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Workshop a cura di Pierpaolo Sepe ” Le conseguenze del Macbeth”. #sponsor

WORKSHOP A CURA DI PIERPAOLO SEPE

“LE CONSEGUENZE DEL MACBETH”

Teatro Vascello dal 25 al 31 marzo

 

PIERPAOLO SEPE

Pierpaolo Sepe inizia la sua attività di regista teatrale nel 1991, e da allora ha firmato oltre cinquanta regie. Nel 1997 inizia una collaborazione artistica con il centro di produzione teatrale Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, in atto ancora oggi. Nel 2005 vince il Premio Flaiano come miglior regista teatrale; nel 2012 l’Associazione Nazionali dei Critici di Teatro gli assegna il Premio della Critica 2012 per la regia de “Le Cinque Rose di Jennifer”; vincitore, sempre nel 2012, del MArteAwards, premio italiano all’innovazione artistica, per la regia di “Anna Cappelli” con Maria Paiato. Nella stagione 2013/2014 i teatri italiani ospitano le sue ultime due regie: SIK SIK di Eduardo de Filippo, con Benedetto Casillo presentato al Festival Benevento Città Spettacolo e MEDEA di Seneca, con Maria Paiato, che apre in prima assoluta la stagione del Piccolo Teatro di Milano il 17 ottobre.2013 e in scena al Teatro Eliseo di Roma dal 1 aprile 2014.

Amante ed esploratore della drammaturgia contemporanea, propone un teatro con evidenti finalità politiche e sociali, alla continua ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Convinto sostenitore della centralità dell’attore, auspica un teatro figlio di una reale collaborazione tra i ruoli.

 

Ricerca pedagogica

Le parole non bastano per raccontare i sentimenti. Le parole sono un’approssimazione del linguaggio, incapaci di restituire con precisione il valore diuna sensazione e di uno stato emotivo. Asopperire questa mancanza interviene ilcorpo che, con segnali inconsapevoli, definisce e smaschera ciò che le parole, con il pudore nascondono. Ma inteatro tutto questo può diventare ritardo e incapacità evocativa nell’attore quando il corpo è privo di una scelta precisa del gesto quindi di controllo. È su questo pun- to che indirizzo la mia ricerca pedagogica al fine di costruire un attore abitato pienamente dal senso, capace di restituire appieno un’ipotesi interpretativa faticosamente raggiunta e non nasconderla nel formalismo retorico.

 

 

LE  CONSEGUENZE DEL MACBETH

“Una bella giornata così brutta non l’avevo mai vista.”

“Le conseguenze del Macbeth” è illnuovo progetto a cui sto lavorando dove non solo attori ma anche danzatori e registi sono invitati a lavorare insieme con lo scopo di creare ed esplo- rare “Macbeth” e la sua battaglia. | partecipanti saranno i veri protagonisti di questo breve percorso con le loro proposte creative e la loro attiva partecipazione.

Esploreremo questo antico e navigato testo scespiriano in un modo nuovo e poco comune in cui le parole non saranno il nostro strumento principale ma l’ultimo e forse non ne avremo bisogno affatto.

Il tema che esploreremo è la nascita del male; il’suo insinuarsi nell’animo umano ed il con- seguente controllo della volontà che determina il più feroce e inammissibile conflitto che la coscienza debba sopportare. È questo l’avvio del Macbeth, è questo il campo di battaglia. Quasi che lo stesso Shakespeare ci stesse incitando a gioire del massacro in sé, dello smembramento dei corpi, a trovare piacere nello sgorgare a fiotti del sangue. Non una scon- fessione del peccato, ma un godimento di esso.

Il luogo in cui si svolge questa battaglia è uno spazio vuoto, una brughiera troppo lontana da Dio perché i suoi echi possano raggiungerci. Il riparo da questo sguardo divino ci offre un’orribile scoperta: il punto cieco di Dio coincide con la nascita di un altro tipo di sguardo, quello osceno del voyeur.

Dopotutto, il punto di vista scespiriano attinge da quello della tragedia greca, dove la messa in scena di passioni che sconfinano nel male e nella violenza servono a produrre quella che veniva chiamata “catarsi” ovvero “purificazione” e che Aristotele indica come la liberazione dalle passioni tramite la visione della tragedia. In Macbeth, però, questa rappresentazione è più feroce che altrove e il gioco forse si ribalta del tutto: e se la liberazione non esistesse realmente? Se la liberazione fosse abbracciare la corruzione della mente e dell’animo, an- ziché allontanarsene, in uno slancio vitale che travolge tutto?

WORKSHOP

Il workshop sarà strutturato in due parti. La prima parte del lavoro si focalizzerà sul corpo e il training.

Un training intenso ci aiuterà ad aprire il nostro strumento principale ovvero il corpo con tutti i suoi muscoli e tutto il potenziale creativo che vi si nasconde. Ci metteremo alla ricerca del gesto poetico che contiene e porta con sé l’essenza di un momento, di una scena o dell’intera opera.

La seconda parte del lavoro sarà incentrata sull’opera e sulle proposte creative. Daremo inizio ad un lungo processo di ricerca dei significati, dei simboli e delle metafore nascoste.

ORARI DI LAVORO

lunedì 25 marzo dalle 10.00 alle 16.00
martedì 26 marzo dalle 10.00 alle 19.00
mercoledì 27 marzo dalle 14.00 alle 19
giovedì 28 marzo dalle 10.00 alle 19
venerdì 29 marzo dalle 10.00 alle 19
sabato 30 marzo dalle 10.00 alle 15.00
domenica 31 marzo dalle 10.00 alle 14.00


Per info e iscrizioni :
sepelab9@gmail.com

 

 

 

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