Quinta di copertina. È uscito per Forum il volume Resistenze femminili, che raccoglie tre testi di Marta Cuscunà introdotti da un saggio critico.
L’Italia si trova «al settantesimo posto nel Gender Gap Index, con il quale il World Economic Forum ha misurato il livello di diseguaglianza di genere in centoquarantaquattro paesi»; quanto alle eque «opportunità economiche e lavorative» tra uomini e donne, si arriva fino alla centodiciottesima posizione. Questi dati evidenzia la nota firmata da Roberta Nunin, Consigliera di Parità della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, in apertura di un volume che il proprio ufficio ha sostenuto: per i tipi di Forum è uscito in queste settimane il volume Resistenze Femminili – Una trilogia, che raccoglie i testi È bello vivere liberi!, La semplicità ingannata e Sorry, Boys, trilogia firmata dall’autrice e attrice Marta Cuscunà.
Negli anni, questa artista ha dedicato ricerca e attenzione a quelle figure femminili della storia recente e contemporanea alle prese con una lotta di autodeterminazione; l’intenzione è stata sempre quella di sensibilizzare pubblici di ogni età sul tema delle storie sepolte. Dalla ex staffetta Ondina Peteani di È bello vivere liberi!, alla monacazione forzata raccontata ne La semplicità ingannata, fino alla ribellione di coscienza e di corpo di Sorry, Boys, in cui un gruppo di ragazze progetta l’istituzione di una comune dove crescere autonomamente la propria prole, al riparo dalle prevaricazioni maschili, il teatro di Marta Cuscunà è davvero espressione di una «passione civile». Una poetica non allarmista ma coscientemente attenta alla distribuzione delle responsabilità – così essenziale nel motivare i dati di cui si scriveva in apertura – si traduce in una scelta estetica pienamente originale. Liberando il teatro di figura dalle muffe di un pensiero che lo vorrebbe appannaggio solo del teatro per l’infanzia o all’intrattenimento popolare, il progetto dell’artista friulana è quello di restituire al dialogo tra corpo vivo e corpo animato la potenza di una comunicazione fatta a strati, in cui materiale testuale, interpretazione attoriale e manipolazione convergono nella restituzione di “storie”, di filamenti di passato e di presente in grado di risvegliare la coscienza dello spettatore in un’alchimia messa a punto con sottile perizia.
Resistenze femminili è un titolo perfetto per questo volume attraente e arricchito da un necessario complemento iconografico. Il saggio introduttivo, a cura di Giorgia Gobbi, è un mirino che si sposta, in maniera concisa ed efficace, inquadrando le aree di lavoro dell’autrice di Monfalcone e offrendo risalto alla traccia dei materiali storici a cui ella ha trovato accesso. I copioni qui raccolti sono la traccia primaria di un lavoro ben più complesso, in cui la documentazione storica si fa artigianato e il lavoro attoriale strumento per una condivisione responsabile di vicende intime eppure universali. Allora i puppets possono valere da correlativo oggettivo per una Storia che, attraverso la memoria collettiva, deve essere rianimata.
Rileggendo i testi in pagina, diamo ancora più senso e credito al complesso lavoro di Marta Cuscunà sulla presenza fisica dell’attrice – sempre a vista o espressa nel complicato utilizzo degli strumenti di manipolazione – e sull’uso del mezzo vocale, sulla mimesi del tono che arricchisce una scena eminentemente frontale, proponendo una relazione tra animatrice, corpi altri e spettatori che ha bisogno di una dimensione rituale fatta di atmosfere evocate. Ed ecco che prende senso il riferimento di Giorgia Gobbi a quell’efficace locuzione coniata da Gerardo Guccini e Claudio Meldolesi nel 2004, che disegna una «nuova performance epica», che accoglie Marta Cuscunà ma la colloca su una posizione liminare, in attesa di sempre nuove sperimentazioni.
Sergio Lo Gatto
RESISTENZE FEMMINILI – UNA TRILOGIA
di Marta Cuscunà
introduzione di Giorgia Gobbi
editore Forum – Editrice Universitaria Udinese
isbn 978-88-3283-166-5
anno 2019
pagine 199