Da due giorni rimbalza, tra stampa e social, la notizia della censura di Mistero buffo di Dario Fo nella programmazione estiva del comune umbro di Massa Martana. Il protagonista di questa versione registica di Eugenio Allegri, Matthias Martelli, ha lanciato la denuncia attraverso un video, la replica dell’amministrazione è arrivata tempestiva. Una ricostruzione dei fatti e un pensiero a margine.
Nell’aprile del 1977, Mistero buffo di Dario Fo, dopo otto anni a raccogliere applausi in giro per i teatri e gli stadi d’Italia, viene trasmesso dalla RAI. Il Vaticano scaglia la sua immediata condanna – vilipendio della religione – e, insieme alla DC, arriva a scomodare perfino Giulio Andreotti nel tentativo (fallito) di far sospendere la programmazione.
Nell’agosto del 2020, è una cittadina umbra, Massa Martana, il nuovo luogo dello scontro. Previsto per il 29 agosto, in apertura del mini festival Notti in Massa, Mistero buffo, per la regia di Eugenio Allegri, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, è stato cancellato (a contratto già firmato) dall’amministrazione comunale, con la generica accusa di “essere inadatto” alla popolazione, a causa del modo in cui tratta la tematica religiosa.
Mistero Buffo censurato nel 2020
MISTERO BUFFO CENSURATO NEL 2020—RETTIFICHE rispetto al video: il festival si chiama "Notti in Massa" e non "Lungavitafestival". Ci tengo inoltre a specificare, come scritto nel comunicato qui sotto, che l'organizzazione non solo si è dissociata completamente dalla presa di posizione dell'amministrazione, ma si è resa anche disponibile al recupero della data in un altro festival da loro gestito in un'altra città.—COMUNICATO:MISTERO BUFFO CENSURATO NEL 2020Il 29 agosto avremmo dovuto andare in scena con una giullarata di Mistero Buffo del premio Nobel Dario Fo: La giullarata, “Il primo miracolo di Gesù Bambino”, doveva essere rappresentata a Massa Martana (PG) per il festival Notti in Massa.Venerdì 21 agosto, a contratto firmato, apprendiamo dall’organizzazione del festival che l’amministrazione della cittadina umbra “si è opposta alla realizzazione dello spettacolo in quanto non lo ritengono adeguato (per i temi attinenti alla religione cattolica) alla loro popolazione”.L’organizzazione, che ringraziamo, si dissocia completamente dalla scelta dell’amministrazione e si è resa disponibile al recupero della data in un altro festival da loro gestito in un'altra città.Questi i fatti.Abbiamo messo in piedi Mistero Buffo nel 2017 e nel 2019, con la produzione del Teatro Stabile di Torino, girando l’Italia e l’Europa, ma mai ci saremmo immaginati di trovarci oggi davanti a una censura di questo tipo.Riteniamo che vietare in Italia nel 2020 uno spettacolo di un Premio Nobel per la letteratura sia un grave campanello d’allarme per quanto riguarda la situazione culturale del nostro Paese.Addurre la motivazione che Mistero Buffo possa ledere la sensibilità religiosa della popolazione significa non solo non conoscere l’opera, la quale si ispira invece a una profonda religiosità popolare, ma è anche un evidente attacco alla libertà di espressione.Ci limitiamo infine a ricordare la motivazione che l’Accademia di Svezia ha fornito per il Nobel a Dario Fo: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere per restituire dignità agli oppressi”.Matthias Martelli, attore di Mistero BuffoEugenio Allegri, regista di Mistero Buffo—Su Youtube: https://youtu.be/Tsn8pMFWBs8
Pubblicato da Matthias Martelli su Lunedì 24 agosto 2020
La taccia di oscurantismo aleggia sull’Umbria dal giugno scorso, quando la presidente leghista della Regione Donatella Tesei aveva tentato di sopprimere la possibilità dell’aborto farmacologico: una delibera osteggiata dalle proteste in piazza e annullata, ad agosto, dalle direttive ministeriali nazionali. In questi giorni sui social ha circolato a lungo il video di Matthias Martelli, l’attore di questo Mistero buffo, che denuncia, in termini diretti e sarcastici, la censura della giullarata poetica: si tratta, peraltro, del racconto del primo miracolo di Gesù bambino, una delicata parabola sul tema dell’integrazione e sulla reazione dei bambini al cospetto del “diverso”.
Nel polverone di commenti e repost che si è sollevato, e per il principio della libera associazione, in tanti hanno dato per certo che l’amministrazione di Massa Martana fosse affine a quella regionale. E invece, sorpresa, si tratta di una giunta di centro-sinistra: il sindaco Francesco Federici si è difeso da ogni accusa riferendosi semplicemente al desiderio di aprire il festival con uno spettacolo «più adatto a una festa in piazza», rimandando Mistero buffo all’autunno, mentre è stata, stavolta, proprio la Lega (di Massa Martana) a gridare all’interdizione della libertà di espressione, oltre che alla figuraccia nazionale.
Così, a poche settimane dall’avvio di un’edizione di Biennale Teatro tutta dedicata al tema della censura, abbiamo tentato di gettare un po’ di luce su questa strampalata querelle di fine estate. Se prendere la parola sul valore di Mistero buffo appare quasi tautologico, tra le maglie di questa vicenda (in cui sembra essere mancato, peraltro, un tavolo di lavoro concertato) si intravedono due domande fondamentali, ricondotte, dalla brevità della cronaca, a cenni semplificati.
1) Quanto un’opera di eversione può realmente essere “canonizzata” senza che quel sentore di “rovesciamento del potere” riaffiori, a distanza di decenni, come un buffo ultrasuono frainteso?
2) Il teatro è davvero (è anche la questione posta da Latella) il luogo di infrazione della censura?
Abbiamo intervistato i protagonisti che erano finora rimasti in silenzio: Chiara Titani, l’assessora alla Cultura di Massa Martana; Davide Sacco e Ilaria Ceci, i fondatori dell’associazione Ingranaggi, che si è occupata di costruire la proposta artistica e, infine, il regista Eugenio Allegri.
L’assessora Titani ha parlato di un totale travisamento delle intenzioni della giunta e di una pioggia di attacchi ricevuti da tutta Italia, in nome di un’istanza di libertà che l’amministrazione non ha mai inteso negare. Tutto nascerebbe, dunque, da un equivoco e da un piccolo incaglio temporale.
«Nessuno ha mai censurato nulla. Davide Sacco e Ilaria Ceci ci hanno proposto, subito dopo il lockdown, un progetto teatrale: si trattava di una serie di appuntamenti, da agosto 2020 a gennaio 2021, alcuni in piazza (gratuiti), altri al teatro comunale Consortium (a pagamento). Per la serata di apertura di questa mini rassegna teatrale, il 29 agosto, si era ipotizzato Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, un progetto curato da Davide Sacco, con Gianmarco Saurino in scena. Di Mistero buffo nessuno ha mai fatto menzione. La delibera della giunta che ha formalizzato l’approvazione del progetto è dell’11 agosto scorso, in concomitanza a una mail degli organizzatori in cui ci veniva inviato il programma definitivo, con l’inserimento dello spettacolo di Fo. Questa mail non è stata letta in tempo. Quando abbiamo appreso la cosa, dal materiale di comunicazione, abbiamo soltanto chiesto di spostare Mistero buffo a settembre oppure in autunno: lo scopo era di aprire la rassegna con uno spettacolo più simile a quello ipotizzato in origine, Storia di una gabbianella [il 29 agosto sarà messo in scena, in sostituzione di entrambi, La foto del carabiniere. La storia di Salvo D’Acquisto e di mio padre di e con Claudio Boccaccini – ndr] e di riservare a Mistero buffo una cornice più prestigiosa e più congrua.[sull’opportunità o meno di questa ricollocazione si suggerisce di approfondire il rapporto tra Fo e il teatro di strada e il lavoro negli anni del collettivo La Comune, oltre alla tradizione della poesia popolare e giullaresca – ndr].
L’organizzazione aveva già firmato il contratto con Martelli e Allegri, in questo modo pensavamo non ci sarebbero state perdite economiche né disdette. L’amministrazione non cerca scontri. Abbiamo affrontato, con Sacco e Ceci, la questione della tematica religiosa, ma è stata una discussione edificante: eviterei di entrare nei dettagli, ma di certo non abbiamo parlato o agito da bigotti né abbiamo ipotizzato che Mistero buffo urtasse la sensibilità cattolica. Ci siamo limitati a dire che conosciamo lo spettacolo e le sue fonti apocrife e sappiamo che, nel passato, ha creato qualche problematica…».
Davide Sacco e Ilaria Ceci – che da anni si occupano, con l’associazione Ingranaggi e la piattaforma LVF, di organizzazione e distribuzione di eventi culturali e che hanno in attivo collaborazioni con il Teatro di Roma e con tanti artisti internazionali – hanno ripercorso, con qualche dettaglio in più, la linea temporale tracciata dall’assessora.
«Subito dopo la riapertura delle regioni, abbiamo inviato al Comune di Massa Martana una proposta per colmare i sei mesi di vuoto culturale prima della ripartenza del teatro a febbraio 2021. Dal 3 giugno (quando abbiamo elaborato un programma ipotetico, orientativo, per forza di cose visto che gli artisti non erano ancora al lavoro) abbiamo ricevuto disponibilità effettiva il 20 luglio. Nella nostra mail ufficiale avevamo sempre e solo parlato, per la prima serata non ancora calendarizzata, di uno “spettacolo di prosa”, Storia di una gabbianella è stato opzionato informalmente, salvo poi riscontrare l’indisponibilità di Saurino per il 29 agosto. Inoltre abbiamo fatto una scelta di totale investimento, rinunciando all’incasso dei due spettacoli di prosa e proponendo di renderli completamente gratuiti. L’11 agosto mattina, come da indicazioni, abbiamo inviato al Comune una mail con la proposta aggiornata di spettacoli. Il 12 agosto, dopo la delibera positiva della giunta in merito a Notti in Massa, abbiamo pensato che il programma fosse stato implicitamente approvato e abbiamo firmato il contratto con Martelli e Allegri. Giovedì scorso, il 20, abbiamo ricevuto una convocazione e abbiamo incontrato una funzionaria, l’assessora Titani e la vice-sindaca Falchi. Il sindaco Federici è arrivato solo dopo. Hanno detto di aver esaminato il programma insieme ad alcuni consulenti e di aver stabilito che le posizioni di Fo riguardo la religione non fossero adatte alla loro popolazione. Abbiamo provato a esporre la natura – assolutamente non lesiva e di “manifesto” – di Mistero buffo, ma siamo stati invitati a non disperderci in chiacchiere, perché le decisioni erano prese: «sappiamo di cosa parla, non vogliamo rappresentarlo». Quindici minuti dopo la nuova chiamata con la proposta: «E se lo programmassimo più avanti, a teatro?». La nostra idea era invece proprio quella, pedagogica, di offrire gratuitamente lo “spettacolo di punta”, di portare la cosa più bella in piazza, di non porre neppure la barriera economica minima dei 5 euro. Inoltre Matthias Martelli, a quel punto, ha ritirato la sua disponibilità. Perché questo teatro non sta nascendo come una festa, ma con tutto questo retropensiero?».
«La città viene prima di tutto il resto, non vogliamo un clima di tristezza o disagio in piazza – ha proseguito Sacco – trattandosi di un’amministrazione di centro-sinistra (non che le posizioni ideologiche abbiano il diritto di inquinare le scelte artistiche, ma sappiamo che può accadere) e trattandosi di Mistero buffo, un capolavoro, non ci siamo posti il minimo problema. Ci siamo anche domandati se avremmo dovuto attendere una risposta più specifica, ma riteniamo paradossale trovarci a discutere di Fo, di uno spettacolo come Mistero buffo, così ricco di “accessi” per ogni tipo di spettatore, che può sollecitare il dibattito, aprire uno spazio di confronto. Non abbiamo voluto in alcun modo cavalcare l’onda mediatica che si è sollevata con le interviste e i post di Matthias, ma non ci siamo sentiti di chiedergli di non denunciare l’accaduto. Abbiamo cercato di esporre la versione più onesta e dettagliata della nostra verità e non stiamo traendo alcun vantaggio da questa bagarre. Inoltre non attacchiamo gli esseri umani o le figure istituzionali, ma il principio: l’affermazione che sia preferibile uno spettacolo con meno contenuto».
La posizione di Eugenio Allegri, raggiunto al telefono durante le sue vacanze, sembra mostrare una lieve sorpresa, già depositata e ricalibrata in proposito.
«Questo dietrofront dell’amministrazione ci ha stupiti e, naturalmente, concordo con Matthias: se veniamo respinti, non ci ricollochiamo nel loro cartellone. Nella giullarata del primo miracolo di Gesù bambino non c’è la minima traccia di un’offesa alla cristianità. Inoltre Mistero buffo non pone un dibattito sul tema della religiosità, è anticlericale, sbeffeggia il potere della Chiesa. Si tratta, insomma, di un fatto culturale, non politico né religioso.
Vorrei, dopo l’estate, organizzare un incontro con il sindaco e con l’amministrazione di Massa Martana, per parlare dell’importanza del teatro in provincia. Io sono direttore artistico del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica e credo che, in questi tempi difficili, la partita decisiva per la sopravvivenza e la fioritura del teatro si giochi proprio nelle province.
Il teatro è sempre qualcosa che propone, mai che impone. Non intendiamo prestarci ad alcuno sciacallaggio politico, anzi vorremmo incontrarci frontalmente per rilanciare il discorso in direzioni produttive».
Ilaria Rossini
Il trailer dello spettacolo