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Cosa succede al Teatro delle Briciole?

Cosa è accaduto e cosa sta accadendo al Teatro delle Briciole. Cosa ne sarà del polo culturale Parmense? 

Dietro il sipario

È bello sognare di partire per un pianeta nuovo e sconosciuto, dove ogni cosa sia possibile, dove i nostri desideri possano realizzarsi, le nostre piccole, quotidiane, conosciute paure annullarsi. Immaginare universi paralleli e supernove dove poter smettere di condurre le solite, quotidiane, ridicole battaglie. Ma.

Tra parodistici viaggi interspaziali e visite guidate, esperimenti sullo spettatore e visionarie performance di danza percorriamo gli spazi del Teatro delle Briciole – Teatro al Parco di Parma. Ma, dietro il sipario chiuso, non ci aspettano improbabili e mirabolanti macchinari, lunatici effetti luministici, visionarie possibilità. Il teatro del futuro, al contrario, non esiste. Comodi in antiquate poltrone imbottite possiamo guardarci, in retrospettiva, osservarci come reperti storici polverosi, forse, davvero, poco interessanti. Un pezzo da museo in una teca male illuminata, il breve, costoso brivido di una visita guidata; e nulla più. No, non è per il futuro tutto questo. E quello del futuro è il teatro del nulla cosmico, un vuoto nero della memoria, che di noi si è dimenticato poiché siamo stati noi i primi a dimenticarci.

Anti-materia e anti-conferenze stampa

Due conferenze stampa hanno preceduto l’avvio dell’anti-stagione 2019/2020 del Teatro delle Briciole: la prima il 26 ottobre, conferenza “del terzo tipo” alla scoperta di un teatro futuribile; la seconda, il 4 novembre. Nessuna delle due ha potuto presentare se non l’incertezza di una stagione, la sua impossibilità. Nei quattro minuti della seconda conferenza stampa all’aperto, al freddo, di fronte alle porte del monumentale Teatro al Parco, la direzione – ormai storica – del Teatro delle Briciole ha annunciato l’impossibilità di confermare il proprio incarico e denunciato lo stato di totale incertezza di un luogo e di uno staff che si apprestano ad aprire le porte di una stagione privi di garanzie minime e di fiducia. Perché è finita la fiducia, fuori dai tempi, a contratti scaduti. “Il nostro incarico è terminato, forse temporaneamente. Non si può programmare una stagione senza certezze.”

Le pareti del Teatro al Parco – foto di TdB

I Dati

Ripercorriamo brevemente i fatti: il Teatro delle Briciole, Centro di produzione teatrale, nel 2007 fonda, con lo storico Cinema Edison, la Fondazione Solares delle Arti. Era la fine di giugno quando Solares decise, senza preavviso, di sostituire la direzione artistica di Belledi, Armenzoni e Baruffini senza, per giunta, tenere conto del fatto che le stesse Belledi e Armenzoni gestissero ormai da trent’anni, e con successo, anche l’intero apparato amministrativo-finanziario del TdB. A ciò rispose una sollevazione generale dello staff, che contribuì nel portare alla luce il debito della Fondazione nei confronti del teatro. Con la mediazione del Comune di Parma si giunse, quindi, ad istituire un tavolo tecnico per procedere, entro novembre 2019, alla separazione del TdB salva la sostenibilità delle due parti. Inoltre, i contratti delle direttrici vennero prorogati alla fine di ottobre e la fondazione si impegnò a trasferire alla cooperativa il contributo triennale 2018-2020 del fondo Fus concesso dal Ministero della Cultura nonché la parte residua del contributo regionale e di quello del Comune di Parma derivanti dalle rispettive convenzioni.

Passata l’estate, con Parma 2020 alle porte e la stagione da cominciare, la Fondazione non ha saputo fornire garanzie economiche e contrattuali tali da poter ragionare una continuità e stabilità progettuale per la nuova annualità, rimandando ulteriormente una risposta soddisfacente.

Le direttrici artistiche, come specificano nel comunicato stampa letto durante la conferenza del 4 novembre scorso, non possono prendersi la responsabilità di presentare una stagione priva di ogni garanzia, così come di perseguire in un incarico tanto incerto e così poco rispettoso nei confronti dei lavoratori. Due idee differenti di futuro separano, evidentemente, il TdB dalla Fondazione Solares. Ma l’eroismo è roba da fantascienza, e difficilmente un martire sarà in grado di perorare ancora la propria causa. Il Nautilus è meglio lasciarlo affondare da solo, soprattutto quando – e diceva bene il barone di Munchausen – non siamo noi a dover abbandonare la nave, ma è la nave ad abbandonare noi.

Le colonne “Im-portanti” del Teatro al Parco tappezzate con le locandine di tutti gli spettacoli – foto di TdB

Cos’è “Teatro delle Briciole”

Il Teatro delle Briciole, inutile ricordarlo, da anni si contraddistingue per la continuità di un progetto artistico che non si esaurisce nella stagione teatrale ma che riguarda un’azione continuativa e capillare come contenuti, gestione e metodologie. Esso si impegna in una stagione stratificata e studiata per le diverse fasce di pubblico, con un’attenzione specifica sul teatro infanzia ma aperta anche alle declinazioni del teatro di ricerca – da qui le collaborazioni con compagnie come Sotterraneo, Babilonia Teatri, Collettivo Cinetico, Fratelli Dalla Via, Silvia Gribaudi ecc. – e disponibile al supporto di autorialità giovani ed emergenti, il che lo vede tra i principali partner di macro realtà come Anticorpi XL, il Progetto Cantiere, il Premio Scenario, il corso di formazione Animateria.

All’attività di spettacolo, il TdB associa un’azione capillare nelle scuole con attività formative e coinvolgimento diretto di insegnanti e classi. Una politica omogenea e di ampie vedute ha saputo assicurare a questo centro una forte qualità di presenza nella città, un rapporto stretto con i cittadini e con le famiglie. Così come il teatro ha saputo dimostrare un’efficace abilità di gestione. Lo dimostra la ricchezza della stagione che avrebbe dovuto aprirsi con questo novembre, e un’attività di tournée che tocca le 300 repliche annue.

Che toccherebbe, che avrebbe toccato… poiché, a oggi, data ultima del 30 novembre, a fronte di comunicati stampa, lettere dei collaboratori artistici, riunioni sindacali e tra le parti, nonostante la mediazione costante del Comune, nessuna risposta è stata data. Così osserviamo, da fuori, il nostro teatro del futuro: mentre il mondo di collaboratori e artisti vicini alla realtà delle Briciole manifesta la propria vicinanza, le sorti del teatro affondano nelle paludi della procrastinazione. 

Infine (o all’inizio)

Il caso del Teatro delle Briciole non è né il solo, né l’ultimo. Ogni giorno assistiamo impotenti allo svanire e alla sconfitta di centri di cultura, ogni giorno un nuovo colpo viene inflitto a un sistema fragile, non tutelato, dimenticato. Assistiamo a quanto chiedere il minimo sindacale, lo stretto indispensabile, la garanzia minima che serve per legittimare la dignità di un mestiere, sia diventato chiedere comunque troppo. Anche dove i risultati siano concreti e tangibili; dove, nonostante tutto, ancora non basta la consapevolezza di un mestiere per avere fiducia e per comprendere le ragioni un sistema che tenta in ogni modo di eliminarci. Come comunità artistica siamo tenuti a chiedere risposte, a chiedere chiarezza. Contro un teatro di carte, di scarabocchi e calcoli che non tornano. Per la semplicità di un mestiere che dovrebbe essere ancora capace di credere in un’idea di progetto e di futuro.

Fantascienza è denuncia. Proiezione di paure. Ma, no, in un presente senza certezza non c’è posto per la paura del futuro. La paura del futuro è, ormai, per noi, un privilegio. Perché, no, non si tratta più di costruire futuri possibili. Ma di ingannare quotidiane, ben poco fantascientifiche, apocalissi. 

Angela Forti

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Angela Forti
Angela Forti
Angela Forti, di La Spezia, 1998. Nel 2021 si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza Università di Roma, con un percorso di studi incentrato sulle arti performative contemporanee. Frequenta il master in Innovation and Organization of Culture and the Arts all’università di Bologna. Nel 2019 consegue il diploma Animateria, corso di formazione per operatore esperto nelle tecniche e nei linguaggi del teatro di figura. Studia pianoforte e teoria musicale, prima al Conservatorio G. Puccini di La Spezia, poi al Santa Cecilia di Roma. Inizia a occuparsi di critica musicale per il Conservatorio Puccini, con il Maestro Giovanni Tasso; all'università inizia il percorso nella critica teatrale con i laboratori tenuti da Sergio Lo Gatto e Simone Nebbia e scrivendo, poi, per le riviste Paneacquaculture, Le Nottole di Minerva, Animatazine, La Falena. Scrive per Teatro e Critica da luglio 2019. Fa parte della compagnia Hombre Collettivo, che si occupa di teatro visuale e teatro d’oggetti/di figura (Casa Nostra 2021, Alle Armi 2023).

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