QUINTA DI COPERTINA. L’isola che c’era: grandi maestri al Teatro Ateneo (1980-1995) è un libro di Katia Ippaso pubblicato da Editoria & Spettacolo.
Quella del Teatro Ateneo è la storia di un’utopia, in parte realizzata e poi stroncata, terminata come quei sogni del primo mattino in dormiveglia; è anche la storia – come ce ne sono a centinaia in Italia – di mala gestione pubblica, di promesse non mantenute, di opere da ristrutturare e mai riaperte. È successo nel 2003 alla sala teatrale storica della prima università romana, è stata chiusa per una ristrutturazione che tra un po’ festeggerà vent’anni; d’altronde ci siamo abituati, anche la storia del Teatro Valle insegna, in questa città quando un teatro pubblico chiude per lavori non si sa dopo quanti decenni potrà riaprire.
Nel caso del Teatro Ateneo, parliamo di uno spazio costruito durante il fascismo, che ha rappresentato anche una piccola parte della storia della programmazione teatrale cittadina prima della fondazione del Centro Teatro Ateneo; per diventare in seguito il fulcro spaziale di una serie di percorsi teorici e pratici che si muovevano all’interno dell”istituzione diretta prima da Ferruccio Marotti. Dunque c’è stato un momento storico, dall’inizio degli anni ’80, in cui il il Teatro Ateneo ospitava alcuni dei più importanti artisti della scena europea e Roma era crocevia di pensieri, dibattiti e pratiche teatrali di altissimo livello. Di quell’utopia realizzata, finalmente, rimane una traccia in un volume edito da Editoria & Spettacolo e scritto con passione e fatica da Katia Ippaso.
Giornalista, critica teatrale e drammaturga, Ippaso ha vissuto quegli anni in prima persona e con un lavoro certosino di ricerca nei materiali di archivio, anche video del Centro Teatrale Ateneo, oppure attraverso interviste a partecipanti e testimoni di quegli anni, ha potuto ricostruire il filo rosso di una storia affascinante e unica. Le immagini pescate con passione dalla memoria si alternano alle testimonianze e alla ricostruzione storica: Ippaso dedica, nella prima parte del volume, ogni capitolo a uno dei maestri che hanno abitato quello spazio (Eduardo De Filippo, Carmelo Bene, Jerzy Grotowski, Peter Brook, Eugenio Barba, Dario Fo, Peter Stein, Anatolij Vasil’ev). Nella seconda parte c’è invece un affondo shakespeariano attraverso il lavoro di alcuni degli artisti già citati ai quali si aggiunge Leo De Berardinis. Nella terza e ultima sezione il libro rappresenta invece una breve ricognizione dell’impegno di alcuni gruppi protagonisti delle avanguardie italiane: i Magazzini, Quartucci, Rem&Cap.
Ogni volta è come vedere un testimone che viene passato di mano in mano: ci si commuove nelle pagine dedicate a Eduardo, si affronta quasi un sentimento di invidia per non aver potuto assistere dal vivo all’incontro tra l’autore napoletano e Carmelo Bene, quando il primo ammonisce «Tu sei in serie A, ma quelli che si mettono in serie A sono di serie B. Solo il pubblico li può mettere in serie A». «Il pubblico fa paura, Eduardo» risponde l’altro.
Andrea Pocosgnich
L’isola che c’era: grandi maestri al Teatro Ateneo (1980-1995)
Autore : Katia IppasoEditore: Editoria & Spettacolo
Collana: Visioni
Data di Pubblicazione: 2019
Argomento : Teatro italiano
Pagine: 266ISBN-10: 8832068052
ISBN-13: 9788832068054
Pagine: 266
prezzo: 18 euro