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I teatri di Margine Operativo

Quinta di Copertina. A novembre 2018 è uscito il libro I teatri di Margine Operativo, curato da Andrea Pocosgnich per Editoria&Spettacolo. Recensione.

Guardo al libro I teatri di Margine Operativo come a un oggetto vicino, come all’incisione di Escher appesa al muro. Non solo perché a curare il testo è Andrea Pocosgnich, non solo per l’esperienza con il festival Attraversamenti Multipli; ma perché chi vive a Roma è nella vicinanza che ha incontrato Margine Operativo, negli spazi limitrofi, nei luoghi dove il tessuto sociale si costruisce, nelle piazze, nelle librerie, nelle stazioni della metropolitana, nelle relazioni con il pubblico dove i due artisti hanno trovato un luogo vitale di posizionamento.
E come in un’incisione di Escher, nel disegno de I teatri di Margine Operativo non vige una sola legge di gravità, ma almeno tre, ognuna ortogonale all’altra, ognuna insiste e si innesta sull’altra: queste, per Pako Graziani e Alessandra Ferraro, così come indicate dal curatore Andrea Pocosgnich, sono l’impegno politico, la responsabilità di gestione e organizzazione, e la creazione artistica.

Nel volume edito da Editoria&Spettacolo e pubblicato a novembre del 2018, la connessione tra attivismo politico, sociale e culturale emerge nelle conversazioni con i due artisti così come nei contributi di Andrea Pocosgnich e Letizia Bernazza e degli artisti che hanno incontrato il loro lavoro. Nell’attraversamento dei codici e degli spazi cittadini, nel tentativo di comprensione dei “perché” delle realtà sociali e politiche, il percorso di Margine Operativo inscritto tra il 1991 e l’oggi è svelato nel volume non tanto come una trasformazione quanto una metamorfosi.

Ultimo nato all’interno della collana Spaesamenti diretta da Paolo Ruffni, il testo si presenta con un’immagine di copertina firmata da Toni Bruno che è già una visione metropolitana ed evoca perfettamente il campo semantico e l’immaginario al quale attinge. È una storia del presente quella che si articola nelle 151 pagine del libro, ma affonda le radici in pratiche che sembrano appartenere – purtroppo – a un tempo remoto; la riappropriazione degli spazi, la militanza, quell’afflato di resistenza che accompagna le origini del duo fino al nomadismo artistico. L’introduzione di Andrea Pocosgnich, che avvicina al come e al perché scrivere un libro documento, è seguita da un’intervista nella quale i due artisti ripercorrono la genesi del loro lavoro, rievocando la lunga esperienza di “residenza attiva” all’interno del Forte Prenestino; la scelta dei codici artistici dei primi spettacoli da subito caratterizzata da una delle parole chiavi, il meticciato. Il quadro è espanso dal curatore nel saggio Margine Operativo. Un teatro politico per indagare la realtà, all’interno del quale in un excursus dagli anni delle contestazione e del Nuovo Teatro alle compagnie nate negli anni Novanta, il critico trova la chiave di volta nello stretto legame tra modalità produttive e comunicative, tra contesti luoghi e pratiche di utilizzo in due direttive, Politics e Estetics.

Di Letizia Bernazza invece è lo sguardo a partire dal significato del nome Margine Operativo, trovando all’interno di questo il prezioso rapporto tra teatro e polis, in quel processo di trasformazione innestato con festival come Attraversamenti Multipli. L’analisi dal punto di vista estetico e poetico passa per le ultime tre opere Partizan Let’s Go! (2014), Presunta morte naturale (2015) e Al palo della morte (2016); in queste vengono trattati gli elementi salienti de linguaggi espressivi della compagnia, e di questi si consegnano al lettore i testi. Attorno, a rendere la testimonianza ancora viva, i contributi di artisti, spettatori e attivisti che hanno incontrato il lavoro di Margine Operativo e lo scritto Altri immaginari di Paolo Ruffini, accompagnati dalle Visioni di documenti fotografici.
In un libro che parla di plurali si evidenzia come nella ricerca sulla dilatazione dei confini del teatro e delle performing arts, sia cresciuto il manifesto politico di Margine Operativo: «Il nostro essere per natura “multipli”, lavorare su più piani della creazione artistica – dal costruire un festival, a un video, da uno spettacolo a una performance – intrecciare più linguaggi, affrontare temi diversi ma sempre con una propensione a cercare di “scalfire” il presente, per creare una frattura, una divergenza che può creare qualcosa di diverso».

Luca Lòtano

I TEATRI DI MARGINE OPERATIVO
curatore Andrea Pocosgnich
Editore Editoria & Spettacolo
Collana Spaesamenti
Data di Pubblicazione 2018
EAN: 9788832068009
ISBN: 8832068001
Pagine: 152
Formato: rilegato
prezzo 16€

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Luca Lòtano
Luca Lòtano
Luca Lòtano è giornalista pubblicista e laureato in giurisprudenza con tesi sul giornalismo e sul diritto d’autore nel digitale. Si avvicina al teatro come attore e autore, concedendosi poi la costruzione di uno sguardo critico sulla scena contemporanea. Insegnante di italiano per stranieri (Università per Stranieri di Siena e di Perugia), lavora come docente di italiano L2 in centri di accoglienza per richiedenti asilo politico, all'interno dei quali sviluppa il progetto di sguardo critico e cittadinanza Spettatori Migranti/Attori Sociali; è impegnato in progetti di formazione e creazione scenica per migranti. Dal 2015 fa parte del progetto Radio Ghetto e sempre dal 2015 è redattore presso la testata online Teatro e Critica.

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