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Il 27 giugno lo spettacolo in piazza. “Ecco cosa chiediamo a gran voce”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato con cui numerosi gruppi auto-organizzati convocano la manifestazione del 26 giugno 2020. 

Dopo la manifestazione del 30 maggio scorso, non avendo avuto risposta, le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo tornano a manifestare in piazza. Pubblichiamo il documento del “tavolo di emergenza” nel quale i gruppi esprimono la propria visione dello stato di emergenza e de

Qui il video racconto della manifestazione del 30 maggio. Di seguito il comunicato e il documento per punti.

Sabato 27 giugno alle ore 14 a Roma in Piazza Santi Apostoli avrà luogo la Manifestazione Nazionale dello Spettacolo e della Cultura.

La manifestazione è indetta da lavoratrici e lavoratori auto-organizzati, associazioni, realtà, imprese dello spettacolo e della cultura riuniti in coordinamenti territoriali e settoriali. Il documento di rivendicazione è stato redatto attraverso un tavolo di lavoro telematico che è stato nominato “Tavolo Emergenza”.

Lavoratrici e lavoratori chiedono:

-l’immediata attivazione di un reddito di continuità che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori;

-un tavolo di confronto tecnico-istituzionale permanente fra gli stessi lavoratori auto-organizzati e i sindacati, il Governo, le istituzioni, che possa avviare radicali riforme legislative in tema di spettacolo, arte e cultura.

“Dopo aver inviato, il 19 maggio scorso, il “Documento Emergenza” alle Istituzioni chiedendo di essere ricevuti con urgenza entro il 30 maggio, dopo essere scesi in piazza in più di 15 città italiane il suddetto giorno, dopo aver dato vita allo Stato di Agitazione Permanente, non avendo avuto risposta dal Governo e dai Ministeri noi lavoratrici e lavoratori abbiamo indetto una grande Manifestazione Nazionale con l’appoggio della società civile tutta.”

documento redatto in data
22 giugno 2020
Siamo lavoratrici, lavoratori, associazioni, imprese dello Spettacolo e della Cultura, riuniti in realtà  nazionali e territoriali che si riconoscono negli art. 4, 9, 33, della Costituzione Italiana, nella cultura etica del lavoro, nei suoi doveri e nei suoi diritti.
Siamo convinti che la Cultura sia strumento fondamentale per la ripresa della Nazione.
La Cultura è “Bene comune” e per questo dobbiamo essere ascoltati.
Siamo scesi in piazza il 30 maggio in 15 città italiane ma, nonostante l’avvio dell’interlocuzione istituzionale locale in diverse regioni, ancora nessuna risposta è arrivata dalle istituzioni nazionali e ministeriali.
Questo drammatico momento di emergenza sanitaria ed economica ha portato allo scoperto, in tutta la sua evidenza, la totale mancanza di inquadramento giuridico dello status dell’artista, delle maestranze e di tutto il comparto lavorativo nel suo insieme. Siamo stanchi di essere un’anomalia, una lacuna dell’ordinamento. Siamo stanchi di essere tagliati fuori dal perimetro del lavoro tutelato.
La ripresa, fissata dal Governo il 15 giugno, è una falsa riapertura che permette solo a una esigua percentuale dell’intero comparto di tornare effettivamente a lavorare, evidenziando quanto siano poco considerate dalla politica le nostre prestigiose competenze che sono base fondante e tradizione della cultura italiana ed europea.
Come parte attiva e realmente rappresentativa delle pluralità che animano il settore, chiediamo nuovamente al Governo la convocazione ad un tavolo istituzionale per avviare il processo legislativo necessario a colmare l’enorme vuoto giuridico esistente e un confronto immediato per una reale ripartenza.

Chiediamo a gran voce:

PER LA FASE EMERGENZA
Un reddito per i lavoratori e lavoratrici dello Spettacolo, dell’Arte e della Cultura fino allo scioglimento definitivo delle limitazioni imposte dai protocolli Covid-19 e in ogni caso fino alla completa e reale ripresa del settore.

 Un piano di supporto economico concreto che passi anche per uno sgravio fiscale a sostegno di imprese, aziende e associazioni di settore garantendone la sopravvivenza e migliori prospettive future.

 Protocolli per la sicurezza unitari, ufficiali e vidimati, che individuino con certezza l’assunzione di responsabilità e le coperture assicurative, in modo da rispettare e tutelare le singole specificità di ogni categoria di lavoratori e datori di lavoro in ogni possibile luogo di attività.

 Mantenimento dei livelli occupazionali pre-covid senza riduzione dei compensi ai lavoratori e alle lavoratrici e dei cachet alle compagnie, agli artisti, alle aziende e alle imprese del comparto spettacolo.

 Impiego del FUS ordinario per saldare tutte le retribuzioni e i cachet insoluti prima
dell’emergenza sanitaria. Riconoscimento di un’indennità per i contratti interrotti causa Covid.
Abolizione dell’attuale inserimento della clausola di risoluzione dell’impegno lavorativo “senza niente a pretendere” in caso di ricaduta nello stato di emergenza.

 Gestione emergenziale chiara e democratica dell’utilizzo delle risorse derivanti dalla copia privata e dai diritti connessi maturati dagli artisti interpreti esecutori e dagli autori per evitare scopi diversi dalla distribuzione agli stessi aventi diritto (SIAE, Imaie in Liquidazione), gettando le basi per una concreta riforma del diritto d’autore a tutela delle fasce più vulnerabili e con adeguamento alle direttive europee sulle collecting.

 Rifiuto di ogni forma di streaming dello spettacolo dal vivo in assenza di una regolamentazione specifica concertata tra le parti.

PER UN NUOVO SISTEMA DELLA CULTURA, DELLE ARTI, DELLO SPETTACOLO DAL VIVO
 Riconoscimento giuridico delle professioni artistiche e tecniche che ne rispetti e tuteli la
specificità in tutte le sue forme e ne riconosca la professionalità. Riconoscimento delle aziende che operano nel settore dello spettacolo con specifiche normative.
 Diritto delle donne a non essere discriminate sul lavoro durante e dopo la maternità. Parità di retribuzione ed equa presenza della scena femminile in ogni piano di rappresentanza culturale, sociale e politica.
 Compimento del diritto di pari opportunità sul lavoro per ogni etnia e genere.
 Internalizzazioni e assunzioni dirette in teatri, musei, biblioteche e organismi culturali pubblici.
 Continuità di reddito che agisca a livello fiscale, contributivo e assicurativo, compensando e sostenendo il rischio economico del lavoratore nei periodi di non occupazione.
 Revisione dei CCNL in un’ottica di uniformità contrattuale di tutele e di diritti non al ribasso, che contrasti la frammentazione, le disuguaglianze, mantenendo le specificità dei ruoli di ogni categoria. Chiediamo inoltre la creazione di Contratti Collettivi Nazionali ove mancanti, come audiovisivo attori, musica dal vivo ed altri.
 Una politica che consideri la Cultura come investimento e che superi del tutto la logica del ripianamento del deficit, che sia capace di sostenere parametri qualitativi, incrementando l’intervento economico a suo favore dall’attuale 0,7% fino ad almeno l’1,5% del PIL.
 Che siano rimodulati i criteri di erogazione e accesso al Fondo Unico per lo Spettacolo secondo una logica di pluralismo, trasparenza e reale controllo, che facilitino la partecipazione delle piccole e medie realtà e che prevedano l’utilizzo prevalente degli stessi fondi a favore delle professionalità del palcoscenico.
 Revoca dei finanziamenti del Fondo Unico per lo Spettacolo ai soggetti beneficiari che non rispettano il CCNL scritturati e teatri. L’attivazione di strumenti come l’Osservatorio Nazionale, già previsto dal CCNL dei Teatri del 2018, che garantisca l’assunzione di responsabilità da parte delle Imprese rispetto agli illeciti.

 Protocolli di sicurezza sul lavoro adeguati alle mansioni e relativi controlli. Maggiori tutele in caso di infortunio o malattia, con copertura economica per l’intero periodo di malattia.Riconoscimento del lavoro usurante per tutti i lavoratori e le lavoratrici.

 Inserimento dell’insegnamento delle arti dello spettacolo nella Scuola Pubblica ad esclusivo appannaggio dei professionisti del settore. È inoltre indispensabile una normativa che inquadri sia professionalmente che fiscalmente la posizione della formatrice e del formatore creando un codice contributivo ad hoc.

 Creazione di uno sportello di consulenza e domanda/offerta per le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, della cultura, dell’arte all’interno dei Centri per l’impiego, che sia accessibile e fruibile gratuitamente.

 Revisione del sistema pensionistico del settore spettacolo e cultura, ad oggi inaccessibile per la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Riduzione dei requisiti minimi per la maturazione di un anno di anzianità pensionistica.

 Ripristino dell’autonomia dell’ENPALS dall’INPS.
Senza queste misure e senza convocazione ufficiale ai tavoli istituzionali, protrarremo lo stato di agitazione permanente fino ad adottare forme sempre più determinate di mobilitazione, affinché le promesse dei nostri governanti
“Nessun artista verrà dimenticato: nessun attore, nessun musicista così come nessun lavoratore del mondo dello spettacolo. Non parlo delle grandi star, che hanno le spalle robuste, parlo delle professionalità più indifese: le prime misure sono a loro tutela”
non restino solo vuote parole.

REDATTORI
A2U – Attrici Attori Uniti
Adl Cobas
Approdi. Lavoratrici e lavoratori della cultura e dello spettacolo Calabria
Autorganizzati Spettacolo Roma
Comitato artistico e direttivo associazione TDL
Facciamolaconta
Federazione Aziende dello Spettacolo e Sviluppo Spettacolo
Intermittenti Spettacolari
Lavoratrici e Lavoratori Toscana Spettacoli
Lavoratrici e Lavoratori dello Spettacolo e della Cultura Abruzzo
Lavoratori e Lavoratrici dello Spettacolo Piemonte
Lavoratori e Lavoratrici dello Spettacolo Campania
Lavoratori pugliesi dello Spettacolo e della Cultura
Lirica-Muta
Maestranze dello spettacolo Veneto
Mujeres nel Teatro
Potere al Popolo! Cultura e Spettacolo
Professionisti dello Spettacolo e delle Cultura – Emergenza Continua
Professionisti Spettacolo e Cultura – Emilia Romagna
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