Quinta di copertina. Curare il teatro – Il Laboratorio Permanente di Nerval Teatro ad Armunia è volume edito da ETS per la collana Quaderni di Armunia che restituisce il percorso laboratoriale sulla disabilità ormai consolidato tra Maurizio Lupinelli e Nerval Teatro, la Cooperativa Nuova Futuro, Armunia e il Festival Inequilibrio. Recensione
Curato da Gerardo Guccini (docente di drammaturgia presso l’università di Bologna) e dal critico Marco Menini, Curare il teatro – Il Laboratorio Permanente di Nerval Teatro ad Armunia è volume edito da Ets per la collana Quaderni di Armunia diretta da Fabio Masi, direttore generale e codirettore artistico (insieme ad Angela Fumarola) di Armunia, associazione che da anni ormai conduce in Toscana, nel Castello Pasquini di Castiglioncello e dal 2019 presso la ex Fattoria Arcivescovile del Castello di Rosignano Marittimo, il Festival Inequilibrio.
Chi sia mai stato a Inequilibrio nel periodo del Festival non potrà fare a meno di ricordare il clima di attività armonica che vi si respira, l’avvicendarsi delle performance, le discussioni e gli incontri in Limonaia, i momenti di condivisione pre e post spettacolo che prendono forma nella cornice della costa rocciosa del mare; tutto questo a contraltare al fermento organizzativo. Dalla nascita sotto l’impulso di Massimo Paganelli, passando per la direzione di Andrea Nanni fino a quella attuale, la vocazione di quei luoghi sembra essersi confermata nella definizione di una dimensione che plasmi, nello spazio-tempo della rassegna, un senso comunitario dinamico e disteso insieme, ove il portato estetico e creativo degli eventi o dei profili artistici non soverchiano mai del tutto la dimensione relazionale, dialogica, umana degli stessi.
È in questo contesto, accompagnato e accompagnando i suoi mutamenti, che dal 2007 Maurizio Lupinelli col suo Nerval Teatro porta avanti l’attività del Laboratorio Permanente in collaborazione con la Cooperativa Nuovo Futuro. Un lavoro di ricerca artistica e sociale in cui la personalità teatrale di Lupinelli (Lupo), affiancata da anni da Elisa Pol, interagisce con i differenti tipi di disabilità, ridefinendo di continuo i propri canoni, continuando a cercare forme ed esiti calibrati tanto in funzione dei conduttori quanto dei ragazzi, alcuni dei quali sono divenuti ormai interpreti rodati.
Il testo ripercorre l’intera parabola di un’avventura: la formazione e gli inizi professionali di Lupinelli, l’incontro con il Teatro delle Albe di Ravenna e l’esperienza con la non-scuola di Marco Martinelli, le collaborazioni a La Spezia con Renato Bandoli ed Eugenio Sideri. Quindi, i primi studi sul Marat-Sade di Peter Weiss a segnare l’approdo a Castiglioncello e la nascita, insieme a Paganelli, di un’idea laboratoriale evolutasi poi sul territorio in una progettualità la cui gittata temporale avesse una connotazione in grado di garantirne la continuità; e allora, gli allestimenti susseguitisi (Marat, Che cosa sono le nuvole, Appassionatamente, Attraversamenti, Sinfonia Beckettiana), i mutamenti di dinamiche artistiche e metodologiche che ad essi si sono accompagnati, dall’interazione in scena fra attori professionisti e partecipanti fino alla “lateralizzazione” performativa di Lupinelli e Pol con la definizione di un impegno esclusivamente direttivo e la relativa emersione di alcuni partecipanti quali personalità e riferimenti performativi quasi decisivi.
Il percorso di restituzione del testo si articola in tre parti sostanziali: una prima di ricostruzione dell’intera parabola del Laboratorio Permanente chiusa dalle testimonianze dirette di Lupinelli e Pol, una seconda parte dedicata ai laboratoristi (Federica Rinaldi, Cesare Tedesco, Francesco Mastrocinque, Gianluca Mannari) con delle schede, sintetiche ma particolarmente connotative. Il terzo e ultimo capitolo raccoglie gli atti di una Tavola Rotonda (dal titolo appunto Curare il teatro) centrata su teatro e disabilità tenutasi nel corso della XXI edizione di Inequilibrio, lo scorso 24 giugno 2018, con interventi tra gli altri di Claudio Ascoli, Antonio Viganò, dello psichiatra Thomas Emmenegger. In questa occasione, Lupinelli ha avuto modo di sottolineare come la propria ricerca abbia trovato un terreno di coltura nella possibilità offertagli di “perdere tempo”, perché – come emerge nella conclusione di Massimo Paganelli: «E questo è un luogo di pratica, quindi voi siete qui non a celebrare, ma a dare un senso all’etimologia della parola. Anche se Inequilibrio in italiano non esiste, vorrei lasciarvi il compito di cercare il significato di “inequilibrio”, di stare in inequilibrio. C’è chi lavora per farcelo perdere e perché si possa continuare a creare altre ferite oltre quelle che già ci sono, e che, credo, chi è qui vive quotidianamente, perché le ferite, come diceva il buon Claudio Ascoli, ce le pratichiamo continuamente. Buon lavoro a tutti».
Marianna Masselli
Curare il teatro – Il Laboratorio Permanente di Nerval Teatro ad Armunia
a cura di Gerardo Guccini e Marco Menini
Edizioni ETS
prezzo € 12,00
- 107
ISBN 978-884675541-4