non-teatro kafkiano e interattivo

Scritto, sviluppato e diretto da Fabrizio Funari

Scenografie e costumi di Davide Signorini

Con Davide Varone, Vittorio Laera, Carmine Barbato, Ludovica Calabrese, Sergio Sozzi, Tiziano Ferracci, Oreste Di Salvo, Nazzareno Traini, Simona Pace, Anastasia Castagno, Ivan Di Bello, Simone Fabiani, Oltea Pelin, Giuliana Pirrone, Francesca Macci, Roberta Andronico

10|11|12|13 SETTEMBRE
17|18|19|20 SETTEMBRE

LOCATION SEGRETA (ROMA CENTRO)

BIGLIETTI LIMITATI (SOLO ONLINE) | Il ricavato dei biglietti verrà interamente devoluto ai giovani attori colpiti dalla crisi economica provocata dal Covid19

E SE POTESSI RICOMINCIARE?
Sconvolgere la dicotomia attore/spettatore e rivendicare il ruolo del pubblico nella creazione artistica posizionandolo al centro di una sorta di percorso catartico intorno a temi universali quali la morte, la vita, l’amore e la solitudine: è l’idea innovativa alla base dell’esperienza teatrale Geografie di un Sogno e Altre Solitudini, che – per otto giorni, dal 10 al 20 settembre, in una location segreta nel centro di Roma – accoglierà le emozioni degli spettatori che si uniranno agli attori sulla scena.

Gli spettatori, che entreranno nella location da soli e uno alla volta, saranno “Viaggiatori” che attraverseranno una serie “situazioni” di vita reale per loro improbabili, ma in cui affioreranno sentimenti che in un modo o nell’altro percorrono l’esistenza di tutti. L’obiettivo sarà far sentire i “Viaggiatori” protagonisti dei singoli vissuti di scena, che si mescoleranno con le loro più intime sfere personali.

Saranno gli attori ad accogliere ciascun Viaggiatore all’interno di ogni “stanza”, costruita con una scenografia essenziale, ma allo stesso tempo estremamente attenta alla cura del dettaglio in relazione alla semantica, al topos e alla situazione descritta. Dopo aver avviato inizialmente la scena e sollecitato il Viaggiatore all’azione e al dialogo, gli attori gli lasceranno il centro della scena coinvolgendolo in una intensa situazione di vita reale pervasa da pregnanti emozioni. Il Viaggiatore scoprirà momento per momento cosa troverà stanza dopo stanza e sarà libero di godersi l’esperienza come meglio vorrà, sempre accompagnato dalla benevola guida degli attori. Lo scopo finale è quello di incoraggiare il pubblico a uscire dalla propria zona di comfort e superare i propri limiti e anche le proprie paure. Tuttavia sarà sempre soltanto il Viaggiatore a scegliere come farlo. Anche la sola presenza nelle singole scene sarà comunque sufficiente a generare riflessioni che toccheranno le corde più profonde dell’anima dei partecipanti.

Ispirati dalla (non)logica dei sogni e dall’esperienza kafkiana de “Il Processo” – dove il protagonista continua a presentarsi in situazioni inaspettate ma in cui tutti sembrano aspettarlo – le “situazioni” svolte ruoteranno intorno a temi universali, che il Viaggiatore potrà accostare alle sue esperienze di vita. Le scene, meticolosamente organizzate, incideranno sulla sua percezione, realizzando la “psicogeografia” di sogni che sono allo stesso tempo realtà e in cui la solitudine dei Viaggiatori si incontrerà con quella degli attori in scena.

NON-TEATRO E PSICOGEOGRAFIA
Nel 1958, il movimento artistico e culturale dell’Internazionale Situazionista definisce la psicogeografia come “studio degli effetti precisi dell’ambiente geografico, disposto coscientemente o meno, che agisce direttamente sul comportamento affettivo degli individui.” Al centro dell’esperienza geografica (soprattutto urbana) viene posta la relazione tra la psiche e l’ambiente, che ha come scopo quello di decostruire e ri-costruire gli spazi con un obiettivo di ribaltamento.

L’Internazionale Situazionista vuole rovesciare le visioni indotte tanto dal mondo capitalista quanto dalla società dei consumi, viste come una minaccia all’essenza dell’identità umana (es. procurando l’alienazione dell’individuo).

Nel suo “Società dello Spettacolo”, il situazionista Guy Debord critica lo sviluppo delle moderne collettività, nella quale la vita sociale autentica è stata sostituita dalla sua rappresentazione e in cui la passiva identificazione con lo “spettacolo” (la relazione tra le persone mediata dalle immagini), compreso il teatro, ha soppiantato la genuina socialità.

Per i situazionisti, per cambiare occorre (ri)partire dalla vita di tutti i giorni, bisogna (ri)cominciare dagli spazi urbani moderni (come le periferie), che facilitano l’alienazione e banalizzazione dell’individuo e della quotidianità. E l’unico modo per cambiare il quotidiano e i suoi spazi, è creare “situazioni”, ovvero “momenti di vita deliberatamente costruiti allo scopo di risvegliare e perseguire desideri autentici, sperimentare il sentimento della vita e dell’avventura” (Guy Debord).

Già nel 1956, Debord teorizza la pratica della deriva quale strumento principale di indagine psicogeografica, consistente nell’errare all’interno di uno spazio (soprattutto urbano) più o meno ristretto, attraversando diversi ambienti e lasciandosi influenzare dagli stimoli che questi offrono e dai sentimenti che suscitano.

Prendendo in prestito le teorie dei Situazionisti Internazionali, Geografie di un Sogno e Altre Solitudini vuole essere una sperimentazione contemporanea di “teatro situazionista”, ovvero di “deriva teatralizzata”, che punta a coinvolgere lo Spettatore/Viaggiatore in un gioco che lo porta alla decostruzione dell’Io generato dagli ambienti della quotidianità indotta dagli schematismi sociali e al (ri)conoscimento catartico del Sé. Per questa finalità viene costruita una serie di situazioni specifiche, articolate su più livelli semantici e sotto-trame, che attraggono il Viaggiatore in una dimensione emozionale e identitaria in cui potrà ritrovare l’autenticità dei sentimenti senza quelle incrostazioni sociali che l’hanno ormai oscurata nella pratica quotidiana.

INFORMAZIONI
Ispirato dalle grandi compagnie teatrali immersive e interattive britanniche come Punchdrunk, You Me Bum Bum Train e Secret Cinema, Geografie di un Sogno e Altre Solitudini porterà in Italia un’esperienza “teatrale-non teatrale” nuova.

Lo spettacolo durerà 30 minuti. Verrà ammessa, all’interno dello spettacolo, una persona alla volta ogni 15 minuti. La prenotazione del turno avverrà online. Tre giorni prima dello spettacolo verrà inviata una email con l’indirizzo della location segreta.

Lo spettacolo, che non prevede la presenza contemporanea di più spettatori nella medesima location, sarà messo in scena nel rigoroso rispetto delle norme sanitarie nazionali connesse alla situazione pandemica. Il progetto vuole essere, inoltre, uno stimolo alla ripresa delle attività artistiche. Per questa ragione, il ricavato dei biglietti (15 euro) verrà interamente devoluto ai giovani attori colpiti dalla crisi economica provocata dal Covid19.

Prenotazioni e prevendite su Eventbrite. 10 (Anteprima Stampa) |11|12|13 e 17|18|19|20 settembre 2020. Location segreta (Roma Centro).

Info: geografiediunsogno@gmail.com

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