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Jeton Neziraj. In volo sopra il teatro del Kosovo

Quinta di copertina. Per i tipi di Editoria&Spettacolo è uscito un volume sulla drammaturgia di Jeton Neziraj, Il volo sopra il teatro del Kosovo: cinque testi e l’introduzione di Anna di Lellio.

Jeton Neziraj (1977) fa parte della maggioranza albanese che durante le guerre di Jugoslavia fu costretta all’emigrazione per sfuggire al servizio militare e alle forti limitazioni nei diritti e nelle libertà instaurate dal governo serbo di Slobodan Milošević, nel 1989. Rientrato in Kosovo egli è prima direttore artistico del teatro nazionale e poi di Qendra Multimedia, centro di produzione attivo nella diffusione del teatro contemporaneo. Una ventina, le drammaturgie tradotte e rappresentate in tutto il mondo; cinque quelle proposte da Editoria&Spettacolo in Il volo sopra il teatro del Kosovo con l’introduzione di Anna di Lellio. Il volo sopra il teatro del Kosovo. Proclamazione dell’indipendenza del Kosovo o l’Epopea Kosovara (2012), Guerra ai tempi dell’amore (2007), Bordello Balkan. Saga di una famiglia balcanica (2014), Peer Gynt dal Kosovo (2013) e Uno spettacolo con quattro attori dei maiali delle mucche dei cavalli e un primo ministro con la mucca milka e alcuni ispettori locali e internazionali (2016).

Cinque piéce che sorvolano in lungo e in largo la questione kosovara nelle sue specificità e nel riferimento a un’umanità immutabile, ovunque esista ingiustizia, ovunque ci sia ancora qualcuno che lotti per i propri diritti. Non tarda il drammaturgo a tirare le fila di destini umani senza confini geografici, senza una lingua che basti ad esaurire il discorso sulla libertà. La scrittura è spoglia, brutale, spesso cruda nel riferimento a una sessualità distorta, a un amore ingordo e bestiale. In un’impostazione fortemente epica, con tanto di didascalie e canzoni a interrompere la scena, di prologhi ed epiloghi declamati, è forte il segno di un’ironia lugubre, uno humor scuro e disturbante ai limiti della satira nei confronti del carnefice, lo Stato, ma non più clemente con le vittime, con quel popolo schiacciato, così come con quel teatro che qui, dichiaratamente, si vuole rinnovare.

Al rincorrersi dei destini umani si intrecciano le vicende storiche del Kosovo, in un groviglio che sfocia irrimediabilmente nell’assurdo e nel paradossale. Questi testi trovano un collegamento nascosto anche nel riferimento, lucido e dichiarato, alla tradizione teatrale. Ne Il volo… i personaggi attendono la proclamazione d’indipendenza del Kosovo, che potrà essere domani, dopodomani, che può essere già avvenuta all’insaputa di tutti, che forse non avverrà mai. Bordello Balkan rivisita l’Orestea di Eschilo, mentre il Peer Gynt ricalca il viaggio di Ibsen e ce lo ripropone nella continua, mai accolta, richiesta d’asilo di un rifugiato politico. Infine, Uno spettacolo con quattro attori… si rivela metafora stessa della metafora che era la Fattoria di Orwell, in un agghiacciante ribaltamento di ruoli, riferimento sottile ma inequivocabile. Gli scambi di battute provocatori, candidamente squallidi, insieme alle poche foto presenti nel volume, lasciano intuire una scena dissacrante, scomposta, refrattaria e frammentata. Un circo di attori – forse comunque, alla fine, soltanto attori – ci accompagna tra le stanze sudice del potere, tra i camerini polverosi del teatro della morte civile.

«Noi siamo cresciuti con il sogno della libertà e forse, questa, è stata la nostra principale ossessione, durante quel periodo. Non il teatro, quindi, ma la libertà».

Agela Forti

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Il volo sopra il teatro del Kosovo. 5 plays
Traduttore: Liljana Cuka Maksuti, Valbona Xibri, Valbona Malaj
Editore: Editoria & Spettacolo
Collana: Percorsi
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 13 dicembre 2019
Pagine: 298 p., Rilegato
EAN: 9788832068115

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Angela Forti
Angela Forti
Angela Forti, di La Spezia, 1998. Nel 2021 si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza Università di Roma, con un percorso di studi incentrato sulle arti performative contemporanee. Frequenta il master in Innovation and Organization of Culture and the Arts all’università di Bologna. Nel 2019 consegue il diploma Animateria, corso di formazione per operatore esperto nelle tecniche e nei linguaggi del teatro di figura. Studia pianoforte e teoria musicale, prima al Conservatorio G. Puccini di La Spezia, poi al Santa Cecilia di Roma. Inizia a occuparsi di critica musicale per il Conservatorio Puccini, con il Maestro Giovanni Tasso; all'università inizia il percorso nella critica teatrale con i laboratori tenuti da Sergio Lo Gatto e Simone Nebbia e scrivendo, poi, per le riviste Paneacquaculture, Le Nottole di Minerva, Animatazine, La Falena. Scrive per Teatro e Critica da luglio 2019. Fa parte della compagnia Hombre Collettivo, che si occupa di teatro visuale e teatro d’oggetti/di figura (Casa Nostra 2021, Alle Armi 2023).

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