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The Kreisky Test. Visto e giocato su Zoom

Abbiamo assistito (e partecipato) a The Kreisky Test, performance online sulla piattaforma Zoom, della compagnia austriaca Nesterval. Recensione

Astôn Matters als Gertrud Nesterval © Rita Brandneulinger

In una situazione di pericolo per l’esistenza stessa dell’umanità come è possibile tutelare le storie e le narrazioni? In che modo le biografie, le idee possono essere protette da una minaccia incombente, invisibile e diffusa nell’ambiente e tra le persone?

Il collettivo austriaco Nesterval si è posto questi interrogativi quando l’emergenza pandemica ha serrato le porte al debutto viennese della loro performance The Kreisky Test. Il gruppo – supportato da brut Wien, CapoTrave/Kilowatt e dalla rete BeSpectACTIVE! – ha mostrato la duttile abilità di ridiscutere i tratti di una performance in cui si prevedevano soltanto alcune incursioni intermediali, per poi trasporre sulla piattaforma Zoom le fila dello spettacolo. La drammaturgia prende le mosse dalla figura di Gertrude Nesterval – collaboratrice dell’ex cancelliere austriaco Bruno Kreitsky – a partire dalla ricostruzione del figlio Jonas, prodigatosi nel ritrovamento di materiali, filmati di repertorio volti a un ambizioso progetto, dal titolo Goodbye Kreisky. Gertrude, sopravvissuta all’Olocausto, aveva elaborato un test che potesse essere utile a rafforzare la socialdemocrazia, attraverso la comprensione e la selezione dei partecipanti in grado di corroborarne lo spirito. La compagnia Nesterval – come tratto della sua ricerca – compone una dinastia fittizia, frammista di elementi sottratti al reale e elementi immaginari.

Nesterval – Der Kreisky-Test © Julia Fuchs

Nesterval riabilita idea del test – negletta e trafugata per decadi – orchestrando una video-call su Zoom che procede per fasi e scorci differenti, intervallando i monologhi dei performer – sempre accompagnati da un sottofondo musicale – a inserti audiovisivi e sessioni interattive: i partecipanti, raggruppati in squadre attive contemporaneamente in diverse breakout room, ricevono in chat una lista di domande che fungano da spunto per intrattenere una sorta di colloquio con gli aspiranti leader politici. Più che di spettatori in senso stretto, dunque, si tratta dunque di partecipanti, convitati attivi a un consesso tragico, in cui si discute di temi alti e si rovista nel senso più profondo della tragedia, laddove la scelta implica conflitti non conciliabili.

Nesterval si muove tra le categorie interattive del gaming e l’irriverenza del teatro immersivo, incalzando i presenti a prendere delle decisioni, a schierarsi e articolare le proprie ragioni. Nell’orizzonte in cui gli artisti e le artiste si trovano a dover scandire la necessità di grammatiche nuove, possibilmente in dialogo con dispositivi tecnologici tutt’altro che neutri, – si pensi alla vulnerabilità della tutela dei dati, alle contaminazioni estetiche imposte dalle cornici rettangolari della app, alle possibili interferenze tecniche del mezzo in cui spesso si può incappare, determinando accelerazioni o rallentamenti anomali – The Kreisky Test mostra in modo originale, attraverso una regia serrata, alcune possibilità generate da questa frizione, facendo altresì riverberare questioni di senso che risultano tanto cogenti quanto più ci si trovi in un particolare momento della civiltà che preme sull’interrogativo: in quale mondo desideriamo vivere?

Nesterval – Der Kreisky-Test © Julia Fuchs

Il filosofo inglese Timothy Morton definisce «iperoggetto» quella entità che sovravasta l’individuo e tuttavia coinvolge le sue relazioni, mostrandone le fragilità e producendo una minaccia che si rappresenta come sensazione di ansia spaesata. Nel suo Iperoggetti. Filosofia ed ecologia dopo la fine del mondo (ed. it. Neroeditions 2018), Morton identifica come iperoggetti – tra gli altri – il surriscaldamento globale; non sembra perciò peregrino fare rientrare in questa nuova classe ontologica anche il fenomeno COVID-19, di fronte al quale l’essere umano può porsi soltanto in maniera asimmetrica: nonostante si accumulino sempre più dati, non sembra possibile conoscerli a fondo.

La densa riflessione di Morton ci serve in questo contesto a mettere in evidenza come, di fronte allo spaesamento e all’inconoscibilità di una data contingenza storica, l’essere umano si rivolga in direzione di nuove possibilità di essere e di agire sul mondo, lungo sentieri che ridiscutono l’egemonia dell’umano sul regno vegetale e animale, smettendo così di essere il centro del mondo, e ridisegnando le relazioni con il pianeta e con chi lo abita. Al tentativo scientifico di trovare spiegazioni e argini contro quello che accade, l’arte risponde con la ricerca di nuove pratiche e forme che comprendano quella realtà di cui non si può parlare direttamente, ma solo percepire empiricamente gli effetti.

Nesterval – Der Kreisky-Test © Julia Fuchs

Allora, è opportuno guardare all’efficacia delle condizioni di possibilità di un tale esperimento produttivo: sono stati venduti 480 biglietti al costo di 20€, con la possibilità di una tariffa di solidarietà a 39€. Nella sessione a cui abbiamo partecipato, tra gli astanti virtuali comparivano persone dal Giappone, dal Messico, dalla Danimarca, dalla Francia: la dimensione internazionale già presente in nuce viene dunque confermata e ribadita, a dispetto delle traversie imposte dal COVID-19, e non a scapito della qualità artistica del progetto.

Dinnanzi agli ultimi respiri di un’epoca, alla dissoluzione dell’idea di mondo conosciuto e al dover fare fronte alla possibilità di mantenersi a una distanza che non sia cinica, è bene scoprire – in modo laico e con curiosità autentica – le strategie dell’arte per convivere e creare connessioni profonde.

Giulia Muroni

THE KREISKY TEST
diretto da Herr Finnland
scritto da Frau Löfberg Film, Lorenz Tröbinger
costumi Andy Reiter
direzione di produzione Pamina Pröglhöf
produzione Willy Mutzenpachner
cast Rita Brandneulinger, Gisa Fellerer, Julia Fuchs, Bernhard Hablé, Laura Hermann, Romy Hrubeš, Niklas-Sven Kerck, Lu Ki, Astôn Matters, Willy Mutzenpachner, Pamina Puls, Andy Reiter, Johannes Scheutz, Claudia Six, Alexandra Thompson, Lorenz Troebinger, Gankerl Walanka, Christopher Wurmdobler
assistente alle traduzioni/ricerche per la Serbia Marina Paspalj
assistente alle traduzioni/ricerche per l’Italia Michaela Schmidlechner
assistente alle traduzioni/ricerche per la Spagna Cuqui Espinzoa
una coproduzione Nesterval, brut Wien and Be SpectACTive!

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Giulia Muroni
Giulia Muroni
Giulia Muroni, giornalista pubblicista, lavora per Sardegna Teatro dal 2017. Per il TRIC cura la programmazione artistica del festival Giornate del Respiro, è referente di alcuni progetti europei larga scala, è direttrice responsabile del magazine anāgata, componente della giuria del Premio Scenario e è responsabile dell'ufficio stampa. Lavora inoltre per Fuorimargine – Centro di produzione di danza e delle arti performative della Sardegna, per il quale si occupa di programmazione artistica e ufficio stampa. Ha pubblicato su diverse testate giornalistiche e scientifiche, riguardo ai temi dell'arte performativa, della filosofia del corpo e del portato politico dei processi artistici nei territori e nelle marginalità. Nata a Cagliari, è laureata in filosofia all'Università di Siena, si è specializzata all'Università di Torino e ha conseguito all’Università di Roma3 un Master di II livello in Arti Performative e Spazi Comunitari. Ha effettuato un tirocinio alla DAS ARTS di Amsterdam, nel periodo della direzione di Silvia Bottiroli. Ha beneficiato del sostegno Assegni di Merito e Master&Back della Regione Autonoma della Sardegna per i risultati del percorso accademico.

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