NOW / EVERYWHERE teatro, musica e danza possibili (adesso) nuovo progetto di AMAT. #sponsor

AMAT

REGIONE MARCHE

MiBACT

in collaborazione

LaRiCA / UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI URBINO CARLO BO

COMUNICATO STAMPA

NOW / EVERYWHERE teatro, musica e danza possibili (adesso) è il nuovo progetto di AMAT circuito multidisciplinare di teatro, musica, danza e circo delle Marche, realizzato con Regione Marche e MiBACT in collaborazione con LaRiCA / Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, che nasce come risposta a questo tempo inedito e drammatico. Parafrasando Pasolini e la sua “disperata vitalità” – sentimento che ha mosso il progetto – vuole essere “un atto d’amore, il nostro”: per il teatro, per il nostro compito in esso, proporre alla Platea delle Marche – e non solo – i momenti di ‘invasione’ ed ‘evasione’ propri dell’esperienza teatrale, continuare a riflettere su di essa. Tornare a farlo adesso, nelle forme possibili, cogliendo l’occasione che questa sfida storica rappresenta. Cogliere la circostanza per esplorare il teatro in forme e pensieri nuovi, che ci consentono subito di tornare ad operare lanciando nuove sfide allo spettatore e che potranno poi affiancare l’esperienza di fruizione abituale.

Se l’emergenza sanitaria in atto sta bloccando qualsiasi occasione di proposta nelle forme consuete venendo meno la possibilità di condivisione in un luogo fisico comunitario quale è il teatro, non ha però negato il fatto che una esperienza teatrale possa accadere “ora”, adesso. Se il luogo del teatro è interdetto non lo sono infatti i tanti luoghi immateriali- web e telefono – che a distanza permettono ancora un rapporto tra artisti e pubblico, nella contemporaneità temporale del presente. Un rapporto che guadagna in intimità ciò che perde in termini di socialità. Come in un rapporto amoroso in cui gli amanti sono alla ricerca di inediti spazi e strumenti di condivisione, in attesa di un nuovo appassionato incontro. Da queste riflessioni nasce NOW / EVERYWHERE, ora e in ogni luogo, attraverso ogni mezzo che permetta proposte di un teatro possibile, un teatro cioè sempre possibile, non uno scolorito surrogato dell’esperienza teatrale ma capace di offrire nuove prospettive.

Il progetto vuole inoltre rimettere al loro posto gli elementi caratteristici della fruizione teatrale: allo spettatore è chiesto di pagare un biglietto, agli artisti è riconosciuto il giusto compenso per il loro lavoro, agli organizzatori – AMAT in questo caso – la responsabilità del progetto artistico e organizzativo che ne consente l’incontro.

Il progetto si articola in due linee di intervento: una di programmazione, con il varo di una rassegna “open” (destinata cioè ad arricchirsi via via di nuovi contenuti) e una di riflessione sul teatro, tramite l’avvio di un laboratorio di idee.

La rassegna multidisciplinare di teatro, musica e danza prende il via il 15, 16 e 17 maggio su Zoom con Dora pro nobis, spettacolo / reading tratto dal libro Malamore di Concita De Gregorio – che a Dora Maar ha dedicato una ricerca narrativa ed esistenziale – che vedrà duettare a distanza la voce intensa e sensibile di Federica Fracassi – tra le più sensibili attrici della nostra scena – con il suono del violoncello di Lamberto Curtoni, a richiamare in contrappunto l’una Dora Maar e l’altro Pablo Picasso. La Maar fu la donna che maggiormente ispirò l’artista. Dalla travagliata relazione, Dora ne usci devastata, pagando un prezzo altissimo con la reclusione in una clinica psichiatrica.

Dal 19 al 24 maggio l’invito su Zoom è ad assistere ad Hamlet private, una video-performance live unica nel suo genere, che offre a un solo spettatore per volta un’esperienza privata ed esclusiva, intima e profonda, che parla all’Amleto che risiede in ognuno di noi. Un Amleto confidenziale, vicino, che accoglie un singolo spettatore nell’intimità di un rapporto uno a uno. Attore e spettatore seguono il destino di 22 carte ispirate alla storia di Amleto che vengono man mano svelate, posizionate, scelte, escluse, e ri-svelate. La storia del giovane principe si intreccia così con quella personale di chi assiste.

Spazio alla musica con Filippo canta Ivan Graziani (il 29 maggio su Zoom), un viaggio intimo nelle canzoni e nel mondo di Ivan Graziani, cantautore rock per definizione, che ha scritto alcune delle pagine più belle della musica italiana, visto dagli occhi del figlio Filippo, nato e cresciuto in un ambiente pieno di musica, suoni, canzoni e di artisti, che a distanza di anni dalla morte del padre inizia con impegno a mettere le mani sulla chitarra e percepisce subito la sua grande affinità con lo strumento. Incentrato sui grandi successi del genitore, brani come Pigro, Lugano addio, Monna Lisa, Firenze e Maledette malelingue risuonano in tutta la loro potenza in questo inedito concerto.

Call my name di Fabrizio Favale / Le Supplici in collaborazione con AMAT è uno spettacolo privato – dal 2 al 7 giugno – in cui uno spettatore videochiama attraverso WhatsApp un danzatore della compagnia, pronto a danzare solo per lui. Lo spettatore acquista il biglietto, fornendo il proprio numero di telefono, giorno e orario in cui vuole incontrare la sua danza. Gli verrà fornito nome e recapito del danzatore che lo accoglierà; concluso il suo pezzo, il danzatore convocherà un suo collega sullo schermo, lasciandogli il posto, in una sorta di staffetta di apparizioni. Questo formato spettacolare pionieristico mescola materiale e immateriale, sostanza tecnologica e sostanza dell’immaginazione, in un incontro con la danza intimo e misterioso allo stesso tempo. Per una manciata di minuti un danzatore in carne e ossa si tramuta solo per noi in un circuito elettrico fatto di bit, impalpabile eppure struggente.

Conclude la rassegna – dal 9 al 14 giugnoTheatre on a line di Cuocolo/Bosetti, pluripremiata compagnia italo-australiana, che da 20 anni ha dato vita a una poetica teatrale che interseca realtà e finzione e si rivolge a gruppi di pubblico ristretti a cui viene chiesto di condividere dal vero e in un rapporto estremamente personale l’accadimento teatrale. Prodotto da Iraa Theatre e Teatro di Dioniso in Theatre on a line l’attrice Roberta Bosetti dà vita allo spettacolo per telefono con un singolo spettatore (in lingua italiana o inglese). Nessun riadattamento pensato per far fronte all’emergenza, nessun contenuto pensato ad hoc per questo scenario cosi incerto e complesso: semplicemente uno spettacolo dal vivo nato già in questa forma sull’intimità, intimità con degli sconosciuti. Ogni telefonata sarà necessariamente diversa dalle altre perché interattiva, ma tutte saranno sostenute da un testo multiplo che si interroga sulla natura dell’esperienza teatrale e sul rapporto possibile che l’attore può creare col proprio spettatore.

Biglietto di ingresso a ogni spettacolo della rassegna 8 euro (prevendita e commissioni incluse), vendita on line su www.amatmarche.net (circuito vivaticket) da sabato 9 maggio per Dora pro nobis e da lunedì 11 maggio per tutti gli altri spettacoli. Tutti gli spettacoli sono a posti molto limitati, si consiglia di procedere prontamente all’acquisto.

La condivisione del pensiero è affidata al laboratorio di idee Now/Everywhere OFFicine, che si propone come un collettore multicanale di spunti di riflessione attorno al teatro che verrà. Un’officina che lavora sull’immediatezza e sulla sedimentazione. L’immediatezza è data dalla condivisione quotidiana di contenuti sul canale Telegram NEOfficine Teatro “curati” da mini commenti e money quote: liveness, nowness, nuovi formati, dibattiti sul pubblico, normative… tutto quello che costruisce un contesto di riflessione multi prospettico sullo scenario in divenire. La sedimentazione è curata attraverso un blog/pagina AMAT che produce un contenuto scritto di approfondimento di quanto condiviso su Telegram e da una intervista video settimanale (in streaming e registrata) con artisti, curatori o programmatori scelti per la loro prospettiva sul divenire now/everywhere, capace di mettere a fuoco le questioni centrali che dovremo affrontare per il teatro di domani. Il progetto in collaborazione con AMAT è curato da Laura Gemini e Giovanni Boccia Artieri per LaRiCA, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, cui si affiancheranno senior editor.

Informazioni su www.amatmarche.net.

PROGRAMMA RASSEGNA

15 | 16 | 17 MAGGIO

ZOOM ORE 21

Teatro di Dioniso

FEDERICA FRACASSI in

DORA PRO NOBIS

di CONCITA DE GREGORIO

e con Lamberto Curtoni [violoncello e musiche originali]

DAL 19 AL 24 MAGGIO

ZOOM ORE 20 e 21.30

ScarlattineTeatro_Gnab Collective

HAMLET PRIVATE

performer Anna Fascendini / Giulietta De Bernardi

script e direzione Martina Marti

produzione Campsirago Residenza

29 MAGGIO

ZOOM ORE 21

FILIPPO CANTA IVAN GRAZIANI

DAL 2 AL 7 GIUGNO

WHATSAPP ORE 21, 21.30, 22 E 22.30

Fabrizio Favale / Le Supplici

CALL MY NAME

The WhatsApp Dance Project

disegno e coreografia Fabrizio Favale

musiche autori vari

danzatori Martin Angiuli, Vincenzo Cappuccio

Angelica Margherita, Mirko Paparusso

in collaborazione con AMAT

DAL 9 AL 14 GIUGNO

TELEFONO ORE 17, 17.30, 18, 18.30, 19

19.30, 20.30, 21, 21.30 E 22

Iraa Theatre – Teatro di Dioniso

THEATRE ON A LINE

A labyrinth made of all the paths one has taken

[Un labirinto fatto di tutti i percorsi che abbiamo attraversato]

di Cuocolo/Bosetti

con Roberta Bosetti

[spettacolo in italiano o inglese]

biglietto di ingresso € 8 [prevendita e commissioni incluse]

Tutti gli spettacoli sono a posti molto limitati

si consiglia di procedere prontamente all’acquisto on line su amatmarche.net

NEOff

Now/Everywhere OFFicine – Per un teatro che verrà

Now/Everywhere OFFicine si propone come un collettore multicanale di spunti di riflessione attorno al teatro che verrà.

Un’officina che lavorerà sull’immediatezza e sulla sedimentazione.

L’immediatezza sarà data dalla condivisione quotidiana di contenuti sul canale Telegram NEOfficine Teatro “curati” da mini commenti e money quote: liveness, nowness, nuovi formati, dibattiti sul pubblico, normative… tutto quello che costruisce un contesto di riflessione multi prospettico sullo scenario in divenire.

La sedimentazione sarà curata attraverso un blog/pagina AMAT che produrrà un contenuto scritto di approfondimento di quanto condiviso su Telegram e da una intervista video settimanale (in streaming e registrata) con artisti, curatori o programmatori scelti per la loro prospettiva sul divenire now/everywhere, capace di mettere a fuoco le questioni centrali che dovremo affrontare per il teatro di domani.

Il progetto sarà curato in collaborazione con AMAT da Laura Gemini e Giovanni Boccia Artieri per LaRiCA, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo cui si affiancheranno senior editor.

15 | 16 | 17 MAGGIO

ZOOM ORE 21

DORA PRO NOBIS

di Concita De Gregorio

reading per voce e violoncello

con Federica Fracassi

e Lamberto Curtoni violoncello e musiche originali

produzione Teatro di Dioniso

durata indicativa 45 minuti circa

Il giorno dello spettacolo lo spettatore che ha acquistato il biglietto on line sarà contattato tramite email e riceverà il link a Zoom per accedere allo spettacolo. Si raccomanda la massima puntualità.

Tratto dal libro Malamore di Concita De Gregorio – che a Dora Maar ha dedicato una ricerca narrativa ed esistenziale – lo spettacolo / reading vede duettare la voce di Federica Fracassi con il suono del violoncello di Lamberto Curtoni che richiamano in contrappunto, l’una Dora Maar e l’altro Pablo Picasso. Grande fotografa esponente del surrealismo, nel 1936 dopo l’incontro con Picasso e l’inizio della loro relazione, diventò la donna che maggiormente ispirò l’artista e a lei si deve tutta la documentazione fotografica sulla realizzazione del quadro Guernica. Fu vittima del genio distruttivo di Picasso che, nel tentativo di cancellarne la personalità e il talento, le chiese di lasciare la fotografia per dedicarsi alla pittura, in cui non ottenne grandi risultati. Dalla travagliata relazione durata circa 10 anni, Dora ne usci devastata pagando un prezzo altissimo con la reclusione in una clinica per la salute mentale.

Federica Fracassi si conferma protagonista di primo piano della scena teatrale italiana, interpretando Dora con con grande intensità e sensibilità, accompagnata da Lamberto Curtoni che crea un vero e proprio concerto di violoncello solo, parallelo e intrecciato di sottile tragicità.

La storia di Dora Maar è il Novecento. La sua serietà, la sua perdizione, la sua capacità di vedere senza essere vista, l’ostinazione quasi infantile, lo straordinario talento. L’amore, soprattutto. La storia di questa donna, un po’ croata un po’ argentina, cresciuta in Francia tuttavia – i paesi slavi, l’America latina, Parigi: tre mondi dentro di lei – mi ossessiona fin da bambina. L’ho sfiorata, una zia che l’aveva conosciuta mi raccontava i suoi racconti. I suoi incontri, gli uomini. George Bataille, Paul Eluard, Pablo Picasso, Jaques Lacan. Cioè la Letteratura, la Poesia, l’Arte, la Psicanalisi. Tutte con la Maiuscola, tutte sul suo corpo minuto e inossidabile. La luce nell’ombra. Sempre amata, sempre respinta. La follia, saggezza ultima. Mettersi nei panni degli altri, in-carnare e ‘sentire’ su di sé le storie che ci guardano e ci riguardano è quel che ho desiderato e provato a fare sempre. Ho immaginato di essere Dora mille e mille volte. Tutte le donne sono dentro di lei. Questo piccolo testo è un esperimento, una prova aperta.

Cambierà, Dora cambia sempre. Nel corpo e nell’anima di Federica Fracassi, nella musica di Lamberto Curtoni diventa una di noi, oggi. Una di voi. Tenetele compagnia, ve la restituirà per sempre. Concita De Gregorio

Ho ascoltato per la prima volta questo piccolo testo ancora inedito, direttamente dalla voce della sua autrice, Concita De Gregorio, e ne sono rimasta folgorata. Dora è nostra sorella, l’emblema della Donna che riluce a tal punto da essere violata, misconosciuta. Una potenza che è quasi impossibile catturare. Da questa immensa complessità dalle ossa fragili è partito il desiderio di portare in scena la sua storia, di diventare Lei, la sua voce. Un ascolto attento e millimetrico al suo fiato, che in un dialogo violento e appassionato con Lamberto Curtoni e il suo violoncello, tento di restituire. Dora e Picasso, Dora e gli uomini: l’amore, la lotta, la solitudine, la morte. La narrazione di un volo che ha già conquistato il pubblico in un sorprendente rispecchiarsi nel volto de “la donna che piange”. Federica Fracassi

DAL 19 AL 24 MAGGIO

ZOOM ORE 20 E 21.30

HAMLET PRIVATE

di ScarlattineTeatro, Gnab Collective

performer Anna Fascendini / Giulietta De Bernardi

script e direzione Martina Marti

consulenza artistica Michele Losi

visual design e fotografia Erno Raitanen

produzione Campsirago Residenza

con il sostegno di Kone Foundation, Arts Council of Finland, Swedish Cultural Foundation in Finland

Performance Center Eskus, City of Helsinki Cultural Office

durata indicativa 40 minuti circa

Il giorno dello spettacolo lo spettatore che ha acquistato il biglietto on line sarà contattato tramite email e riceverà il link a Zoom per accedere allo spettacolo. Si raccomanda la massima puntualità.

Le domande di Amleto sono anche le nostre domande. Il suo esitare è il nostro esitare. Da qui, dalla sua incapacità di agire, nasce Hamlet private.

Hamlet private è una video-performance unica nel suo genere. Offre a un solo spettatore per volta un’esperienza privata ed esclusiva, intima e profonda, che parla all’Amleto che risiede in ognuno di noi. Hamlet private è una rilettura, in videoconferenza dal vivo, della storia di Amleto attraverso il sistema di ventidue carte originali e il coinvolgimento diretto del partecipante, che diventa così artefice della riscrittura del dramma shakespeariano e, nello stesso tempo, ha la possibilità di esplorare e indagare la propria vita e i propri dubbi. Una performance che dal debutto nel 2014 ha continuato a essere proposta da sette performer in Germania, Francia, Danimarca, Inghilterra e Italia, in festival così come fuori dai contesti teatrali tradizionali. Ora viene riadattata per essere realizzata a distanza, ma mantenendo la stessa forza di interazione fra partecipante e performer. Hamlet private è una lettura dei tarocchi Talmeh – anagramma dell’eroe shakespeariano – che conduce lo spettatore in un personale viaggio alla scoperta di sé. Un percorso insieme alla performer che, attraverso il dubbio, centrale nella storia di Amleto, porta a esplorare il proprio passato e il proprio presente da nuove, e inaspettate, prospettive. Un Amleto confidenziale, vicino, che accoglie un singolo spettatore nell’intimità di un rapporto uno a uno. Attore e spettatore seguono il destino delle 22 carte ispirate alla storia di Amleto che vengono man mano svelate, posizionate, scelte, escluse, e ri-svelate. La storia del giovane principe si intreccia così con quella personale. Centrale è il dubbio, che avvolge la corte di Danimarca. Il Talmeh è un sistema di carte che invita proprio all’esitazione, a fermarsi e ascoltare. Le 22 carte di Hamlet private – nate da oltre 1200 scatti fotografici realizzati sulle colline briantee, sul lago di Como e nella baia di Helsinki – sono una rivisitazione degli arcani maggiori dei tarocchi. Ogni carta rappresenta un episodio o un personaggio della storia di Amleto e corrisponde a un momento di vita o a uno stato emozionale: il passato, il presente, il dubbio, gli attori, l’esercito, lo specchio, il desiderio, il consigliere, la follia, lo spettro… Le carte, interpretate una a una dalla performer, diventato strumento per interrogare il proprio io e guidano le parole della performer. Le carte Talmeh non servono a semplificare il processo decisionale o a predire il futuro. Al contrario, creano uno spazio per esitare, uno spazio per il non-conosciuto e ciò che rimane da disvelare. Hamlet private è un viaggio in cui specchiarsi, titubare, confidarsi al proprio io. Hamlet private accompagna, con le parole di Amleto, nella propria terra inesplorata, conduce a varcare la soglia, osservare una nave che parte o riposa alla deriva, ri-conoscersi entrando in contatto con gli angoli più nascosti di noi stessi. Solo alla fine, sorprendentemente, verrà rivelata la trama dell’Amleto, che nascerà dalle carte scelte dallo spettatore e sarà interpretata dalla performer. Il pubblico, in un teatro uno a uno, attraverso una video-performance, si trova così a riscoprire Amleto, uomo contemporaneo e abisso di interrogativi e, insieme, in questo gioco, incontra se stesso.

29 MAGGIO

ZOOM ORE 21

FILIPPO CANTA IVAN GRAZIANI

durata indicativa 45 minuti circa

Il giorno dello spettacolo lo spettatore che ha acquistato il biglietto on line sarà contattato tramite email e riceverà il link a Zoom per accedere allo spettacolo. Si raccomanda la massima puntualità.

Un viaggio intimo nelle canzoni e nel mondo di Ivan Graziani, cantautore rock per definizione, che ha scritto alcune delle pagine più belle della musica italiana, visto dagli occhi del figlio Filippo, nato e cresciuto in un ambiente pieno di musica, suoni, canzoni e di artisti, che a distanza di anni dalla morte del padre inizia con impegno a mettere le mani sulla chitarra e percepisce subito la sua grande affinità con lo strumento. Filippo canta Ivan Graziani è anche il titolo dell’album uscito dal vivo nel 2011 che porta Filippo fra i cinque finalisti per la Targa Tenco come miglior interprete, incentrato sui grandi successi del genitore, brani come Pigro, Lugano addio, Monna Lisa, Firenze e Maledette malelingue risuonano in tutta la loro potenza.

Filippo verso i 19 anni inizia con il fratello Tommy, già navigato batterista con alle spalle anche l’ultimo tour di papà Ivan, a fare serate dal vivo in club e locali di tutta Italia in una formazione a trio guadagnando sempre più dimestichezza con i palchi e il pubblico, aprendo concerti e dividendo il palco con artisti come Renato Zero, Vibrazioni, Morgan, Negramaro, Nicolò Fabi, Max Gazzè ecc.. Nel 2008 forma il gruppo Stoner-rock Carnera con il quale, grazie all’uscita dell’EP First round entra nei circuiti dei club nazionali e arriva ad aprire l’unica data italiana di Zakk Wilde, storico chitarrista di Ozzy dei Black Sabbath. Segue un periodo in cui si trasferisce a New York dove suona nei club del Lower east side, arrivando ad essere head liner nello storico Arlene’s grocery, club che ha visto gli albori di artisti del calibro di Jeff Buckley e Strokes. Contemporaneamente scrive canzoni in italiano contaminate dal sapore folk elettronico del nord degli Stati Uniti. Tornato in Italia e rinvigorito dall’esperienza oltreoceano Filippo decide di tornare alle radici e iniziare l’avventura di Viaggi e intemperie omaggio alla produzione musicale del padre Ivan. Preso a battesimo da Pepi Morgia, che ne cura la regia, nel novembre 2009 inizia un tour che riscuote un grande successo di pubblico, seguito da un album live che nel 2011 lo porta fra i 5 finalisti per la targa Tenco come miglior interprete.

Filippo cura la direzione artistica e partecipa con la cover E sei così bella al disco Tributo a Ivan Graziani edito dalla Sony, che racchiude i 14 nomi del panorama musicale underground e non (Marlene Kuntz, Roy Paci, Simone Cristicchi, Cristina Donà, Paolo Benvegnù, Marta sui tubi, Raiz, La Crus ed altri…) che si confrontano con il repertorio di Ivan in cover del tutto personali e rivisitate. Nel 2014 Filippo viene selezionato nei giovani di Sanremo dove presenta il brano Le cose belle che lo lancia nel mondo della musica italiana come cantautore. Sempre nello stesso anno guadagna il premio Lunezia e la prestigiosa “targa Tenco” per il migliore album di esordio.

DAL 2 AL 7 GIUGNO

WHATSAPP ORE 21, 21.30, 22 E 22.30

CALL MY NAME

The WhatsApp Dance Project

disegno e coreografia Fabrizio Favale

musiche autori vari

danzatori Martin Angiuli, Vincenzo Cappuccio, Angelica Margherita, Mirko Paparusso

produzione Fabrizio Favale / Le Supplici

in collaborazione con AMAT

durata indicativa 15 minuti circa

Il giorno dello spettacolo lo spettatore che ha acquistato il biglietto on line sarà contattato e riceverà tramite whatsapp il numero di telefono da videochiamare per accedere allo spettacolo. Si raccomanda la massima puntualità.

Call my name è uno spettacolo privato, in cui uno spettatore videochiama attraverso WhatsApp un danzatore della compagnia, pronto a danzare solo per lui. Lo spettatore acquista il biglietto, fornendo il proprio numero di telefono, giorno e orario in cui vuole incontrare la sua danza. Concluso il suo pezzo, il danzatore convocherà un suo collega sullo schermo, lasciandogli il posto, in una sorta di staffetta di apparizioni.

Questo formato spettacolare pionieristico mescola materiale e immateriale, sostanza tecnologica e sostanza dell’immaginazione, in un incontro con la danza intimo e misterioso allo stesso tempo. Per una manciata di minuti un danzatore in carne e ossa si tramuta solo per noi in un circuito elettrico fatto di bit, impalpabile eppure struggente.

DAL 9 AL 14 GIUGNO

TELEFONO ORE 17, 17.30, 18, 18.30, 19

19.30, 20.30, 21, 21.30 E 22

THEATRE ON A LINE

A labyrinth made of all the paths one has taken

[Un labirinto fatto di tutti i percorsi che abbiamo attraversato]

[spettacolo in italiano o inglese]

durata variabile da 15 a 30 minuti

Lo spettatore che ha acquistato il biglietto on line sarà contattato telefonicamente (sms o whatsapp) e riceverà il numero da chiamare per accedere allo spettacolo. Si raccomanda la massima puntualità.

Uno spettacolo che si svolge al telefono, sull’intimità, sull’ intimità con degli sconosciuti, sulle mappe, le mappe del desiderio, le mappe di possibili incontri, mappe immaginarie per incontri immaginari. È sulle storie che potremmo raccontare e su quelle che altri ci racconteranno. È sull’essere connessi, sull’essere in linea, la linea che muove, le linee telefoniche, le linee telefoniche dedicate al teatro. È sul teatro in linea, sul teatro sospeso su una linea, la linea sottile che divide realtà e finzione. Nel 2011 esce a Melbourne la prima versione di Theatre on a Line. Lo spettacolo replicato per un mese crea grande sensazione. Una versione differente verrà presentata due anni dopo a Prato con il Teatro Metastasio. Ora nella situazione che stiamo vivendo si carica di ulteriori significati. Diventa uno dei pochi modelli disponibili se vogliamo continuare a fare teatro. Lo spettatore da case compra on line il biglietto. Prenota giorno e ora. Riceverà subito dopo un numero di telefono e una password. Alla data e orario stabiliti chiamerà il numero, verificata la password sarà messo in comunicazione con l’attrice. Lo spettacolo inizia diventando poi una video chiamata.

Cuocolo/Bosetti, pluripremiata compagnia italo-australiana, da 20 anni ha dato vita ad una poetica teatrale che interseca realtà e finzione e si rivolge a gruppi di pubblico ristretti a cui viene chiesto di condividere dal vero e in un rapporto estremamente personale l’accadimento teatrale. Un’avventura questa denominata Interior Sites Project che conta, ad oggi, 16 parti/spettacoli che si sono svolti in casa, nel corso di una cena, in hotel, per strada, in metropolitana; Theatre on a line è il settimo episodio di Interior Sites Project; uno spettacolo nato nel 2011 in Australia dove è stato programmato per un mese con successo. Una versione differente è stata presentata due anni dopo a Prato con il Teatro Metastasio. Oggi, nella situazione in cui stiamo vivendo, Theatre on a line si carica di ulteriori significati: diventa un modello disponibile per continuare a fare teatro.

Al centro della nostra riflessione c’è il rapporto con lo spettatore. Un teatro in cui l’aspetto partecipativo, interattivo viene esaltato. Dove lo spettatore/ospite è libero di muoversi, di esplorare lo spazio, di adottare vari punti di vista: è privo, insomma, del “posto assegnato”. Un teatro dove gli spettatori diventino partecipi dell’opera: si pongano in rapporto reciproco generando tra loro relazioni fisiche di prossimità, o in questo caso di distanziamento, animando il lavoro da molteplici angolature. Ci sono molti modi di immaginare il posto del teatro. Uno è costruito di mattoni e cemento, con un sipario rosso e una serie di posti numerati; un altro è un posto immaginario pieno di giustapposizioni politiche e incontri psicologici. Non dico di abbandonare i teatri a cui, anche se non li usiamo, siamo tanto legati, ma d’intraprendere contemporaneamente un viaggio teatrale, al di là delle abitudini, che incorpori i temi mitici dell’interrogarsi, del ricercare, che serva come mappa di desideri, sogni, paure. Un teatro ecologico, che usi l’esistente, che si prenda cura del mondo circostante, non negazione del disastro, ma redenzione del disastro attraverso il moto affettivo e conoscitivo del mettere in forma, che diventa anche la forma di un comportamento e dunque un modo etico. Chiedo ai miei colleghi di diventare visionari di quello che c’è. Questa crisi ci potrebbe aiutare a cambiare strada. Nella presa di coscienza della fragilità del sistema (non solo teatrale) potrebbe diventare una tappa nel cammino del cambiamento. Cuocolo/Bosetti

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