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AIDAP risponde alla conferenza stampa di AGIS

In seguito al documento AGIS:  “Lo spettacolo in Italia nella fase 2”, AIDAP, Associazione Italiana Danza Attività di Produzione assieme al comparto della danza e della scena contemporanea, disconosce quanto emerso nella video conferenza del 30 aprile e nel comunicato, e ne pubblica uno di risposta.

Abbiamo assistito alla diretta facebook della conferenza stampa di Agis dello scorso 30 aprile e non ci siamo sentiti rappresentati.

Questo ci impone di rispondere pubblicamente a quanto emerso e denunciare una grave falla nel sistema di rappresentanza dell’Associazione stessa, di cui facciamo parte.

Premettiamo che non ci siamo riconosciuti nelle modalità con cui la conferenza è stata organizzata: primo tra tutti l’utilizzo del medium, gestito con scarsa dimestichezza.

Non ci è sembrato che il documento prodotto da Agis, oggetto della conferenza, sia stato raccontato in quell’occasione in modo efficace; più in generale non ci sentiamo vicini ai registri linguistici e comunicativi adottati dai relatori, avendoli ritenuti inadeguati alla lettura e al rilancio del tempo che stiamo vivendo:

è emblematico in questo senso che una Associazione che rappresenta lo spettacolo dal vivo tutto non abbia tra i suoi rappresentanti un giovane o una donna, assenza osservata peraltro dai tantissimi commenti ricevuti durante la diretta in chat, dalla cui protesta emergeva netta la conferma dello scollamento complessivo di sguardo e pensiero rispetto alla scena contemporanea tutta, ignorata nella rappresentanza laddove le presenze esterne alle Presidenze in carica di Agis, Anfols e Federvivo ancora una volta insistevano sull’universo artistico già presente.
Le parole che il Presidente Fontana ha riservato al nostro settore hanno purtroppo denunciato la scarsa conoscenza dell’ambiente in cui ci muoviamo e che in Agis rappresentiamo. Nello spazio creato da questa frattura decidiamo di ribadire la nostra esistenza e le sue caratteristiche specifiche, esigendo di essere riconosciuti, descritti e difesi in modo diverso, necessità che sentiamo urgente per rispetto in primis alle migliaia di performer e maestranze che a diverso titolo attraversano le nostre organizzazioni.

Le strutture di produzione della danza in Aidap si distinguono dai corpi di ballo delle Fondazioni e dalle compagnie dei Teatri Stabili per modalità creative e produttive ibride, per processi creativi che si stratificano su più livelli (corporeo, intellettuale, relazionale, interdisciplinare) e per luoghi di intervento che sono anche molto distanti da quelli al centro della narrazione mediatica.
Certo, condividiamo con tutto il comparto la necessità di organizzare il prima possibile il ritorno in sala dei danzatori. Ma ci teniamo a specificare che l’ “allenamento”, per la danza contemporanea, non è rappresentato solo dalla “lezione giornaliera” menzionata da Fontana. Un danzatore contemporaneo nel suo lavoro deve disporre di una serie molto variegata di abilità, e per tenerle in allenamento occorre metterlo in relazione con altri corpi e creare spazi di lavoro complessi, non riducibili a forme di distanziamento alcune.
I nostri processi creativi sono da anni in quotidiano dialogo con una complessa rete di altri soggetti culturali, disseminati in tutta Italia e non solo. Cerchiamo di dialogare con tutti i corpi, con tutti gli spettatori, con le idee provenienti dai contesti e dalle voci più diverse.
Lavoriamo da sempre in strettissimo contatto con strutture europee e finanche mondiali; gli spettacoli e i progetti che produciamo sono rappresentati sui palcoscenici più prestigiosi del nostro continente ma spesso anche in Paesi che orbitano alle periferie del mercato culturale. In tutte queste sedi la nostra danza è riconosciuta, dagli operatori culturali e dalla critica locali, come una delle più vive in Europa. Facciamo notare che questo ci ha messo nella posizione privilegiata di conoscere fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus le buone pratiche messe in atto da altre realtà europee, ulteriore elemento rispetto al quale in Agis non siamo stati ascoltati.

È inoltre importante specificare che in Agis è iscritta solo una parte delle realtà che compongono l’enorme ecosistema della scena contemporanea; esistono molte altre strutture, oltre a quelle che sottoscrivono questa lettera, che rendono il settore dello spettacolo dal vivo estremamente più vivo e diversificato del quadro che ne è stato dipinto nella conferenza stampa in questione.

Non rappresentiamo affatto una dimensione liminale del sistema ed i dati ci dicono che anzi ne costituiamo tutti assieme la parte più consistente. Per intercettarla occorre naturalmente guardare al di là dei Teatri Stabili e delle Fondazioni Lirico Sinfoniche e includere nel proprio orizzonte i Festival, i piccoli teatri, i progetti trasversali che fanno vivere la danza e la rendono accessibile ad altri pubblici e in altri luoghi, altrettanto numerosi e preziosi.

A questo proposito, in particolare modo in questo momento d’emergenza, noi per primi desideriamo trovare il modo di relazionarci con tutte quelle realtà esterne ad Agis con le quali condividiamo progettualità, valori e modalità di lavoro, perché riteniamo di avere simili bisogni e di voler difendere e rappresentare simili istanze.
Esigiamo che la Presidenza di Agis prenda atto della specificità della nostra realtà e dello specifico e attuale ecosistema che compone la scena contemporanea tutta e ribadiamo la natura in ascolto di Aidap, che è da sempre disponibile a un dialogo diretto, per raccontare in profondità il nostro settore, ma anche per elaborare idee attorno alle quali quotidianamente ci confrontiamo con gli attori del nostro sistema per dare forma concreta al futuro del nostro lavoro.

AIDAP – Associazione Italiana Danza Attività di Produzione

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